22/09/2025
da Remocontro
«Il Cremlino è tornato a sfidare l’Europa» titolano quasi tutti i giornali dopo le supposte violazioni dello spazio aereo estone da parte di 3 Mig russi. A seguire: «Il Pentagono ha avvertito che gli Stati Uniti hanno intenzione di tagliare parte dell’assistenza di sicurezza a Lettonia, Lituania ed Estonia, i Paesi Baltici confinanti con la Russia». Europa arrangiati.
‘Panna montata’
Drammatizzazione della minaccia russa in scena con poco credibili forzature propagandistiche, se le vuoi vedere. Sintesi di Analisi Difesa: «l’attacco russo al GPS dell’aereo di Ursula von der Leyen, l’offensiva dei droni russi contro le conigliere in Polonia, il drone russo penetrato in Romania e ‘minacciose’ esercitazioni Zapad in Bielorussia a cui hanno presenziato anche ufficiali americani, turchi e ungheresi, in divisa Nato». «Pretesti mal costruiti per lanciare allarmi e chiamare gli alleati a raccolta evocando l’Articolo 4 della NATO (dopo la Polonia lo ha fatto anche l’Estonia) nel macabro e sempre più fallimentare tentativo di mobilitare l’opinione pubblica a favore di un riarmo che non possiamo permetterci e contro i russi pronti a marciare sull’Europa ‘dopo aver divorato qualche prigioniero ucraino’, come ha scritto La Stampa riprendendo una velina dell’intelligence/propaganda ucraina», denuncia Gianandrea Gaiani.
E chi serve l’escalation?
Per il governo estone la violazione dello spazio aereo sul Mar Baltico, ben 12 minuti, è stata ‘un’audacia senza precedenti’ ma su quelle acque ristrette incidenti del genere ne capitano spesso, con gli spazi aerei nazionali si sovrappongono e il corridoio per il passaggio di aerei militari è da sempre molto stretto. Di fatto i voli militari russi vengono effettuati inevitabilmente sui limiti dello spazio aereo delle nazioni rivierasche, tutti NATO, senza che questo costituisca né una intrusione né una aggressione. I caccia Nato avvertono ‘l’intruso’ che si è avvicinato allo spazio aereo nazionale: gli aerei lo affiancano e lo scortano (non lo abbattono né lo intercettano) fino a quando non si allontana. In questi giorni di ‘minaccia russa’, il governo di Varsavia ha utilizzato l’ennesimo attacco notturno russo contro obiettivi in Ucraina per la ‘massima allerta sulla Polonia’ mobilitando caccia polacchi e alleati.
Allarmismi per arrivare a cosa?
Episodi da prima guerra fredda. Baltici e nord europei che puntano a esagerare o costruire episodi su cui scatenare allarmismi, ben sostenuti dalla Ue con la presidente Von der Leyen che minaccia ‘risponderemo alle provocazioni’. Mosca ha respinto ogni accusa: «I tre MiG-31 stavano conducendo un volo di routine dalla regione della Carelia, a est della Finlandia, a un aeroporto nella regione di Kaliningrad». Certo non si può certo scommettere sulla sincerità dei russi ma, come sappiamo ormai per certo, neppure su quella di NATO, UE e di molti governi nella regione baltica che hanno già mentito o esagerato la portata di eventi molte volte dall’inizio della guerra e anche negli ultimi giorni, «Forse non a caso nel momento in cui nella Ue si dibatte sul 19° pacchetto di sanzioni alla Russia), come se avessero urgenza di accrescere gli allarmismi se non addirittura di creare un casus belli». Sempre da Analisi Difesa.
Giornalismo critico o servile?
Forzature propagandistiche da più parti, senza un essenziale ruolo critico del giornalismo. Ne abbiamo scritto sabato (https://www.remocontro.it/2025/09/20/cera-una-volta-la-carta-stampata-il-crollo-dei-giornali/). Uno sforzo propagandistico a cui collaborano da anni troppi media che in questo conflitto hanno sostenuto, spesso in modo acritico, ogni narrazione allarmistica alimentata dall’Unione Europea e da diversi governi nazionali. «Ovviamente che tutto questo possa dipendere anche dal miliardo di euro di fondi pubblici che la UE (Commissione e Parlamento) ha elargito a media anche italiani, è una valutazione che lasciamo ai lettori», il più che legittimo sospetto di Analisi Difesa. Con l’Italia che per una volta -va detto- non à stata tra i peggiori. Non ha finora aderito all’acquisto dei pacchetti da 500 milioni di dollari per armi statunitensi da fornire agli ucraini e -al poco che si sa-, la nostra intelligence non valuta credibili gli allarmi sull’invasione russa dell’Europa entro 3 o 4 anni, periodicamente rilanciati dai ‘volenterosi’ e dalle nazioni che si affacciano sul Mar Baltico.
Quel via vai di voli russi sul Baltico
‘Un’area calda’, parte dello scontro in corso con l’occidente parte attiva. Gli aerei russi lo sorvolano collegando la regione di Leningrado con il territorio di Kaliningrad e sul mare i tentativi delle marine delle repubbliche baltiche di fermare petroliere sospettate di far parte della ‘flotta ombra’ che esportano greggio russo dal porto di Primorsk, protette da navi militari o da coppie di jet russi per scoraggiare abbordaggi. «Ogni anno -sempre Analisi Difesa-, transitano da Primorsk circa 60 milioni di tonnellate di petrolio, che fruttano alla Russia circa 15 miliardi di dollari: il porto è stato spesso oggetto degli attacchi dei droni ucraini, l’ultimo il 13 settembre ha danneggiato due petroliere». Attacchi a obiettivi commerciali e non militari che battono bandiere non russe in un porto russo che forse potrebbe spiegare molto di quanto accaduto non lontano dalle coste polacche e da quelle russe di Kaliningrad.
La voce interna polacca
Polsat News, riprende integralmente i comunicati della Guardia di Frontiera del Comando Operativo Polacco che dopo la frase «Le Forze Armate polacche e altri servizi sono stati avvisati» citata anche da Guardian e agenzie italiane, aggiunge un dettaglio non secondario su quanto accaduto. «Lo spazio aereo polacco non è stato violato e non è stata necessaria una risposta militare», ha dichiarato il tenente colonnello Jacek Goryszewskim, portavoce del Comando Operativo delle Forze Armate Polacche. Notizia ribadita anche dal portavoce della Guardia di Frontiera: «L’aereo non ha violato il confine di Stato». Perché queste poche righe con tanto di dichiarazioni di portavoce militari e delle Guardie di Frontiera non sono state citate dalle agenzie italiane né dal britannico Guardian? Allarmismo strumentale e giornalismo al seguito.
Stupore finale
Ulteriore sconcerto ha suscitato la presenza in Bielorussia di osservatori statunitensi, inviati da Washington e accolti calorosamente dagli ufficiali delle forze armate locali mentre c’è chi insiste sulla minaccia armata russa sull’Europa. Con Polonia, Lettonia e Lituania, che hanno invece declinato l’invito del governo di Minsk di mandare propri osservatori, schieravano migliaia di truppe in prossimità dei confini con le Bielorussia.
- Sullo sfondo, il ministro della Difesa ucraino Denys Smyhal ha quantificato il fabbisogno di cui l’Ucraina necessita per sostenere la propria difesa nel 2026 in 120 miliardi di dollari, che si sommano ai 90 miliardi di dollari di ordinativi di materiale militare commissionati agli Stati Uniti da Kiev. Somme da addebitare ai Paesi membri dell’Unione Europea, le cui difficoltà economiche stanno facendosi sempre più grandi. Su questo argomento, a domani.