Morti sul lavoro In circostanze ancora da chiarire, sarebbe esploso un compressore tra la linea 1 e la linea 2 dell’area produttiva, causando anche il crollo di parte della struttura
La scia di sangue sul lavoro non si arresta e continua a concentrarsi a Bologna. Dopo i morti del bacino di Suviana di aprile, ieri una nuova strage ai margini della città. Il bilancio dell’esplosione avvenuta in un capannone della Toyota Material Handling di Borgo Panigale, alla periferia ovest di Bologna, è di due morti e sette feriti, due dei quali in condizioni gravissime.
Intorno alle 17 e 30 di ieri, in circostanze ancora da chiarire, sarebbe esploso un compressore tra la linea 1 e la linea 2 dell’area produttiva, causando anche il crollo di parte della struttura. Il botto è stato violentissimo e sarebbe stato avvertito in tutta la zona.
Due feriti gravissimi sono stati trasportati d’urgenza con l’eliambulanza all’ospedale Maggiore di Bologna, mentre altri sono andati a quello di San Giovanni in Persiceto. Sette le squadre intervenute sul posto, tra personale sanitario del 118, vigili del fuoco e forze dell’ordine.
«Poco dopo le 17 si è sentito un gran botto, lo abbiamo sentito noi da casa, a Borgo Panigale». A fare questo racconto all’agenzia Ansa è una signora davanti allo stabilimento della Toyota Material Handling. Suo figlio e suo marito lavorano lì: il primo era impegnato su un altro turno e quindi non era presente in fabbrica al momento dell’incidente, il secondo invece è un delegato sindacale ed era nello stabilimento.
Allarmatissimo da subito anche il sindaco del vicino comune di Calderara, Giampiero Falzone: «La situazione è molto seria», ha scritto su Facebook.
Fuori dai cancelli, insieme a lei, si sono affollati per tutto il pomeriggio decine di dipendenti in attesa di avere notizie sui loro colleghi e sull’evolversi della situazione. Insieme a loro anche persone preoccupate per i loro familiari che si trovavano all’interno al momento dell’incidente. Nel mentre il Comune di Bologna, attraverso i propri canali social, chiedeva di evitare di percorrere con l’automobile l’intero quadrante ovest della città, già in forte difficoltà.
L’incidente non avrebbe causato danni strutturali, ma per ore si è scavato tra le macerie alla ricerca di superstiti. Secondo una prima ricostruzione, a esplodere sarebbe stato un compressore, ma non è ancora chiaro se questi si trovasse dentro o fuori il capannone, il cui tetto comunque è venuto giù.
Le conseguenze dell’esplosione sarebbero potute essere addirittura peggiori se buona parte dei dipendenti non fosse stata in smart working a causa dell’alluvione che negli ultimi giorni ha funestato la città di Bologna.
La Toyota Material Handling di Bologna, ex Cesab, dà lavoro a circa 800 dipendenti, produce carrelli elevatori ed è una presenza storica nella zona. Per la giornata di oggi, dice la Fiom, era previsto uno sciopero di due ore per la sicurezza. «Questa – dice Gian Pietro Montanari della Fiom – non è l’azienda peggiore del mondo, però bisogna accertare se c’era manutenzione o se non c’era. Scioperi c’erano stati anche in passato, l’ultimo per alcuni nuovi strumenti su cui i lavoratori chiedevano il collaudo. In passato c’era stato anche un incendio nel reparto verniciatura».
24/10/2024
da Il Manifesto