Ursula von der Leyen in Uruguay per sottoscrivere l’accordo tra Ue e Mercosur, il mercato comune dei paesi del Sudamerica (Brasile-Argentina-Perù-Bolivia –Uruguay-Paraguay). Primo atto importante del suo secondo mandato esibito come un segno di forza, che nasconde tutta la debolezza della sua leadership.
Mercato comune Sudamerica, tesoro agroalimentare
‘Mercosur’, memoria di ‘Mercato comune’ che fu anche europeo, trasferito nell’enormità territoriale del Sudamerica. Missione diplomatica Ue, per avere prodotti agroalimentari, in particolare carni bovine, pollame, riso, mais e zucchero a condizioni vantaggiose e certe. Tutte produzioni a basso costo che potrebbero essere un’opportunità per le tasche dei consumatori europei, ma uno svantaggio per gli agricoltori che reclamano una concorrenza sleale da parte dei produttori sudamericani liberi dalle regole Ue a cui sono invece sottoposte le loro aziende per l’utilizzo di materiali come pesticidi, antibiotici, ormoni.
I trattori e forconi l’Europa si spezza
I trattori francesi si sono già messi in moto e con essi la potente lobby dell’agroindustria. Questa volta a bordo c’è Marine Le Pen e la direzione è l’Eliseo. Altri Paesi in cui si coltiva il sentimento anti-Ue sono sul piede di guerra e in Italia il leghista Salvini sente già il richiamo della foresta, memoria di ‘Forconi’ e proteste del latte.
In Germania, invece, Isabel Cademartori dei Socialdemocratici di Olaf Scholz ha dichiarato a Politico «Un giorno davvero positivo per l’Europa e anche per la Germania. Questo governo federale ha lottato per garantire che questo accordo di libero scambio si concretizzi».
‘Macroniani’: «Non avrebbe potuto scegliere un momento peggiore di questo. È un grosso errore farlo ora. Dà davvero l’impressione di approfittare della crisi in Francia per cercare di andare avanti da sola (la Von der Leyen)», per il francese Christophe Grudler, un altro membro del Parlamento europeo del campo di Macron.
Von der Leyen in cerca di consenso
Van der Leyen ha definito l’accordo con il Mercosur ‘storico’ «per la capacità della Ue di incidere sullo scenario geopolitico e allargare le prospettive di scambio commerciale in una fase in cui si trova schiacciata tra i dazi di Trump e la concorrenza cinese». Esagerazione e forzatura. In realtà la mossa rischia di passare alla storia come il primo duro scontro tra Germania e Francia, ovvero i due paesi fondatori e asse dell’Unione che ha sostenuto l’Europa nel gioco delle potenze mondiali degli ultimi ottant’anni.
Due plausibili sospetti
Attribuire all’accordo con il mercato del Sudamerica un valore strategico significa non volerla raccontare giusta per due motivi. Il primo si riferisce al limitato volume d’interscambio. Basti pensare che negli Usa si esporta 9 volte di più ( 502 miliardi di euro contro 55 miliardi a sud), e i maggiori importatori europei sono Olanda e Spagna. Il secondo motivo è prettamente geopolitico: la Cina è già penetrata nell’area del Mercosur e si è assicurata un posto in prima fila per materie prime e infrastrutture, il vero business di quel mercato.
Potere da legittimare fra Germania e Francia
L’iniziativa della presidente Ue sembra essere un tentativo di aggrapparsi ad una linea, oltremodo sottile, per affermare un potere sempre più difficile da legittimare. Con l’intento di ridefinire gli equilibri a favore della madre patria Germania. Un approccio personalistico che non l’aveva contraddistinta in passato e che è interpretabile come la ricerca di un sostegno in cambio di qualcosa. Infatti, l’accordo col Mercosur è come concedere una rivincita alla Germania, che era stata penalizzata dalla decisione Ue di imporre dazi alle auto elettriche cinesi, mentre l’industria automobilistica della Francia ne era uscita pressochè indenne. Ricordando che tra un paio di mesi in Germania si vota e il capo della Federazione dell’industria tedesca (BDI), ha salutato l’accordo: “Questo accordo fornirà un impulso di crescita urgente e necessario per l’economia tedesca ed europea”.
Tenere il passo con Cina e Usa
Se ormai è chiaro a tutti che per superare la crisi economica l’Unione Europea deve tenere il passo con la Cina e gli Stati Uniti, non è plausibile affermare che lo si fa con un accordo di questa portata. Volerlo far passare come tale è una mossa unicamente politica, tendenzialmente disperata. L’economia dell’Unione Europea ha bisogno di ben altro per ridare fiducia a lavoratori e imprese.
07/12/2024
da Remocontro