Una delegazione del gruppo Collettivo di fabbrica dell’ex azienda di Campi Bisenzio ha trascorso tutta la notte sopra la torre. Al momento quattro operai sarebbero ancora lì e l’intenzione sembra quella di proseguire la protesta a oltranza.
Ex Gkn, la protesta degli operai alla torre di San Niccolò (Foto Moggi / New Press Photo)
Le ragioni della protesta
Gli operai chiedono, tra l’altro, l’immediato pagamento della cassa integrazione spettante. In una nota pubblicata sui social, il collettivo spiega nel dettaglio le ragioni della protesta: “Bonifico di tutti gli arretrati, pagare tutto il dovuto, liberare il contratto nazionale e integrativo che l’azienda ha di fatto preso in ostaggio, mandare le buste paga mancanti (da dicembre a oggi), reintegra dei colleghi indotti ingiustamente a licenziarsi, dare il via al piano di reindustrializzazione del basso elaborato dai lavoratori”.
(Foto Giuseppe Cabras / New Press Photo)
Gli striscioni sulla torre
Gli operai hanno ricevuto la visita dei consiglieri comunali di Sinistra progetto in Comune Antonella Bundu e Dimitri Palagi(Rifondazione Comunista), mentre sotto alla torre è presente un gruppo di persone tra i quali simpatizzanti e altri operai. I lavoratori hanno affisso alcuni striscioni tra cui uno con scritto 'Scusa Firenze, quella lotta è di tutti e per tutte’ e un altro che recita ‘Gkn non si tocca’.
Gli operai: “Aspettiamo regione e sindaco”
"Siamo partiti ieri sera, oggi è il primo giorno che siamo qua, ci aspettiamo il sindaco, la Regione, i sindacati, ci aspettiamo un po’ tutti”, e “cercheremo di rimanere il più possibile sulla torre”. Lo ha spiegato Matteo Moretti, componente della Rsu ex Gkn di Campi Bisenzio (Firenze) ai giornalisti convocati per una conferenza stampa sotto la torre di San Niccolò.
"Nelle settimane scorse - ha detto Moretti - abbiamo avuto modo di fare delle iniziative di presidio all'Inps, dove ci era stato garantito che i primi due mesi di flussi relativi alla cassa integrazione, novembre e dicembre, dovevano arrivare entro questa settimana. Ovviamente non sono arrivati. L'esasperazione che ci ha fatto salire qua sopra deriva da questa situazione grottesca". Il membro della Rsu ha spiegato che la richiesta è quella di “un tavolo regionale che metta a sedere tutti i soggetti che sono resi interessati al rilancio dello stabilimento”, e che quella della torre “non è un'azione che risolve la vertenza, ma questo tipo di azioni andrà avanti se la situazione non si risolverà”.
"Chiediamo gli stipendi”
"Chiediamo gli stipendi da parte del datore di lavoro - ha spiegato ancora Moretti -, perché noi da due anni a questa parte, soprattutto da un anno e mezzo, da quando c'è Borgomeo, noi stiamo lavorando dentro a quello stabilimento facendo guardiania, e facendo la manutenzione generale degli impianti, quindi ci sono delle ore che i lavoratori svolgono lavorando, sono 3-4 giornate al mese che appunto forniamo a Borgomeo per assistere lo stabilimento. Sono soldi che ci deve dare direttamente la proprietà”. Per il resto, ha aggiunto il membro Rsu, “lo Stato ha deciso di concedere questa cassa integrazione e contravvenire a quello che il tribunale di Firenze aveva detto, cioè che i lavoratori dovevano essere retribuiti in solido da parte della proprietà, quindi ci sarà una parte di soldi che dovrà pagarci il datore di lavoro, e l'altra attraverso la cassa integrazione. La prima rivendicazione è questa. Ma chiediamo anche di indagare, questo lo chiediamo da tanto tempo, su tutto quello che è stato l'affare Borgomeo tra fondo finanziario e proprietà, e l'azione che sta facendo il liquidatore”. Secondo Moretti, infatti, “uno stabilimento che valeva circa 3-4 milioni prima della chiusura è stato rivalutato, e la cifra con cui è iscritto a bilancio è arrivata sui 30 milioni. È un'operazione corretta? Qualcuno ci può spiegare? Poi è arrivata la chiusura, abbiamo impugnato i licenziamenti e il tribunale di Firenze ci ha dato ragione. Successivamente quando è arrivato l'acquirente, quindi Borgomeo, abbiamo visto Gkn versare sulle casse di Gkn Firenze circa 25 milioni di euro”. "Quindi si ricapitalizza lo stabilimento nel momento in cui lo si sta vendendo - ha concluso -: anche su questa operazione poniamo un punto interrogativo, e chiediamo che ci vengano date risposte a queste domande che noi facciamo, e che emergono dai bilanci”.
La denuncia di Fiom e Cgil
"È inaccettabile che i lavoratori siano costretti ad azioni di questo tipo per rivendicare un diritto. È necessario che Governo, INPS e Prefettura si attivino per dare conferme ufficiali rispetto ai pagamenti a partire da lunedì". Così in una nota congiunta Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil Nazionale, Daniele Calosi, segretario generale Fiom-Cgil Firenze-Prato-Pistoia e Bernardo Marasco, segretario generale Cgil Firenze.
01/07/2023
da la Nazione