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Fanfarone Trump: l’incontro con Xi è stato «straordinario»

Fanfarone Trump: l’incontro con Xi è stato «straordinario»

Politica estera

31/10/2025

da Remocontro

Ennio Remondino

Cina-Stati Uniti: riduzione dei dazi, stop al traffico di Fentanyl e accordo sulle terre rare i temi sul tavolo. Scomparsa Taiwan e solo un accenno all’Ucraina. L’incontro tra il presidente americano Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping alle prime ore dell’alba a Busan, in Corea del Sud ed è stato seguito da grandi proclami. E poca sostanza.

Un’ora e 40 minuti e arrivederci a presto

  • Un incontro durato un’ora e quaranta e poi una calorosa stretta di mano. Per Trump il colloquio è stato «straordinario», «Un grande successo, su una scala da 1 a 10, l’incontro con Xi è stato 12». Ovviamente tutto per merito suo. Il presidente cinese, decisamente più composto, ha spiegato che «i due Paesi hanno avuto colloqui approfonditi su importanti questioni economiche e commerciali e hanno trovato un accordo sulla loro risoluzione».

Favoricchi e sconticini

Sul fronte commerciale Trump ha annunciato la riduzione dei dazi sulle merci cinesi dal 57% al 47%, per non sprecarsi. Xi Jimping avrebbe invece assicurato un impegno «molto duro» del suo Paese per fermare la produzione e il traffico di Fentanyl, un oppioide che ogni anno causa decine di migliaia di vittime negli Stati Uniti. Problemi di anti criminalità non facilmente gestibili. Poi le cose molto più serie, o almeno, molto più strategiche e costose. Le ‘terre rare’, ovvero i materiali utilizzati per realizzare prodotti di ogni tipo, dai pannelli solari agli smartphone.

Il monopolio cinese

La Cina lavora il 90% delle ‘terre rare’ mondiali. Già alcuni giorni fa, Trump aveva anticipato che sarebbe stato raggiunto un accordo. Durante l’incontro è stato annunciato che la Cina bloccherà le restrizioni sull’esportazione di terre rare, l’accordo durerà un anno e sarà rinegoziato o confermato annualmente. Donald Trump ha detto che questo risultato ha valenza mondiale: «Si potrebbe dire che questa soluzione non è solo statunitense, ma andrà a favore di tutto il mondo», riporta Chiara Vitali su Avvenire.

Poca Ucraina, niente Taiwan

Anche la guerra in Ucraina è stato un tema sul tavolo, ma secondario: il presidente americano ha dichiarato che Usa e Cina lavoreranno insieme su questo fronte, «vedremo se potremo ottenere qualcosa» ha detto. Xi Jinping ha poi elogiato gli sforzi di pace di Trump a Gaza e ha sostenuto che Usa e Cina devono essere «partner e amici, anche se non sempre vedono le cose allo stesso modo». I due leader non hanno invece parlato di Taiwan, l’isola di fatto indipendente che la Cina considera una provincia da riunificare al resto del Paese, su cui si concentrano grandi interessi commerciali ed economici.

Appuntamenti di primavera

  • Trump ha inoltre confermato che andrà in Cina in aprile, mentre Xi Jinping ricambierà la visita più avanti. «Credo sempre che lo sviluppo della Cina vada di pari passo con la vostra visione di rendere di nuovo grande l’America» ha detto ancora Xi.

Russia convitato di pietra

Nell’incontro tra Xi Jinping e Donald Trump c’era un convitato di pietra, la Russia, che poi era uno dei punti nodali a tema, dal momento che era ovvio che il summit avrebbe prodotto un accordo commerciale sciogliendo le tensioni accumulate finora. A segnalare l’ombra del convitato di pietra il fatto che, prima che si tenesse il summit – rileva Davide Malacaria su Piccolenote.it-, «Xi ha dovuto dichiarare che la Cina ridurrà l’importazione del gas russo che tutti i media occidentali hanno preannunciato, ed esultato come cosa fatta, che Pechino avrebbe indotto Putin a più miti consigli sull’Ucraina, costringendolo a una pace alle condizioni di Kiev e dei suoi sponsor».

Mezze bugie e furberie

Annunci e considerazioni alquanto aleatori e dalle tante sfaccettature. Anzitutto la concessione della Cina sul gas russo è solo fomale, non avrà alcun esito, sia per l’esistenza della flotta ombra russa che continuerà a trasportarlo agevolmente da costa a costa, sia perché Pechino non può rinunciare all’investimento sul ‘Power Siberia 2’, avviato a inizi settembre, che potenzierà il flusso del gas russo alla Cina. «Quanto alla possibilità che la Cina forzi Mosca a dismettere i suoi obiettivi in Ucraina, appaiono pari a zero, data l’alleanza strategica tra le due potenze». Un ritorno di Pechino nelle trattative, esclusa da Kiev e dal partito della guerra anglosassone, aiuterebbe l’Europa a liberarsi dalle attuali ‘fumisterie belliche’ dato che ha leve e libertà di manovra che Trump non ha «basti pensare a come abbia rifiutato la visita del ministro degli Esteri Johann Wadephul, il quale intendeva pietire un aiuto alla disastrata economia teutonica».

Dopo gli zuccherini l’amaro nucleare

L’incontro tra Usa e Cina è stato seguito poco dopo da un altro scambio. Trump ha confermato di voler riprendere «immediatamente i test nucleari americani», come aveva annunciato alcune ore prima sul suo social Truth. Annuncio che appare una risposta alle iniziative di Mosca che in questi giorni ha annunciato due nuove e più potenti armi: due missili a propulsione nucleare, il Burevestnik, per i cieli, e il Poseidon, per i mari. Netta la risposta di Pechino: «La Cina spera che gli Usa rispettino seriamente gli obblighi del trattato sulla messa al bando totale dei test nucleari e il loro impegno a vietare i test nucleari, e intraprendano azioni concrete per salvaguardare il sistema globale di disarmo nucleare e non proliferazione e salvaguardare l’equilibrio strategico e la stabilità globali», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun.

Sasso di Trump via social

  • Il post di Donald Trump sul social “Truth”, pubblicato prima dell’incontro con Xi Jinping. «Gli Stati Uniti possiedono più armi nucleari di qualsiasi altro Paese. Questo obiettivo, incluso un completo ammodernamento delle armi esistenti, è stato raggiunto durante il mio primo mandato. A causa dell’enorme potere distruttivo, ODIAVO farlo, ma non avevo scelta!», vanteria e ‘virtù’. «La Russia è seconda e la Cina è terza, ma sarà in parità entro 5 anni. Grazie ai programmi di test di altri Paesi, ho incaricato il Dipartimento della Guerra di iniziare a testare le nostre armi nucleari su base paritaria. Tale processo inizierà immediatamente. Grazie per l’attenzione».

Come se non potessimo badargli preoccupandoci!

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