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Fondi Ue destinati alla solidarietà usati per bloccare i migranti in Africa

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La Commissione europea destina 667 milioni degli aiuti ai Paesi poveri che vengono invece utilizzati per fermare i flussi migratori in Libia, Tunisia e Niger dove non vengono certo rispettati i diritti umani, denuncia Oxfam. «Una strategia miope che, invece di intervenire sulle cause strutturali del fenomeno migratorio, continua a calpestare i diritti di chi fugge da miseria, disastri naturali e guerre».

Aiuti ai Paesi poveri o nuovi muri?

«La ‘gestione dei flussi migratori’ e il sostegno ai paesi più poveri spesso si traduce in fondi destinati ai respingimenti e alla costruzione di muri», l’incipit denuncia di Avvenire. «ll ‘fil rouge’ che attinge ai fondi europei destinati ai Paesi in via di sviluppo. Soldi che invece finiscono per costruire muri e attuare respingimenti o, ancora peggio, per riempire le casse di quei governi che non rispettano i diritti umani dei migranti», scrive indignata Daniela Fassini.

667 milioni Ue mal spesi

Parliamo di circa 667 milioni appartenenti ai cittadini europei e destinati agli aiuti per i Paesi nordafricani che vengono invece utilizzati per fermare i flussi migratori. Lo denuncia Oxfam in un report dettagliato che fa i conti in tasca ma soprattutto politici e accende i riflettori sull’uso distorto dei soldi dei contribuenti europei destinati alla lotta povertà nei Paesi in via di sviluppo, per delegare il controllo delle frontiere europee a Libia, Tunisia e Niger, dove la violazione dei diritti umani dei migranti è regole e non eccezione.

I numeri della vergogna

«Alla frontiera tra Niger e Libia le autorità locali sono responsabili del 60% degli abusi subiti dalle donne migranti. Oltre 93 milioni di fondi europei sono stati destinati alla Tunisia per il blocco dei flussi migratori mentre la povertà dilaga nel Paese. Dall’inizio dell’anno riportati verso i lager libici oltre 9.800 migranti dalla Guardia costiera, sostenuta nell’addestramento e l’acquisto di navi» sottolinea l’organizzazione umanitaria. Di fatto, un intervento finanziario su tre dell’Ue va al controllo dei flussi migratori in Libia, Tunisia e Niger

Errore di ‘voci di bilancio’?

«L’Unione europea sta utilizzando i fondi per ridurre la povertà nei Paesi di origine e transito dei migranti, usandoli come arma di ricatto verso gli Stati africani, a cui delega le proprie responsabilità in materia di migrazione e asilo», colpisce Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia. «Una strategia miope che, invece di intervenire sulle cause strutturali del fenomeno migratorio, continua a calpestare i diritti di chi fugge da miseria, disastri naturali e guerre».

‘Fortezza Europa’ e il buco Italia

«L’obiettivo di costruire una sorta di Fortezza Europa, che non riesce però a contrastare il traffico di esseri umani o fermare le morti in mare, dato che dall’inizio dell’anno gli arrivi solo in Italia sono più che raddoppiati rispetto al 2022». A oggi gli arrivi solo nel nostro Paese sono oltre 130 mila contro i circa 68 mila dello stesso periodo nel 2022, tra cui oltre 11 mila minori non accompagnati, con una stima di oltre 2 mila vittime lungo la rotta del Mediterraneo centrale.

Guardia costiera e lager libici

La Ue sta finanziando in Libia anche l’addestramento e l’acquisto di navi per la Guardia costiera che dall’inizio dell’anno ha intercettato e riportato verso i lager libici oltre 9.800 migranti, nonostante numerose inchieste e testimonianze ne abbiano confermato negli anni il coinvolgimento nel traffico di esseri umani. Prima organizzano a consentono l’attività degli scafisti e poi raddoppiano il guadagno dando loro la caccia. Sino al prossimo tentativi di imbarco.  Si tratta di fondi complementari stanziati a sostegno dell’accordo Italia-Libia partito nel 2017.

«Il dato paradossale è che poi la stessa Unione europea ha destinato altri aiuti per evacuare i migranti dai centri di detenzione libici, dati gli abusi e le torture sui migranti documentati negli anni e che Oxfam ha denunciato più volte”, aggiunge Pezzati»

Ue in Tunisia guarda dall’altra parte

Una situazione molto simile – denuncia il report – sta accadendo in Tunisia, a cui sono andati fino ad oggi a 93,5 milioni per il blocco dei flussi migratori attraverso l’EU Trust Found, tra cui 25 milioni direttamente alla Guardia Nazionale Marittima tunisina. Il tutto nonostante le molteplici e documentate segnalazioni di violazioni dei diritti umani dei migranti da parte delle autorità locali. «Mentre nel Paese stanno aumentando esponenzialmente i livelli di povertà e disuguaglianza, l’Ue fa vinta di non vedere quanto sta accadendo – aggiunge Oxfam – stringendo accordi che mettono lo sviluppo economico della Tunisia in secondo piano».

Crisi al confine con l’Algeria

Non meno allarmante è la situazione in Niger, generata in buona parte proprio dalle politiche europee. I rapporti delle Nazioni Unite rivelano che le autorità nella zona desertica alla frontiera tra Libia e Niger sono responsabili del 60% degli stupri e abusi subiti dalle donne migranti. Ma, nonostante questo, l’Unione europea continua a finanziarle con fondi destinati all’aiuto pubblico allo sviluppo. E bomba innescata non solo umanitaria al confine con l’Algeria – continua Pezzati – mentre gli aiuti esteri sono del tutto insufficienti a contrastare il dilagare della povertà estrema che colpisce il 40% della popolazione

Parlamento europeo batti un colpo

Rendere trasparente la destinazione dei fondi e soprattutto mettere il Parlamento europeo nelle condizioni di garantire che ogni euro stanziato per gli aiuti comunitari sia speso in modo giusto. Distorsione attribuita all’incapacità dell’Unione europea di trovare un accordo tra gli Stati membri sulla gestione dei flussi migratori dentro l’Europa. Un fallimento delle politiche europee come di quelle nazionali, che è sotto gli occhi di tutti.

22/09/2023

da Remocontro

Remocontro