ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

Fragile tregua a Gaza, domani al via le trattative per la seconda fase del piano di pace

Fragile tregua a Gaza, domani al via le trattative per la seconda fase del piano di pace

Politica estera

20/10/2025

da La Notizia

Malgrado nuovi raid israeliani, la tregua a Gaza regge. Domani iniziano i negoziati con gli inviati di Trump per la seconda fase della tregua

Le bombe sono tornate a cadere sulla Striscia di Gaza, dove una settimana di fragile tregua è stata interrotta da una nuova ondata di violenza. Nella notte, Israele ha lanciato raid aerei contro Rafah e Beit Lahia, in risposta a quella che l’Idf ha definito una “violazione del cessate il fuoco” da parte di Hamas. Secondo l’esercito israeliano, i miliziani avrebbero colpito con un missile anticarro e spari contro le truppe a sud della Striscia. I bombardamenti hanno provocato almeno 33 morti, secondo la protezione civile palestinese, mentre due soldati israeliani hanno perso la vita.

Nonostante la tensione, il cessate il fuoco resta formalmente in vigore. Lo ha confermato il presidente americano Donald Trump, che parlando ai giornalisti sull’Air Force One ha ribadito la volontà di “gestire la situazione con fermezza ma in modo appropriato”. Il presidente ha lasciato intendere che gli attacchi potrebbero essere opera di “ribelli interni” a Hamas e non di una decisione della leadership, invitando entrambe le parti a mantenere la calma.

Sul terreno, però, la situazione resta delicata. Israele ha chiuso tutti i valichi e sospeso l’ingresso degli aiuti umanitari “fino a nuovo avviso”. Hamas, da parte sua, nega ogni responsabilità e si dice intenzionata a rispettare il cessate il fuoco. Ma le tensioni sulla restituzione dei corpi degli ostaggi rapiti nel 2023 e la chiusura del valico di Rafah rischiano di compromettere la già fragile tregua.

Fragile tregua a Gaza, domani al via le trattative per la seconda fase del piano di pace

In questo clima incerto, gli Stati Uniti cercano di mantenere vivo l’accordo di pace voluto da Trump. Gli inviati speciali del presidente, Steve Witkoff e Jared Kushner, sono attesi oggi in Israele per incontrare il premier Benjamin Netanyahu e i vertici del governo. Il loro arrivo anticipa quello del vicepresidente J.D. Vance, che sarà nella regione domani per avviare la seconda fase del piano di pace.

Secondo le indiscrezioni riportate da Haaretz, i colloqui si concentreranno sull’istituzione di una forza internazionale di stabilizzazione a Gaza, sul ritiro graduale delle truppe israeliane e sul disarmo di Hamas. Gli Stati Uniti intendono inoltre presentare al Consiglio di sicurezza dell’Onu una bozza di risoluzione per formalizzare il dispiegamento della forza internazionale, con il sostegno di Francia, Regno Unito e diversi Paesi arabi.

Parlando con i giornalisti alla base congiunta di Andrews, il vicepresidente Vance ha definito la tregua “complicata da mantenere” ma comunque “la migliore possibilità di una pace sostenibile”. “Ci saranno alti e bassi”, ha ammesso, “ma monitoreremo costantemente la situazione”.

L’amministrazione americana, secondo quanto riferito da fonti diplomatiche, avrebbe anche invitato Israele a una risposta “proporzionata e moderata” per evitare di far saltare il piano di pace. Trump, pur riconoscendo la difficoltà del momento, si è detto “cautamente ottimista” e determinato a evitare un ritorno a una guerra su vasta scala.

Nel frattempo, la tensione resta alta nella Striscia, dove continuano a registrarsi scontri tra diverse fazioni palestinesi. Mentre la popolazione attende segnali concreti di stabilità, Washington prova a rilanciare la diplomazia. Domani, con l’arrivo di Vance, prenderanno ufficialmente il via le trattative per la seconda fase dell’accordo di pace, che mira a trasformare la fragile tregua in un percorso politico duraturo.

share