Scatta la diga contro Le Pen, ondata di ritiri. Non era mai accaduto prima: 306 seggi da assegnare dopo un secondo turno a tre candidati che, alla fine, si sono ridotti a poco più di un centinaio, in seguito alle «desistenze» per contrastare l’elezione di deputati d’estrema destra. La paura rianima il «fronte repubblicano». Sono soprattutto i candidati della sinistra che rinunciano al secondo turno contro i candidati ‘Le Pen’, ma anche tanti centristi, con più coraggio e coerenze democratica di Macron.
L’ora dei desistenti. La diga contro Le Pen, ondata di ritiri
Secondo un conteggio di Le Monde, il Rassemblement National di Marine Le Pen sarà presente in almeno 243 ballottaggi, quasi sempre in competizione con candidati del Nuovo Fronte Popolare (Nfp) o della coalizione macronista, Ensemble, e talvolta con candidati dei Républicains, il partito della destra gollista. E i seggi in ballottaggio ancora da assegnare sono ben 306. Ed ogni ballottaggio diventa cruciale per arrivare o impedire la maggioranza assoluta di 289 deputati, per decidere o impedire a Jordan Bardella, candidato premier in mano Le Pen di imporsi come primo ministro.
Fronte popolare contro la minaccia nera
Domenica sera, dopo la pubblicazione dei risultati, Jean-Luc Mélenchon ha annunciato che i candidati del ‘Nuovo fronte popolare’ si sarebbero ritirati se arrivati terzi e quando un candidato Rn fosse primo o suscettibile di essere eletto, sottolinea il Manifesto. Un modo per non disperdere i voti e sbarrare la strada ai candidati lepenisti. Coscienza democratica trasparente che sembra invece carente dalle parti centriste attorno all’ammaccato presidente Macron. «Segnali contrastanti», per il generoso Filippo Ortona. La linea del «’né-né’, all’insegna degli ‘opposti estremismi’»: né La France Insoumise, né il Rassemblement National. Molto ‘macroniamo’ a perdere tutti. Figure di spicco della «macronie» come Edouard Philippe, Bruno Le Maire e Yael-Braun Pivet, alla destra dell’Eliseo, gli esponenti della ‘non-desistenza’. Nomi da ricordare.
Ieri ‘ultima ora’, la conta reale di candidati e ‘desistenti’
Tuttavia -il Manifesto prova a consolare l’antifascismo sotto tiro- col passare delle ore e l’avvicinarsi della scadenza di martedì sera, ultima data disponibile per depositare le candidature per il secondo turno, «altre personalità hanno fatto sentire la propria voce e la linea dell’Eliseo è sembrata modificarsi, favorendo la risurrezione di un ‘cordone repubblicano’ che sembrava ormai defunto». Con qualche ‘macroniano’ meno opportunista e irresponsabile finito all’Eliseo. «Né-né significa il Rn», ha scritto, lapidario, il ministro Hervé Berville su X, echeggiando le posizioni di politici di primo piano come Jacques Toubon, ex-ministro di Chirac, o Elisabeth Borne, ex-prima ministra di Macron. Insomma, ennesima figuraccia politica del presidente più isolato di tutta la quinta repubblica.
La sinistra che sceglie impone i comportamenti
Di fronte ai ritiri sistematici della sinistra (130 candidati del Nfp hanno fatto un passo indietro), la coalizione presidenziale ha annunciato 78 «desistenze», secondo quanto contabilizzato dall’Agence France-Presse. Ma l’ambiguità dei giorni scorsi ha lasciato tracce amare, e alcuni candidati hanno rifiutato di lasciare il passo alla sinistra, di fatto scegliendo di consegnarlo all’estrema destra. Ma, come consola Antonio Floridia, la partita è ancora molto aperta. Non solo non è scontata la maggioranza assoluta al Rassemblement national, ma forse i rapporti di forza nella futura Assemblea nazionale potranno risultare sorprendenti. Come? I dati e le mappe.
I numeri veri e le mappe
Su scala nazionale, il Rn ha ottenuto il 33,2% (11 milioni e 600 mila voti, tra cui gli ex-gollisti); a 5 punti e 9 milioni di voti in Fronte Popolare; il centro macroniano al 22,8% e 7 milioni e 300 mila voti; i gollisti ‘ortodossi’ il 7,2% con 2 milioni e 300 mila voti. Aggiungi un altro mezzo milione di voti etichettati come «diverse gauche» (1,6%) in genere candidati socialisti o di o France Insoumise dissidenti (e due di loro sono stati già eletti al primo turno). La somma, (28,3 + 1,6) dà il 29,9%, non molto distante dal 33 del Rn. «C’è stata l’ondata di destra, ma non si può sottovalutare, la buona contro-ondata a sinistra».
La situazione reale ballottaggi
Al momento della chiusura delle liste, ieri sera, si registrano 218 casi di desistenza, di cui 131 da parte dei candidati ‘terzi’ della sinistra a favore dei ‘secondi’ centristi, e 82 casi di desistenza del centro a favore della sinistra. Non è pareggio, ma è qualcosa. Con alcuni casi interessanti. Ad esempio un notevole successo dei candidati socialisti. Naturalmente, il voto di domenica ci dirà se il meccanismo delle desistenze è stato apprezzato e seguito dagli elettori, tra la scelta di voto per un partito non tuo, il ‘voto contro’, o il non voto.
03/07/2024
da Remocontro