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G20 ‘grandi inciampi’: Zelensky sente puzza di bruciato, avverte Biden e corteggia Trump

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Oltre cento ore di frenetici negoziati, che hanno portato a stendere, stracciare e riscrivere almeno in una dozzina di bozze il comunicato finale del G-20, non sono praticamente servite a niente. La riunione è stata un vero e proprio buco nell’acqua e la diplomazia occidentale a guida americana ne è uscita con le ossa rotte.

Stati Uniti a perdere

Gli Stati Uniti speravano di mettere Russia e Cina in un angolo, cercando di coalizzare la reazione dei ‘non allineati’, a partire dall’invasione dell’Ucraina e proseguendo con le tensioni nello Stretto di Taiwan. Il risultato è stato solo quello di aumentare le ambiguità degli atteggiamenti strategici. Non solo, ma, i delegati allo sbando sono anche riusciti a mandare su tutte le furie Zelensky. Il Presidente ucraino, cercando di moderare la sua rabbia, ha fatto capire di sentirsi preso in giro da una dichiarazione finale ‘che è riuscita a non dire niente’(https://www.remocontro.it/2023/09/09/g20-passerella-del-disaccordo-dove-pesano-di-piu-le-assenze). La stampa di Kiev, invece, è stata ancora più pesante, definendo il documento «una cosa di cui non si può essere orgogliosi».

Graffiante la CNN

«Quattro diplomatici coinvolti nelle discussioni hanno descritto un processo doloroso, che ha portato a un documento che, nonostante il sostegno pubblico della Casa Bianca ha lasciato profondamente delusi molti sostenitori dell’Ucraina». Un’amarezza che si riflette anche nelle parole pronunciate dal Presidente Zelensky, durante l’intervista concessa ieri all’Economist. Anche lui comincia a capire come gira il mondo e mette le mani avanti, per il bene del suo Paese.

Zelensky dopo Biden

«Donald Trump non sosterrà mai Putin», afferma cupo. Colpo doppio a dare un avvertimento a Biden possibile perdente e un messaggio al più probabile vincente rispetto alle elezioni per la Casa Bianca del 2024. Lui per primo riconosce di fatto che la strada delle guerra si è fatta in salita. Ma insiste con la sua parte in tragedia. «Se anche se il 60 – 70% dei russi sostiene Putin – aggiunge – Mosca perderà la guerra, perché la sua economia crollerà». Nel frattempo è l’economia occidentale che rischia grosso. Ma l’Economist che ha raccolto l’intervista-confessione non fa sconti e così sintetizza ciò che emerge dallo sfogo di Zelensky. «Il Presidente dell’Ucraina è profondamente consapevole dei rischi per il suo Paese se l’Occidente cominciasse a ritirare il suo sostegno. Ciò danneggerebbe non solo l’economia dell’Ucraina, ma anche il suo sforzo bellico. Lo dice in termini crudi. Se non sei con l’Ucraina, sei con la Russia. E viceversa. E se i partner non ci aiutano, significa che aiuteranno la Russia a vincere». Una forzatura politica segnata dalla paura, ed una paura non a caso.

Sostegno occidentale logorato

Con molti degli alleati occidentali (inclusa l’America) che terranno le loro elezioni l’anno prossimo, Zelensky sa che mantenere il loro sostegno alle dimensioni attuali sarà difficile, soprattutto in assenza di progressi significativi al fronte. Dunque, il G20 non è servito a niente, e Zelensky è stato quasi obbligato a rivolgersi all’Economist, per far sentire la voce disperata dell’Ucraina? E tutto torna alla ‘deriva’ del G20, che l’Occidente ad egemonia Usa ha ridotto, mai come in quest’occasione, a uno strumento per affermare la propria visione ‘unipolare’ dello sviluppo politico ed economico del pianeta. Ed i temi produttivi e finanziari, che avrebbero dovuto essere centrali, hanno invece fatto da cornice alla guerra in Ucraina e alle tensioni (non solo di sicurezza, ma anche commerciali) con Pechino.

Equilibrismi indiani

Partendo da queste premesse, la Presidenza indiana del G20 ha dovuto fare i salti mortali per riuscire a mettere assieme uno straccio di documento da far passare, più o meno pomposamente, come comunicato ufficiale del G20. E quando Narendra Modi, il premier del grande Paese ospitante, ha vanbtato che il comunicato che «aveva avuto il 100% dei consensi», tutti si sono guardati in faccia. Ci ha pensato la BBC a chiarire il mistero, citando un anonimo diplomatico di Delhi, su tutte le furie perché la notizia era stata bruciata (data in anticipo e maliziosamente) da fonti diplomatiche occidentali (statunitensi). Ansiose di convincere il mondo che il G20 a stelle e strisce era stato un trionfo. La verità? Tutta al contrario.

La BBC svela ‘documento allo 0%’

La BBC, che ha monitorato costantemente l’evento: «Una lettura attenta della dichiarazione di Delhi, rivela che il linguaggio usato per la guerra in Ucraina non è così forte sulla condanna della Russia, come invece lo era nel documento finale di Bali, l’anno scorso. In Indonesia, i delegati hanno ribadito di deplorare l’aggressione della Russia contro l’Ucraina. Ma aveva osservato che c’erano stati altri punti di vista e diverse valutazioni sulle sanzioni. La dichiarazione di Delhi, invece, non critica direttamente la Russia per la guerra. Ma si parla della sofferenza umana e degli impatti negativi aggiuntivi della guerra in Ucraina, per quanto riguarda la sicurezza alimentare ed energetica globale. Si rileva, inoltre, che ci sono state opinioni e valutazioni diverse sulla situazione. Quindi: il 100% di consensi, su un documento che dice tutto e il contrario di tutto, forse vale lo zero per cento».

Meno Occidente per tutti

Basta ascoltare le parole del Ministro degli Esteri indiano, Jaishankar, per capire che cosa si aspettavano da un genuino G20 i ‘non occidentali’«La promozione di una crescita forte, equilibrata e inclusiva». E il Ministro delle Finanze, Nirmala Sitharaman: «L’India è determinata a garantire che nessuno venga lasciato indietro, nella ricerca di soluzioni globali. E che i cittadini del Sud del mondo siano parte integrante del processo decisionale».

C’è da dire, inoltre, che l’incontro senz’altro più atteso avrebbe dovuto essere quello tra Joe Biden e il leader cinese Xi Jinping. Apparenti problemi contingenti India-Cina, o forse una probabile presa di distanze cinese dall’attuale amministrazione Usa data come perdente. Peggio di così per Biden non poteva andare.

12/09/2023

da Remocontro

di Piero Orteca