Il governo Meloni ce la sta mettendo tutta per passare alla storia come il più confuso e bugiardo di sempre.
Un passo avanti e due indietro, il governo Meloni ce la sta mettendo tutta per passare alla storia come il più confuso e bugiardo di sempre. Mentre fatichiamo a contare tutte le promesse tradite nella prossima Manovra finanziaria, domani sarà il turno del Mes, cioè il meccanismo di stabilità europeo che per la premier equivale ad un macigno sul Paese, o perlomeno questo strillava quando in Parlamento accusava l’allora presidente del Consiglio Conte di averlo approvato di nascosto, col favore delle tenebre.
Adesso invece l’approverà lei, e senza il fastidio di chiedere scusa a chi l’ha votata credendo al suo impegno solenne di non farlo giammai. Ma più delle balle elettorali, che ormai non fanno notizia per quante sono, è il caos normativo a far paura. Le destre che hanno difeso in ogni modo la prescrizione e il ricorso alle pene alternative alla prigione, da quando sono al potere si inventano un reato al giorno, aumentando le condanne sull’onda emotiva del momento: l’ergastolo o quasi dopo un grave incidente stradale, sei anni di cella per chi balla ai rave party, la castrazione chimica ogni volta che avviene uno stupro e adesso l’ordine di andare in galera senza passare dal via per chi cede anche pochi grammi di droga.
Una prova di machismo giuridico da far invidia all’ex di Giorgia, Giambruno. Con tanti saluti al principio della proporzionalità delle pene. Mettere sullo stesso piano chi vende un po’ di fumo e il mito dei narcotrafficanti Pablo Escobar non porta però lontano. Ai boss non cambia niente e perciò continueranno con i loro affari, mentre i piccoli spacciatori si sentiranno grandi, promossi d’ufficio nelle alte gerarchie criminali. Il risultato sarebbe solo quello di riempire ancora di più i penitenziari. E condannare a un futuro criminale dei giovani che invece andrebbero aiutati, offrendo alternative, a partire da un lavoro.
Un obiettivo non facile, ma di fronte al quale un governo cialtrone sceglie la via più semplice, che rassicura l’elettorato addomesticato dalle tv di regime, mentre in realtà si sta mettendo la polvere sotto al tappeto. Peggiorando le cose, come avviene sempre quando si affrontano i problemi con la repressione piuttosto che con la ragione.
26/10/2023
da La Notizia