08/10/2025
da Il Fatto Quotidiano
Il gruppo palestinese: "I continui bombardamenti complicano il rilascio degli ostaggi. La situazione nella Striscia è un fallimento arabo senza precedenti". Arrivati in Egitto anche l’inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff, e il genero del presidente Usa, Jared Kushner
14:30
Media: “Hamas accetta il disarmo, ma non vuole Blair al governo”
Hamas ha accettato di consegnare le armi a un’autorità egiziano-palestinese durante i negoziati indiretti che il movimento sta conducendo con Israele nella città egiziana di Sharm el-Sheikh. Lo riferisce l’agenzia Efe dal Cairo e lo riporta anche Sky News Arabia, citando una fonte palestinese, secondo cui l’organizzazione ha anche accettato di consentire a tutti i suoi leader di lasciare Gaza e ha chiesto agli Usa garanzie che non sarebbero stati perseguitati. Inoltre, afferma la fonte, Hamas “rifiuta la presenza dell’ex primo ministro britannico Tony Blair come governatore di Gaza”, ma “accetta che svolga un ruolo di supervisione a distanza”. L’organizzazione ha inoltre respinto “categoricamente” la consegna della Striscia di Gaza a un comitato di transizione internazionale, in conformità con il piano Trump. La fonte ha aggiunto che Hamas ha chiesto un cessate il fuoco nello spazio aereo israeliano sopra Gaza, per poter recuperare gli ostaggi entro una settimana.
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21:05
Netanyahu: “Giorni decisivi”
“Siamo in giorni decisivi. Continueremo ad agire per conseguire tutti gli obiettivi della guerra: il ritorno di tutti gli ostaggi, l’eliminazione del dominio di Hamas e la garanzia che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele. Rimarremo uniti, e insieme, con l’aiuto di Dio, vinceremo”. Lo dichiara in una nota il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
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21:03
Hamas: “Non ci fidiamo di Israele, vogliamo garanzie”
Hamas “non si fida dell’occupazione, nemmeno per un secondo”. Lo ha affermato il capo della delegazione negoziale di Hamas, Khalil al-Hayya, secondo quanto riportato dal media statale egiziano Al-Qahera News. “Pertanto, vogliamo garanzie concrete“, ha aggiunto al-Hayya, accusando Israele di aver violato due cessate il fuoco nella guerra a Gaza. “Nel corso della storia, l’occupazione israeliana non ha mai mantenuto le sue promesse e lo abbiamo sperimentato due volte in questa guerra”. “Siamo venuti a Sharm el-Sheikh per condurre negoziati responsabili e seri al fine di fermare la guerra contro il nostro popolo a Gaza. Portiamo con noi gli obiettivi e le aspirazioni del nostro popolo alla stabilità, alla sovranità e all’autodeterminazione”, ha specificato il capo della delegazione negoziale di Hamas.
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20:33
Media: “Israele si prepara a rilascio ostaggio all’inizio della prossima settimana”
Una fonte a conoscenza dei dettagli delle trattative in corso a Sharm ha dichiarato a Channel 12, l’emittente più importante in Israele, che le autorità “si stanno preparando al rilascio degli ostaggi all’inizio della prossima settimana. Witkoff e Kushner non si fermeranno per più di due o tre giorni e si stima che la firma avverrà entro il weekend, se non ci saranno sorprese”. “Israele chiederà di ricevere tutti gli ostaggi vivi entro un giorno, e dopo anche i morti”, ha detto la fonte. Se le parti non raggiungeranno un accordo, gli Usa potrebbero proporre un compromesso finale, con un approccio “prendere o lasciare”.
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20:32
Ufficio Netanyahu: “Ottimismo, ma molta cautela”
“Ci sono progressi nei negoziati a Sharm El-Sheikh”, ha dichiarato l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu al Times of Israel, aggiungendo che c’è “ottimismo, ma molta cautela“. “Hamas può aggiungere ostacoli in qualsiasi momento e andarsene”, ha avvertito un funzionario dell’ufficio. Il capo negoziatore del team israeliano Ron Dermer partirà domani per i colloqui, ha dichiarato il funzionario.
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18:57
Hamas chiede garanzie che Israele non torni in guerra
Un alto funzionario egiziano coinvolto nei colloqui sul cessate il fuoco in corso a Sharm el-Sheikh, in Egitto, ha affermato che Hamas ha chiesto garanzie che Israele non tornerà in guerra dopo il rilascio dei restanti 48 ostaggi che furono sequestrati nell’attacco del 7 ottobre 2023, 20 dei quali Israele ritiene siano ancora vivi. Il funzionario ha parlato in condizione di mantenere l’anonimato.
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18:48
Trump: “Faremo di tutto per far rispettare accordo Gaza dopo ok”
“Una volta che l’accordo su Gaza sarà raggiunto, faremo tutto il possibile per assicurarci che tutti rispettino l’accordo“: lo ha detto Donald Trump, nello studio Ovale col premier canadese Mark Carney.
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18:42
Hamas chiede il rilascio di Barghouti e altri prigionieri
Al Cairo sono iniziate le discussioni sulle liste dei prigionieri palestinesi da rilasciare dalle carceri israeliane in cambio di ostaggi. Secondo l’emittente egiziana Al-Kahera Al-Akhbariya, Hamas chiede il rilascio di Marwan Barghouti, Ahmad Saadat, Hassan Salameh, Abbas a-Sayed e di altri prigionieri condannati all’ergastolo. “Hamas ha confermato la sua disponibilità a consegnare tutti gli ostaggi e i detenuti vivi e morti”, riferisce l’emittente.
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18:18
Trump: “C’è reale possibilità accordo di pace”
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che esiste una “reale possibilità” di un accordo di pace a Gaza, mentre i negoziatori di Hamas e Israele hanno tenuto colloqui indiretti nel secondo anniversario dell’attacco del 7 ottobre. “C’è una reale possibilità che possiamo fare qualcosa”, ha detto Trump ai giornalisti nello Studio Ovale parlando insieme al Primo Ministro canadese Mark Carney e aggiungendo che anche i negoziatori statunitensi sono coinvolti nei colloqui.
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18:00
Raid Idf in Cisgiordania: 35 palestinesi arrestati
Le forze israeliane hanno effettuato oggi raid nelle zone intorno a Ramallah, nella Cisgiordania occupata, mentre si sentivano spari e si alzava fumo dal campo profughi di Al-Amari. Secondo il Palestinian Prisoners Club, un gruppo che rappresenta i palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, da lunedì sono state arrestate almeno 35 persone in Cisgiordania, a Gerusalemme Est e in altre località. L’esercito israeliano al momento non ha confermato gli arresti, ma ha dichiarato che erano in corso “normali attività antiterrorismo”. L’operazione ha avuto luogo mentre la regione celebrava il secondo anniversario della guerra tra Israele e Hamas.