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Gaza, “accordo vicino”. Israele pone il veto sulla scarcerazione di Barghouti e Saadat. Trump: “Potrei andare in Medio Oriente domenica”

Gaza, “accordo vicino”. Israele pone il veto sulla scarcerazione di Barghouti e Saadat. Trump: “Potrei andare in Medio Oriente domenica”

Politica estera

09/10/2025

da Il Fatto Quotidiano

Redazione

Secondo media di Tel Aviv, Hamas ha fornito le prove sul fatto che circa 20 ostaggi siano ancora in vita. Restano ancora divergenze da risolvere prima del cessate il fuoco: secondo fonti palestinesi, riguardano in particolare le liste dei detenuti da includere nello scambio con i rapiti

“Accordo possibile entro 48 ore”. Secondo quanto riferito dalla Cnn, che cita diverse fonti a conoscenza dei negoziati, l’accordo tra Hamas e Israele potrebbe essere raggiunto a breve. Notizia confermata anche dal presidente degli Stai Uniti, Donald Trump: “I colloqui stanno andando molto bene”, ha dichiarato, aggiungendo che potrebbe recarsi personalmente in Medio Oriente già “verso il fine settimana, magari domenica”. Secondo quanto emerso dai colloqui, Tel Aviv ha posto il veto sulla scarcerazione di Barghouti e Saadat. Mentre Hamas, stando a quanto hanno dichiarato a Channel 12 alcuni funzionari israeliani, ha fornito prove su circa 20 ostaggi ancora in vita. Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha annunciato che un cessate il fuoco potrebbe essere dichiarato già nelle prossime ore se Israele e Hamas raggiungessero un accordo. “Le parti hanno dimostrato grande volontà per il rilascio dei prigionieri e degli ostaggi”, afferma Fidan.

L’accordo imminente – Con l’arrivo a Sharm el Sheik dei due inviati del presidente Usa, il caponegoziatore israeliano, il premier qatarino, l’ufficialità della presenza del capo dell’intelligence turca, il negoziato per l’accordo di pace a Gaza e la liberazione di tutti gli ostaggi è entrato nella fase operativa. Il notiziario del ben informato Channel 12 riferisce che i mediatori del Qatar ritengono che si possa raggiungere un accordo entro venerdì: l’obiettivo è annunciare l’accordo questa settimana e iniziare a liberare gli ostaggi la prossima settimana. Notizia confermata da un funzionario della Casa Bianca, secondo il quale si registrano “buoni progressi nei colloqui e un accordo potrebbe essere raggiunto entro pochi giorni”. Il ministro degli Esteri turco ha dichiarato che un cessate il fuoco potrebbe essere annunciato già mercoledì sera, ma i funzionari israeliani mettono in dubbio questa tempistica.

Scambio di ostaggi – Il nodo è lo scambio degli ostaggi e dei prigionieri israeliani trattenuti nelle celle israeliane. Le parti si sono scambiate le liste. E quella di Hamas, che chiede più dei 250 ergastolani previsti, conterebbe nomi – come quelli di Barghouti e Saadat – che per Israele restano una ‘linea rossa’. Con Netanyahu che, riferiscono i media, sarebbe intenzionato a porre un vero e proprio veto. Resta anche il nodo del rilascio dei rapiti, soprattutto quelli ormai senza vita, la cui individuazione necessita di più tempo secondo quando annunciato dalla fazione palestinese. Da sciogliere anche, dopo il raggiungimento della tregua e il rilascio dei rapiti, il nodo del disarmo e del ritiro dell’Idf. Punto quest’ultimo su cui Doha ha chiesto precise garanzie.

Le divergenze – Secondo fonti palestinesi, le divergenze riguardano in particolare le liste dei detenuti da includere nello scambio con i rapiti. L’organizzazione islamista ha incluso tra gli ergastolani da rilasciare i nomi dei cosiddetti ‘big seven’: Marwan Barghouti, Ahmed Saadat, Hassan Salameh Abdullah, Ibrahim Hamed, Abdullah Barghouti, Abbas al-Sayed, Nayef Barghouti. Tutti hanno decine di pene a vita da scontare e altre centinaia di anni per reati legati al terrorismo. Il piano iniziale prevedeva il rilascio di 250 ergastolani (su 280 totali) e fino a 1.700 arrestati dopo il 7 ottobre 2023. Hamas, si è appreso, avrebbe chiesto anche la restituzione dei corpi di Yahya e Muhammed Sinwar. Gerusalemme non è intenzionato a rilasciare neanche i miliziani della Nukhba di Hamas che hanno commesso il massacro del 7 ottobre.

Cauto ottimismo – I mediatori restano comunque ottimisti e il presidente egiziano Sisi ha invitato Donald Trump al Cairo alla cerimonia della firma dell’accordo tra Israele e Hamas, nel caso in cui venisse siglato: “I colloqui a Sharm stanno procedendo positivamente. Invito il presidente statunitense a partecipare alla firma dell’accordo di cessate il fuoco qualora venisse raggiunto. Sarebbe meraviglioso averlo qui”. Nel frattempo il sito israeliano Ynet rivela che le autorità di Gerusalemme si stanno preparando anche alla possibilità dell’arrivo di Trump in caso si raggiunga l’accordo. Gli americani, dicono i media israeliani, sono determinati a non lasciare il tavolo dei negoziati fino alla firma dell’accordo.

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