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Gaza, aspettativa di vita diminuita di oltre 30 anni. E si continua a negare il genocidio

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Un nuovo sconvolgente contributo di ricerca pubblicato su The Lancet ha stimato che l’aspettativa di vita nella Striscia di Gaza è diminuita di oltre 30 anni. Si è quasi dimezzata (-46,3%) nei primi 12 mesi delle “operazioni militari.” Tra ottobre 2023 e settembre 2024, l’aspettativa di vita è scesa da una media prebellica di 75,5 anni a 40,5 anni. Tuttavia, gli autori dello studio hanno descritto il loro approccio come conservativo, sottolineando che la stima non tiene conto di fattori indiretti legati alla guerra, come l’accesso limitato all’assistenza sanitaria e la malnutrizione. Hanno evidenziato che, a causa di questi decessi indiretti, il calo reale è probabilmente ancora maggiore.

Durante un programma televisivo italiano, quando gli è stato chiesto se ci fossero “troppi morti a Gaza,” il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha risposto: “No, assolutamente no.”

In precedenza, un altro studio pubblicato su The Lancet aveva già sfatato il mito secondo cui il Ministero della Sanità palestinese avrebbe sovrastimato la mortalità a Gaza. Le prove hanno dimostrato che in realtà è esattamente l’opposto. Lo studio ha indicato che il Ministero della Sanità palestinese (MoH) ha sottostimato la mortalità di circa il 41%. Gli studiosi della London School of Hygiene & Tropical Medicine, dell’International Health System Research Group del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Cambridge nel Regno Unito, della School of Tropical Medicine and Global Health dell’Università di Nagasaki in Giappone e del Dipartimento di Medicina d’Emergenza della Yale University negli Stati Uniti hanno spiegato: “Sebbene abbiamo analizzato solo i dati fino a giugno 2024, la stima ufficiale del MoH dal 7 ottobre 2023 al 6 ottobre 2024 era di 41.909. Supponendo che il livello di sottostima del 41% sia continuato da luglio a ottobre 2024, è plausibile che la cifra reale superi ora i 70.000.”

Gli autori hanno anche aggiunto che i loro risultati probabilmente sottovalutano il pieno impatto delle operazioni militari a Gaza, poiché non tengono conto dei decessi non legati a traumi, causati dall’interruzione dell’assistenza sanitaria, dall’insicurezza alimentare e dalla mancanza di accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici adeguati. Come riportato in una lettera pubblicata nel Bmj, “le malattie infettive stanno dilagando a Gaza,” sottolineando la gravità della situazione. Il verificarsi del primo caso di poliomielite in un bambino di 10 mesi, che è rimasto parzialmente paralizzato dopo aver contratto il virus — nonostante la regione non avesse registrato un caso di polio da 25 anni — ha ulteriormente evidenziato la crisi.

I tentativi persistenti di negare il genocidio a Gaza si sono basati non solo sulla negazione dei dati sulla mortalità, ma anche sulla questione dell’intento. La domanda è se Israele, nei suoi attacchi a Gaza, abbia fatto distinzione tra membri di Hamas, civili, donne e bambini. Uno studio pubblicato su The Lancet, utilizzando più fonti di dati per stimare i decessi dovuti a lesioni traumatiche nella Striscia di Gaza tra il 7 ottobre 2023 e il 30 giugno 2024, ha rilevato che il 59,1% dei morti erano donne, bambini e anziani. Secondo gli autori, la distribuzione per età e sesso della mortalità nei conflitti violenti fornisce indicazioni sulle motivazioni dei combattenti, ma solo se considerata all’interno di un quadro probatorio più ampio. Una mancanza di discriminazione nelle uccisioni tra età e sesso sarebbe riflessa numericamente da un modello di rischio relativamente uniforme, simile a quello osservato dall’UN Inter-Agency Group for Child Mortality Estimation durante il genocidio del Ruanda del 1994. Le loro stime hanno indicato che i decessi tra donne e ragazze seguivano ampiamente questo schema.

Un rapporto di un’organizzazione con sede a Londra chiamata Airwars ha generato una conclusione simile. Si è concentrato sul modello e sull’intensità dei danni ai civili durante le prime settimane della campagna israeliana a Gaza, confrontando il livello di danno con le campagne militari documentate in oltre un decennio di lavoro in alcune delle zone di conflitto più intense e complesse del mondo. Secondo il rapporto, per quasi tutti gli indicatori selezionati, il danno ai civili nel primo mese della campagna israeliana a Gaza è senza paragoni rispetto a qualsiasi altra campagna aerea del XXI secolo. Le principali conclusioni hanno mostrato che tra il 7 e il 31 ottobre 2023, i civili uccisi a Gaza sono stati quasi quattro volte di più rispetto a qualsiasi altro singolo mese nei registri di Airwars dal 2014. In soli 25 giorni, il numero di bambini uccisi è stato sette volte superiore a qualsiasi altro picco precedente registrato da Airwars in altre zone di guerra. Le famiglie sono state uccise insieme in numeri senza precedenti e nelle loro case: oltre il 90% di donne e bambini uccisi si trovavano in edifici residenziali.

21/02/2025

da Il Fatto Quotidiano

Roberto De Vogli  Roberto De Vogli Professore Università di Padova, Visiting Professor University of London

 

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