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Gaza bersaglio ospedale, Cisgiordania preda dei coloni e governo complice

Gaza bersaglio ospedale, Cisgiordania preda dei coloni e governo complice

Politica estera Israele-Palestina

Per la seconda volta le truppe israeliane attaccano l’ospedale al Shifa a Gaza. Decine di palestinesi uccisi e arrestati, tra loro la troupe di al Jazeera. Sfollati in fuga, pazienti intrappolati nel pronto soccorso. Ma ciò che sta accadendo in Cisgiordania, la violenta espansione delle colonie ruba terre palestinesi occupate, produrrà forse di peggio. E l’Europa, sino a ieri ‘brutta addormentata’, forse si sveglia. Qualche sanzione ma senza esagerare, sia chiaro.

                                          

L’inferno di Gaza verso la Cisgiordania

L’inferno è esploso a Gaza, ma il fuoco cova sotto la cenere in Cisgiordania e rischia di divampare in modo incontrollato. La ragione è sempre la stessa: l’arroganza dei coloni israeliani, che invadono le terre legalmente assegnate ai palestinesi e ai pastori beduini. Una spavalda prepotenza, che viene esercitata usando la forza (a volte anche sparando), mentre gli agenti di polizia o i soldati dell’IDF assistono alle aggressioni, senza intervenire.

La ‘brutta addormentata’

Quasi incredibile ma questa volta ha detto ‘basta’ anche l’Europa, spesso bloccata, in passato, dal vincolo dell’unanimità. E, invece, ieri a Bruxelles i Paesi dell’Unione hanno trovato la misura delle loro dignità, decidendo di adottare sanzioni contro quegli israeliani che danno la caccia ai palestinesi. «Abbiamo approvato, all’unanimità – ha detto il Ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares – le sanzioni contro i coloni violenti che perseguitano i palestinesi in Cisgiordania». Le nuove disposizioni, accettate anche dall’Ungheria che in un primo momento si era opposta, entreranno in vigore nei prossimi giorni. Prevedono, tra le altre cose, divieto di viaggi e il congelamento dei beni.

Il ruggito dei conigli

Il giro di vite dell’Europa, arriva un paio di giorni dopo le restrizioni imposte dalla Casa Bianca. Joe Biden, infatti, ha emesso un ordine esecutivo che sanziona, per la prima volta, anche due ‘avamposti’ dello Stato ebraico nei Territori e i loro proprietari. Si tratta della ‘Fattoria di Moshe’ e di quella di ‘Zvi’, che erano già entrate nel mirino delle autorità britanniche. Tanto per capire di chi stiamo parlando, il governo di Londra ha comunicato che uno dei sanzionati «aveva usato aggressioni fisiche, minacciato famiglie con le armi e distrutto proprietà, come parte di uno sforzo mirato e calcolato per sfollare le comunità palestinesi». Come scrive Haaretz, la decisione americana rappresenta una svolta e una chiara presa di posizione sulle politiche da seguire per allentare le tensioni in tutta la regione.

La lenta svolta americana

John Kirby, portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa: «Questi individui sono stati coinvolti in ripetute violenze contro i palestinesi e in alcuni casi anche contro gli israeliani, in Cisgiordania. E, come abbiamo chiarito prima, la violenza estremista dei coloni – che è aumentata notevolmente dopo gli attacchi dal 7 ottobre – minaccia la pace, la sicurezza e la stabilità della Cisgiordania». Naturalmente, dietro l’irrigidimento della Casa Bianca ci sono ragioni più profonde. L’arrendevolezza (se non la vera e propria compiacenza) del governo Netanyahu, verso la violenza dei coloni, è il segnale al mondo.

Israele e la post democrazia

A Washington, sanno benissimo che l’architetto di una visione ‘messianica’ del Grande Israele è Bezalel Smotrich. Il Ministro delle Finanze del «Sionismo Religioso», che si sente in ‘diritto divino’ di inglobare territori come la Cisgiordania. È lui che si è fatto assegnare, da Netanyahu, la speciale supervisione alle costruzioni e, peggio, alle demolizioni delle povertà palestinesi, nei Territori occupati. Secondo Haaretz, da quando Smotrich decide, le demolizioni di case abusive costruite dai coloni si sono praticamente arrestate. Non solo. Ma si è, via via, ampliato un vasto disegno di insediamenti abitativi in aree che, per legge, dovrebbero essere ‘off-limits’.

Prima ruba lo stato che poi dona ai coloni

Ora, per giunta, c’è una notizia che stride con gli appelli alla prudenza e alla moderazione che arrivano da tutto l’Occidente: il Consiglio nazionale israeliano per la pianificazione e l’edilizia ha approvato l’avanzamento dello sviluppo di 3476 unità abitative. Dovranno sorgere negli insediamenti di tutta la Cisgiordania. Il trucco, chiarisce Haaretz, per aggirare eventuali ostacoli posti dalla legge, è quello di dichiarare le aree ‘demaniali’. Dopodiché lo Stato ne fa ciò che vuole e (pare di capire) senza troppi controlli. I governi dell’Arabia Saudita e della Germania, dopo lunghi silenzi, hanno protestato, preoccupati per la nuova una minaccia per la stabilità della regione. Italia distratta.

Obiettivo, sottomissione palestinese

Per Smotrich, invece, è la strada giusta per arrivare al suo sogno messianico del Grande Israele. L’anno scorso le case realizzate furono 12.350. Quest’anno, sanzioni permettendo, si spera di battere tutti i record. D’altronde la storia è vecchia e comincia quando, all’epoca, Smotrich era un giovane membro della Knesset.

«Già allora – scrive Haaretz – si concentrò sulla Cisgiordania e presentò la sua annessione, l’espansione degli insediamenti e l’aumento del numero dei coloni, come l’arma principale del processo di sottomissione dei palestinesi. Oggi, sconfitta e sottomissione sono la parola d’ordine in tutte le regioni».

19/03/2024

da Remocontro

Piero Orteca

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