16/09/2025
da Il Fatto Quotidiano
Il documento "Analisi legale della condotta di Israele a Gaza ai sensi della Convenzione sul genocidio" sostiene che dal 7 ottobre 2023 al 31 luglio 2025 "le autorità israeliane intendevano uccidere il maggior numero possibile di palestinesi" anche attraverso "la distruzione della loro capacità riproduttiva"
“La bambina sopravvissuta, Layan Hamada, ha chiamato la Croce Rossa riferendo che un carro armato era accanto a loro. È stata uccisa poco dopo, mentre era ancora al telefono”. Aveva 15 anni, era la cugina della bimba di 6 anni protagonista di The Voice of Hind Rajab, il film sulla tragedia che ha sconvolto il mondo dalla ribalta del Festival del Cinema di Venezia. C’è anche questa tra le centinaia di storie citate nel rapporto della Commissione internazionale indipendente delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, inclusa Gerusalemme Est e Israele, che conferma una delle più gravi accuse mai mosse contro lo Stato ebraico: le operazioni militari avviate a Gaza dal 7 ottobre 2023 configurerebbero il crimine di genocidio.
Se nei rapporti precedenti la Commissione creata il 27 maggio 2021 dal Consiglio per i Diritti Umani aveva stabilito che nella Striscia le Israel Defense Forces hanno commesso crimini contro l’umanità e di guerra, ora è andata oltre. “Dal 7 ottobre 2023 al 31 luglio 2025, 60.199 palestinesi sono stati uccisi, di cui 18.430 bambini e 9.735 donne”, si legge nel documento intitolato Analisi legale della condotta di Israele a Gaza ai sensi della Convenzione sul genocidio firmato dalla presidente Navi Pillay e dai commissari Miloon Kothari e Chris Sidoti. Secondo la Commissione, tali morti non possono essere considerate solo conseguenze collaterali del conflitto: “Le autorità israeliane intendevano uccidere il maggior numero possibile di palestinesi attraverso le operazioni militari e le strategie di guerra impiegate”. Il rapporto evidenzia che “le vittime non sono state selezionate come singoli individui, ma sono state prese di mira collettivamente in quanto palestinesi”.
Sotto la lente della Commissione non ci sono solo le uccisioni ma anche l’assedio imposto alla Striscia. Vengono citati “il blocco delle medicine, attrezzature mediche, cibo e acqua” e l’impedimento all’ingresso degli aiuti umanitari, misure adottate “con la piena consapevolezza che avrebbero condotto alla morte di civili palestinesi”. Di qui la conclusione che “le morti sono state il risultato dell’inflizione deliberata di condizioni di vita calcolate per portare alla distruzione dei palestinesi a Gaza”. Questa situazione ha causato alla popolazione danni fisici e psicologici, un livello di sofferenza collettiva senza precedenti. A maggio 2024 si contavano “77.908 palestinesi feriti”, e a luglio 2025 il numero era salito a “146.269 persone”.
Particolare risalto hanno nel rapporto le sofferenze inflitte ai minori e alle donne. “Le Idf hanno intenzionalmente preso di mira i bambini“, scrivono i commissari. La conseguenza di ciò è che tra i più piccoli le amputazioni hanno raggiunto dimensioni allarmanti: “Gaza è oggi la più grande comunità di minori amputati della storia moderna”. La situazione creata sta avendo, inoltre, pesanti conseguenze sulla salute riproduttiva dei gazawi. “Gli ospedali che fornivano servizi di ostetricia sono stati colpiti”, secondo l’Oms “a giugno 2025 oltre 60.000 donne incinte non avevano accesso a cure mediche adeguate” e in alcuni casi le gestanti “hanno subito tagli cesarei in condizioni non sterili, senza anestesia, con conseguenze fatali per madri e neonati”. Il report ricorda poi “i casi di violenze sessuali e minacce di stupro volte a intimidire le donne, generando paura di portare avanti gravidanze” e la distruzione del centro Al-Basma IVF, dove migliaia di embrioni e campioni genetici sono stati persi: “La distruzione di strutture e materiali medici essenziali per la riproduzione è parte di misure intese a prevenire le nascite all’interno del gruppo palestinese”. Di qui “la distruzione, in parte, della capacità riproduttiva dei palestinesi come gruppo”.
Elemento giuridico cardine dell’analisi è il cosiddetto dolus specialis, ovvero l’intento specifico di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale, requisito psicologico considerato un elemento fondamentale e distintivo del crimine di genocidio secondo la definizione della Convenzione per la Prevenzione e la Repressione del Delitto di Genocidio. A questo proposito la Commissione richiama varie dichiarazioni pubbliche di leader israeliani, tra cui quella del ministro della Difesa Yoav Gallant, che il 9 ottobre 2023 aveva definito i palestinesi di Gaza “animali umani”. Il rapporto afferma che “l’intento genocidario è dimostrato dalle dichiarazioni ufficiali e da un modello sistematico di condotta”. Secondo i commissari, la combinazione tra retorica disumanizzante e prassi militare consolidata soddisfa i requisiti della Convenzione. Sulla base di questo ragionamento, il rapporto non lascia margini di ambiguità: “L’actus reus (l’azione commessa, ndr) e la mens rea (il pensiero alla base di quell’azione, ndr) del genocidio ai sensi della Convenzione sono soddisfatti. Israele deve essere ritenuto responsabile come Stato”.
Il team ha basato le conclusioni sui 5 criteri previsti dalla Convenzione per valutare se si sia verificato un genocidio: uccisione di membri di un gruppo; causare gravi danni fisici o mentali ai suoi membri; imporre misure volte a impedire le nascite nel gruppo; infliggere deliberatamente condizioni volte a provocare la “distruzione fisica” del gruppo; trasferire con la forza i suoi bambini in un altro gruppo. Ai sensi della Convenzione, è possibile determinare la presenza di un genocidio anche se è soddisfatto solo uno dei 5 criteri e la commissione ha affermato che in questo caso 4 sono stati soddisfatti. Manca solo quello relativo al trasferimento forzato.
Durissimo il commento di Tel Aviv. Israele “respinge categoricamente questo report distorto e falso”, ha risposto il ministero degli Esteri israeliano. “Tre persone che fungono da rappresentanti di Hamas, note per le loro posizioni apertamente antisemite – e le cui terribili dichiarazioni sugli ebrei sono state condannate in tutto il mondo – hanno pubblicato oggi un altro ‘report’ falso su Gaza”.