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Genocidio dei Rom e Sinti, 2 agosto 1944. Ma l’Italia ancora non lo riconosce

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In altri Paesi europei esiste una giornata in memoria del genocidio nazista della minoranza etnica e linguistica. Adesso una proposta di legge in tal senso è stata presentata da Avs. Lo storico Andrea Vitello: «Lo scopo è contribuire a combattere il pregiudizio e la discriminazione di cui questa popolazione è ancora vittima»

Il 2 agosto 1944, 80 anni fa, vennero sterminati 2.897 uomini donne e bambini Rom e Sinti nei campi di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau. Quella sera venne imposto loro il divieto di lasciare le abitazioni di legno e, nonostante la rivolta, vennero condotti nelle camere a gas e i loro corpi bruciati nei forni crematori. Per questo è stata scelta la data del 2 agosto per commemorare il “Samudaripen”. Ad Auschwitz-Birkenau furono uccisi almeno 23mila Rom e sinti, mentre secondo le stime più accreditate in tutta l’epoca nazista furono circa 500mila i Rom e sinti sterminati nei lager, nei ghetti o alla cattura. In alcuni Paesi oltre l’80 % della popolazione rom e sinti venne sterminata. In Italia sotto il regime fascista di Benito Mussolini, le circolari dell’11 giugno 1940 e dell’11 settembre 1940, n. 44509 e n. 63462 permisero il rastrellamento e l’internamento nei campi di concentramento dei rom e sinti italiani e non. In Italia furono attivi tre campi di concentramento fascisti per rom e sinti: quello di Boiano e di Agnone, in provincia di Campobasso, e quello di Tossicia, in provincia di Teramo. Membri della popolazione rom e sinti furono poi catturati dall’Italia dopo l’8 settembre 1943.

Dopo la guerra, la negazione dell’Olocausto dei Rom e Sinti fu immediata così come la specificità del loro dramma. Nessun sopravvissuto fu ascoltato al processo di Norimberga, benché molte furono le testimonianze di altri sulle torture da essi patite. Nessuna conseguenza subirono due tra i loro maggiori persecutori: lo psichiatra Robert Ritter e la sua assistente Eva Justin, che avevano teorizzato le fondamenta pseudoscientifiche della loro persecuzione. Nel 1980, il Parlamento della Germania Occidentale riconobbe ufficialmente che la persecuzione dei Rom ad opera dei nazisti era stata motivata dal pregiudizio razziale, aprendo così la possibilità, per la maggior parte dei rom e sinti, di fare domanda di risarcimento per le sofferenze e le perdite subite sotto il regime nazista. Nel 2012 in Germania la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente Joachim Gauck hanno inaugurato a Berlino il monumento dedicato ai 500mila Rom e Sinti uccisi dal nazifascismo nei giardini del Tiergarten, non lontano dal monumento dedicato alle vittime della Shoah del 2005.

Il Parlamento europeo lo aveva già riconosciuto nel 2015, invitando tutti i Paesi membri dell’Unione europea a fare altrettanto. Visto l’importante anniversario e il fatto che l’Italia non ha ancora riconosciuto a distanza di 80 anni tale genocidio, è nata una proposta di legge di cui il promotore e primo firmatario è l’onorevole Devis Dori (Avs), ma che sarà firmata da tutto il gruppo parlamentare Avs. La proposta di legge nasce anche su spinta dello storico Andrea Vitello che ne ha curato la motivazione storica. Il 29 luglio presso la sala stampa della Camera dei deputati, si è svolta la conferenza stampa, per presentare la proposta di legge in oggetto, alla quale hanno partecipato: Devis Dori, Avs, primo firmatario e promotore proposta di legge; Luana Zanella capogruppo Avs; Andrea Vitello storico, scrittore – membro esecutivo nazionale Gev, con diploma di perfezionamento allo Yad Vashem sulla Shoah, autore di vari libri e collabora con varie testate; Moni Ovadia attore, regista e scrittore; Carla Osella presidente nazionale A.i.z.o. rom sinti direttore responsabile della rivista Rom e sinti oggi, scrittrice di oltre 50 pubblicazioni, nominata presso il Parlamento di Belgrado World Roma Organization commissario internazionale del Porrajmos; Santino Spinelli (musicista, docente universitario, scrittore, qui un suo testo per Left). Gennaro Spinelli presidente nazionale Ucri.

Camera dei deputati, conferenza stampa della presentazione della proposta di legge, 29 luglio 2024. Da sinistra Santino Spinelli, Andrea Vitello, Devis Dori, Luana Zanella, Gennaro Spinelli, Carla Osella.

La proposta di legge prevede che in occasione della Giornata nazionale tutti gli enti nazionali e locali e le scuole promuovano cerimonie, convegni e altre attività volte a ricordare il genocidio dei rom e dei sinti. Moni Ovadia, in un videomessaggio, ha detto: «Sono trascorsi ottant’anni dal genocidio di rom e sinti e ancora non si è provveduto a riconoscere il loro martirio». La deputata Luana Zanella ha dichiarato: «Abbiamo bisogno di costruire una società a misura delle differenze, che non voglia omologare, ma rispettarle e includerle e questo si può fare attraverso la conoscenza dell’altro, recependola come importante per se stessi».
E a proposito della proposta di legge, lo storico Andrea Vitello, ha sottolineato: «Lo scopo non è solo quello di garantire alla comunità rom e sinti il diritto alla memoria, inviolabile e sacro per ogni uomo, popolo e nazione, nel patrimonio civile e culturale dell’Italia, ma contribuire a combattere il pregiudizio e la discriminazione di cui questa popolazione è ancora vittima. Visto anche l’anniversario, l’approvazione di questa legge aiuterebbe anche la riscoperta di questo genocidio nelle scuole e nell’opinione pubblica al fine di mantenere viva la sua memoria storica. Ad oggi in Italia secondo il Consiglio d’Europa vivono circa 110mila o 170mila persone rom e sinti, di cui circa 70mila con cittadinanza italiana, quindi circa lo 0,25% della popolazione, una tra le percentuali più basse in Europa».

Andrea Vitello ha poi parlato dei ritardi e delle lacune del nostro Paese: «L’Italia non ha ancora riconosciuto a questa popolazione lo status giuridico di minoranza linguistica, cosa che ha riconosciuto con la legge n. 482 del 15 dicembre 1999 recante “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche” a 12 minoranze linguistiche: albanese, catalana, germanica, greca, slovena, croata, francese, franco-provenzale, friulana, ladina, occitana e sarda. Il mancato riconoscimento di questo status rappresenta una discriminazione che soltanto una successiva legge potrà aggiustare. Inoltre nel maggio 2024 il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa, all’unanimità ha preso la decisione secondo cui l’Italia ha gravemente e sistematicamente violato la Carta sociale europea riguardo alla situazione abitativa dei rom, e quindi deve promuovere un cambiamento nelle politiche discriminatorie italiane in materia di alloggio. Tale decisione è arrivata a seguito di una denuncia presentata da Amnesty International il 18 marzo 2019, e attualmente non vi sono stati miglioramenti considerevoli. Per questo l’approvazione di questa legge dovrà rappresentare il primo nuovo passo per contrastare la discriminazione contro i rom e sinti in Italia».

Nella foto: Asperg, 22 aprile 1940: gruppo di Rom e sinti rastrellato per essere deportato

06/08/2024

da Left

Redazione

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