07/11/2025
da Il Fatto Quotidiano
La risposta è no, anche se è indubbio che rappresenti il giorno preferito della settimana per cercare così di avere un maggior impatto e quindi acquisire peso negoziale
Davvero gli scioperi vengono sempre proclamati di venerdì? E se sì, perché? Insomma, esiste la corsa al “weekend lungo”, evocata da Giorgia Meloni e Matteo Salvini? Oppure la scelta affonda le sue radici nella ricerca di un maggior impatto e visibilità più estesa da parte dell’opinione pubblica? L’ultima proclamazione della Cgil, che scenderà in piazza il 12 dicembre contro la legge di Bilancio, ha provocato un’altra levata di scudi da parte del governo. La presidente del Consiglio ha subito scritto su X, ironizzando: “In che giorno cadrà?”. E anche il suo vice, Matteo Salvini, ha polemizzato. In effetti, il giorno scelto dalla Cgil è proprio il venerdì. Era già accaduto, recentemente, in occasione dello sciopero generale per Gaza. E l’annuncio è arrivato proprio nel giorno di un altro sciopero, proclamato da diverse sigle, del trasporto pubblico locale e ferroviario.
Nel trasporto si lavora anche sabato e domenica
Innanzitutto è bene ricordare un aspetto: chi sceglie di scioperare perde il salario della giornata. Tradotto: non si protesta né manifesta intascando lo stipendio. C’è poi una prima considerazione da fare: chi lavora nel trasporto pubblico è chiamato a prestare servizio anche sabato e domenica, in maniera regolare: l’ipotesi “week end lungo” tende quindi a perdere di forza. Inoltre in questo settore, così come negli altri disciplinati del pubblico servizio, la legge sugli scioperi impone di assicurare un livello minimo di prestazioni: non tutti quindi possono scioperare ed esistono delle fasce di garanzia per bilanciare il diritto allo spostamento degli utenti. Il discorso evocato dal governo non regge anche per molti insegnanti, poiché le scuole – almeno le medie inferiori e superiori – sono aperte anche il sabato. Ma soprattutto, al di là dei discorsi politici, si sciopera davvero sempre di venerdì?
Si sciopera sempre di venerdì? No
La risposta è no, anche se è indubbio che rappresenti il giorno preferito della settimana da parte delle sigle. Basta scorrere il calendario degli scioperi disponibile sul sito della Commissione di garanzia: è una tendenza, una scelta maggioritaria ma non si tratta assolutamente di un’esclusiva: circa un terzo del totale e la stessa percentuale si riflette anche per i soli di rilevanza nazionale. Diverse analisi recenti di questi dati – sia da parte di SkyTg24 che di Pagella Politica – hanno confermato quanto appare evidente già a un primo colpo d’occhio, sottolineando anche come il numero assoluto degli scioperi e la percentuale di quelli proclamati di venerdì sia diminuito negli ultimi anni. Nel 2023, per dire, solo il 41% degli scioperi nazionali era stato indetto in questo giorno della settimana.
Perché spesso si sceglie questo giorno?
La scelta, tra l’altro, ha una spiegazione “politica”: organizzare uno sciopero di venerdì, soprattutto nel settore dei trasporti, significa aumentare l’impatto della protesta sia sotto il profilo sociale che mediatico. I disagi infatti hanno una maggiore visibilità ed effetto, trattandosi di un giorno in cui gli spostamenti sono più frequenti. In questo modo le sigle sperano dunque di raggiungere un maggior peso negoziale per ottenere un risultato alle loro rivendicazioni. Il dibattito torna spesso in questo periodo dell’anno, poiché si va incontro al varo della legge di Bilancio, con la quale il governo sceglie dove investire le risorse pubbliche a disposizione. A ciò bisogna aggiungere che sono aperte in questo momento numerose trattative legate al rinnovo dei contratti nazionali, un tipico momento di frizione tra rappresentanti dei lavoratori e associazioni datoriali.

