24/09/2025
da La Notizia
Il comunicato diffuso il 23 settembre dalla Global Sumud Flotilla risponde all’ennesimo tentativo di Israele di piegare il diritto internazionale ai propri interessi.
La richiesta di “attraccare e trasferire” gli aiuti umanitari al porto di Ashkelon non è una misura logistica, ma parte integrante del blocco illegale. Amnesty e Human Rights Watch hanno condannato pratiche simili come violazioni del diritto umanitario e strumenti per ritardare e negare l’assistenza. Parlare di “sicurezza” è un pretesto per esercitare controllo e trasformare soccorsi civili in merce di scambio. Etichettare la flotta come minaccia significa legittimare l’uso della forza contro chi porta aiuti.
Mentre Israele fabbrica cavilli, Gaza continua a contare i morti. Nella notte almeno 37 persone sono state uccise nei raid, altre 17 all’alba, e dodici strutture dell’Unrwa sono state colpite a Gaza City. Gli ospedali senza carburante parlano di “morte certa”. Numeri che non sono statistiche ma volti cancellati: bambini, donne, uomini privati di acqua, cure, cibo. E mentre a Roma si tace, a Madrid il premier Sanchez chiede all’Onu misure immediate per proteggere i civili palestinesi, dimostrando che la responsabilità politica non è un optional.
In Italia la voce resta quella delle piazze: 20mila a Padova, migliaia ad Ancona, Milano, Bergamo. Una società civile che ricorda al governo che il silenzio è complicità. La flottiglia naviga, e a terra una rete di mani tiene la rotta. La ciurma di terra protegge. Ricordarselo sempre. Gli occhi sono su Gaza.