Non soltanto l’Europa, Netanyahu spacca le destre italiane. La decisione della Corte sull'arresto di Netanyahu divide in due l'occidente. Bagarre pure in Italia dove la maggioranza si spacca in due.
Dopo tredici mesi di conflitto e oltre 44mila vittime palestinesi, non sorprende la decisione della Corte penale internazionale dell’Aia (Cpi) di emettere un mandato di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant. Del resto il provvedimento, com’è giusto che sia, riguarda anche il leader di Hamas, Mohammed Deif, ritenuto il responsabile del tragico attentato del 7 ottobre 2023 che ha dato inizio al conflitto e che sarebbe stato ucciso durante un bombardamento dell’esercito israeliano lo scorso luglio.
Eppure, in queste ore, la decisione dei giudici sta scatenando reazioni contrastanti. Da una parte, l’amministrazione Netanyahu ha definito il provvedimento “una decisione folle”, sostenendo che il tribunale sia influenzato da sentimenti antisemiti. Anche gli Stati Uniti di Joe Biden si sono schierati con Israele, descrivendo la sentenza come “vergognosa”. A sorpresa, la Russia di Vladimir Putin, che non aderisce alla Cpi, ha criticato il provvedimento, probabilmente nel tentativo di delegittimare la Corte che, in passato, aveva richiesto l’arresto dello stesso leader russo. Anche il primo ministro ungherese Viktor Orban, sostenendo che è necessario “sfidare questa vergognosa decisione”, ha annunciato che inviterà Netanyahu a Budapest come gesto simbolico contro la sentenza.
La decisione della Corte sull’arresto di Netanyahu divide in due l’occidente. Bagarre pure in Italia dove la maggioranza si spacca in due
Come spesso accade, l’Unione Europea è l’entità che più di tutte subisce divisioni politiche insormontabili. Slovenia, Cipro e Irlanda – tra i tanti – hanno subito confermato che rispetteranno i mandati di arresto emessi dalla Cpi, mentre altre nazioni stanno tentennando, trincerandosi dietro un imbarazzante silenzio. Un caso particolarmente emblematico è quello della Germania, dove il governo di Olaf Scholz sembra adottare un approccio a dir poco “cauto”. Infatti il ministro degli Esteri, Annalena Baerbock, ha dichiarato che l’amministrazione tedesca sta “esaminando” la sentenza per capire “esattamente cosa significhino i mandati di arresto sul piano della loro esecuzione in Germania”.
Ma fa rumore anche il totale silenzio della Francia di Emmanuel Macron, specie alla luce del fatto che più volte l’inquilino dell’Eliseo aveva battibeccato con Netanyahu per le troppe vittime palestinesi
Anche l’Italia appare divisa. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha dichiarato che, pur considerando la sentenza “sbagliata” perché equipara i vertici israeliani al capo di Hamas, l’Italia rispetterà gli obblighi derivanti dal diritto internazionale. Tuttavia, questa posizione non sembra condivisa all’interno della maggioranza. Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha affermato di voler valutare la situazione “insieme ai nostri alleati”, mentre il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha definito il mandato “una decisione politica” e ha dichiarato che Netanyahu sarebbe “benvenuto” in Italia.
“Ritengo che Israele vada difesa e abbia diritto di difendersi. Son convinto che Meloni troverà una sintesi” e “non mi dà fastidio nulla, sono ottimista per natura”, ha concluso Salvini rispondendo a chi gli chiedeva se non fosse infastidito dalle ultime dichiarazioni di Tajani.
“Approfondirò in questi giorni le motivazioni che hanno portato alla sentenza della Corte Penale Internazionale. Motivazioni che dovrebbero essere sempre oggettive e non di natura politica. La Presidenza italiana del G7 intende porre il tema all’ordine del giorno della prossima Ministeriale Esteri che si terrà a Fiuggi dal 25 al 26 novembre. Un punto resta fermo per questo governo: non ci può essere una equivalenza tra le responsabilità dello Stato di Israele e l’organizzazione terroristica Hamas”, ha dichiarato da parte sua la premier Giorgia Meloni.
Queste posizioni contrastanti hanno suscitato forti critiche nelle opposizioni. “Ci sono tre ministri dello stesso Governo che dicono tre cose diverse. E ce n’è uno in particolare, ossia Matteo Salvini, che dice cose fuori dal mondo. ‘Netanyahu è benvenuto in Italia, la scelta della Corte Penale Internazionale è politica’, ha dichiarato. E fa davvero tenerezza che a dirlo sia lui. Lui che, sull’uccisione di Navalny, disse di aspettare che a fare chiarezza fossero i giudici russi, celebri per la loro indipendenza. Ricapitolando: Salvini disprezza i giudici italiani, non si fida di quelli europei, ritiene dei filo-terroristi quelli internazionali ma nutre fiducia per quelli russi”. Così il deputato democratico Marco Furfaro.
23/11/2024
da La Notizia