Contro i «fascisti del terzo millennio». La kermesse replica al «raduno privato». L’iniziativa è stata organizzata da Anpi e 21 sigle con l’adesione di tanti sindaci
Casapound ha organizzato a Grosseto il suo raduno. L’Anpi, insieme alle forze politiche, sindacali e associative democratiche, ieri ha tenuto al Parco Ombrone la kermesse «Mai più fascismi – Agitiamoci».
Arrivano alla spicciolata dal primo pomeriggio con il sole, a dispetto delle previsioni che promettevano mal tempo. È la Maremma assolata, assetata, una terra rossa ricca di ferro. Sono giovani e meno giovani, larghi sorrisi e pacche sulle spalle. «Ce l’abbiamo fatta in pochissimo tempo» dice Carlotta Sorrentino, che ha coordinato il «concerto antifascista», iniziativa unica per Grosseto, organizzata in pieno agosto. Hanno sudato gli operai che allestivano il palco, il servizio d’ordine sindacale che ha garantito la sicurezza del concerto, smentendo gli allarmismi della vigilia. Una lettera anonima minacciosa ha attivato un cattivo circuito comunicativo. Lentamente la piazza si riempie di centinaia di persone e di compagni, oltre le previsioni, e punta al migliaio di presenze. I gruppi musicali cominciano a riscaldare l’atmosfera.
È il folk impegnato di Dario Canal e Wolfgang Scheibe a dar fuoco alle polveri con l’ironia di «Adotta un fascista» altrimenti è solo e disperato, per passare alla bella canzone partigiana di Calvino. Seguono Orkestra Maldestra, Luca della Casa del Vento, Enrico Capuano, Mokabird, Train de Vie e Serena Matù. Tutti a titolo gratuito. Compaiono le bandiere e gli striscioni delle organizzazioni promotrici del contenitore unitario Alleanza Antifascista: sono 22, hanno contribuito con l’impegno volontario e con i soldi versati secondo le possibilità di ciascuno (Anpi, Arci, Cgil, Cobas, Comitato No autonomia, Coordinamento per la Democrazia costituzionale, Grosseto Città Aperta, Iv, Legambiente, Libera, 5 Stelle, Pci, Pd, Prc, Psdi, Psi, Wch, Sce, Si, Uil).
I «fascisti del terzo millennio», intanto, hanno organizzato il loro piccolo raduno nel residence di proprietà di uno di loro, in periferia. Gli organizzatori dell’Alleanza ci tengono a dire che l’iniziativa va oltre la risposta di massa al raduno di un «gruppo di terz’ordine», duecento persone da tutta Europa. Chiedono lo scioglimento di Casapound e dei gruppi neofascisti.
Loro restano blindati in un ridotto «privato», dove non ammettono estranei, manco i giornalisti, che per finta invitano e talvolta malmenano (come accaduto a Torino). Il concerto antifascista è una festa aperta a tutti, cittadine e cittadini democratici. A chi fomenta l’odio e la violenza il concerto contrappone l’immagine pubblica della festa. Il contrasto è tra chi sta rintanato e chi ama l’aria aperta della libertà. La parola che circola di più nei pannelli e tra gli organizzatori è «unità antifascista», una parola d’ordine faticosa da realizzare ma gioiosa nei volti di chi l’ha voluta e di chi partecipa del risultato.
Interessante anche la presenza istituzionale: all’appello della Alleanza antifascista hanno aderito molti sindaci, la metà dei comuni della provincia. Brillano per l’assenza tutti i sindaci di destra, compresi i «falsi civici», soprattutto il sindaco di Grosseto, che ha dichiarato al Corriere fiorentino: «Del dibattito tra Casapound e Anpi non me ne frega niente», comunicando nel linguaggio del «me ne frego» la cultura di appartenenza di chi ha voluto intitolare una via cittadina ad Almirante.
Anche il presidente della Regione ha chiesto che il raduno di Casapound non si tenesse e in piazza sono presenti altri esponenti della regione. Ma è ancora troppo poco, serve una risposta nazionale.
07/09/2024
da Il Manifesto