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Guerra, la legge marziale, gli uomini-soldato arruolati o traditori

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L’attualità umana che accompagna le sempre più stanche e perdenti cronache di controffensiva. Tangenti per evitare il fronte, licenziati i responsabili della leva. Con il presidente Zelensky che ha equiparato la corruzione al tradimento e ha affermato che i posti di lavoro dovrebbero essere assegnati ai veterani di guerra, compresi quelli con ferite.
Ma ‘OBC Transeuropa’, lo storico ‘Osservatorio Balcani e Caucaso’, aveva anticipato il problema dei limiti alle libertà anche personali imposti dalla guerra e dalla legge marziale. Problemi simili anche in Russia, segnala Limes.

Mobilitazione e furberie di guerra

L’Indagine del servizio di sicurezza ucraino Sbu, per non dover parlare di come sta andando la guerra. Questo in Ucraina, ma vale anche per la Russia. Renitenti bipartisan alla guerra «voluta dai grandi oligarchi». In una cantina di Tbilisi, in Georgia, in fuga nei boschi per la Moldavia… «Così disertano decine di migliaia di russi e ucraini», racconta Rai 3 il 7 agosto. «In un seminterrato alla periferia di Tbilisi, in Georgia, ci sono una quindicina di ragazzi che parlano di politica. Hanno tra i diciotto e i trent’anni, vengono dalla Russia e sono tutti renitenti alla leva.  La località esatta in cui si trovano deve restare segreta, perché molti di loro sono nelle blacklist dell’Fsb, i servizi di sicurezza del Cremlino, e dal 24 febbraio 2022 i paesi dell’Asia centrale rigurgitano di spie e delatori».

Anche il disertore ucraino

Ivan non è russo, ma ucraino: oggi vive in Italia, ha quarant’anni e viene da Kharkiv, dove un anno e mezzo fa hanno iniziato a piovere le bombe. «Oggi chi finisce a combattere al fronte sono soprattutto i più disgraziati, quelli che non hanno i soldi per andarsene – dice – o buoni agganci per farsi dispensare dal servizio militare. Ecco, io non credo che da questo scannamento tra pezzenti potrà mai nascere qualcosa di buono, né per noi né per il popolo russo, con il quale peraltro siamo sempre stati affratellati». E molto prima della denuncia di Zelernsky spiega: «duemilacinquecento dollari per corrompere le guardie di frontiera al confine con la Moldavia».

Ucraina aggredita e legge marziale

In risposta all’invasione russa il presidente ucraino Zelensky aveva immediatamente dichiarato la legge marziale e una mobilitazione generale. La sera stessa del 24 febbraio, l’annuncio che gli uomini tra i 18 e i 60 anni non potevano più lasciare il paese. Un anno e mezzo dopo, mentre la guerra continua senza sosta (e senza gli sperati successi della controffensiva), il divieto di espatrio per gli uomini adulti resta in vigore con poche eccezioni per i genitori di tre o più bambini, gli invalidi e poche altre categorie. Di fatto, milioni di uomini ucraini non possono lasciare il paese anche se la maggior parte di loro non è arruolata nell’esercito, non è coinvolta in alcun addestramento militare, ed è composta da civili senza alcun obbligo nei confronti della guerra in corso.

Le famiglie tra guerra o separazioni

«Fin dall’inizio, questo divieto ha imposto decisioni insostenibili a famiglie che hanno dovuto scegliere se rimanere unite in una zona di guerra o separarsi aumentando la vulnerabilità di tutte le persone coinvolte: uomini, donne e bambini», l’osservazione critica di Giorgio Comai. Retroscena sino a ieri poco detto ma noto, questa misura ha favorito la corruzione, ha creato un mercato nero per l’attraversamento dei confini: migranti clandestini in direzione opposta.

Il patriottismo a voce unica

La scelta di mobilitazione forzata aveva ricevuto qualche critica, silenziata di fatto dal riconoscimento che l’Ucraina sta combattendo una guerra difensiva ed esistenziale. A livello internazionale, il tacito supporto al divieto di espatrio maschile, ribadisce come questa guerra sarà combattuta da cittadini ucraini, senza il coinvolgimento diretto (e sicuramente non esplicito) di eserciti stranieri (salvo frazioni specialistiche molto occultate). Considerazione politicamente ancora più rilevante da parte di OBC«il fatto che questa politica identifica gli uomini come dei combattenti e difensori della patria e le donne come vittime bisognose di protezione».

Maschio non fa soldato

Visione stereotipata visto che gli ‘uomini civili’ (non addestrati o non addestrabili) sono eccezionalmente vulnerabili nelle zone di guerra. Inoltre, come è emerso anche in Ucraina, le donne possono assumere ruoli attivi nell’esercito. Circa 50.000 donne sono attualmente in servizio nell’esercito ucraino di cui 5.000 in ruoli di combattimento in prima linea. Olya Oliker su ‘Foreign Affairs’, «per costruire un esercito veramente moderno, l’Ucraina ha bisogno non solo delle armi più innovative ma anche di approcci all’avanguardia per reclutare e mantenere il miglior personale».

Il diritto di rifiuto e il tradimento

«Il diritto degli uomini civili di fuggire dalla guerra». Per la legge marziale nel Paese in guerra, dei disertori. Per l’Human Security Lab dell’Università del Massachusetts Amherst, un diritto da proteggere. E nonostante un ampio sostegno patriottico, il report denuncia come il divieto di espatrio «abbia benefici strategici poco chiari ma diversi svantaggi», tra cui un impatto negativo sul morale della popolazione. Lo studio raccomanda che gli alleati dell’Ucraina «incoraggino Zelensky ad allentare il divieto di espatrio per i civili maschi». Ma non sembra essere questa la strada, con arresti per corruzione e tradimento ed una controffensiva militare che non va come si sperava.

Problemi simili in Russia

La Duma, il parlamento della Federazione Russa ha approvato un disegno di legge per innalzare l’età massima per il servizio di leva da 27 ai 30 anni. Inoltre, l’età minima per la coscrizione non verrà innalzata a 21 anni come caldeggiato nei mesi scorsi dallo stesso presidente Putin, ma resterà fissa a 18. La misura sembra diretta ad allargare il bacino degli uomini che possono essere chiamati a prestare servizio militare. Nel frattempo, l’inquilino del Cremlino -segnala Limes-, ha modificato i criteri della riserva militare.

Il limite di età massimo entro il quale i riservisti potranno essere richiamati nelle Forze armate in stato di guerra passa da 60 a 65 per gli alti ufficiali, da 55 a 60 per gli ufficiali, da 45 a 55 per i sottufficiali. Segno questo che la guerra d’Ucraina è assai dispendiosa in termini di perdite umane anche tra il personale militare più qualificato. 

13/08/2023

da Remocontro

di Ennio Remondino