Israele che rompe con l’alleato americano di sempre, e governo al centro di una profonda crisi politica figlia dell’estremismo ideologico dei partiti nazional-religiosi, che formano l’ala destra della coalizione.
Quella destra ultraortodossa che incita alla battaglia, quasi una ’guerra santa’, mentre vuol far diventare legge il privilegio dei religiosi professanti, gli Haredim, di non fare il servizio militare.
Oltre l’astensione Usa al Consiglio di Sicurezza Onu, con il Ministro della Difesa Yoav Gallant che è rimasto a Washington a discutere di futuro. Anche oltre Netanyahu.
Israele laica o ‘teocrazia ebraica’?
Israele che rompe con l’alleato americano di sempre, in piena crisi politica interna figlia dell’estremismo ideologico trasmesso dai partiti nazional-religiosi, di quella ‘teocrazia ebraica’ che sta trascinando il Paese verso l’abisso. Adesso i nodi, però, vengono al pettine, tutti in una volta. Perché, da un lato la destra ultraortodossa incita alla battaglia, quasi a una ‘guerra santa’, mentre, dall’altro, difende il privilegio di tutti i religiosi professanti, gli Haredim, di rifiutare il servizio militare. Questo mentre il Paese è stato costretto, in alcune fasi, a richiamare fino a 360 mila riservisti nell’esercito. Un’operazione che ha sconvolto tutto il tessuto sociale e soprattutto economico di Israele. Insomma, si ha bisogno di tutti, anche di chiamare sotto le armi gli ultra-ortodossi. Una cosa per la quale Gallant si batte da tempo, entrando in rotta di collisione con i partiti sionisti-religiosi. In mezzo c’è Netanyahu, che cerca di restare a galla.
Situazione interna esplosiva
È una situazione politicamente esplosiva, che si è aggravata quasi silenziosamente (all’estero non se ne parla) mentre l’attuale governo sta cercando di far passare una ‘legge speciale’ proprio per gli Haredim, che gli consentirà di evitare sempre e comunque il servizio militare. Ma attenzione, dicono tutti i commentatori, perché si tratta di un vero e proprio nervo scoperto, l’ultima forzatura su cui Netanyahu rischia di cadere. Intanto, l’Alta corte dovrebbe invalidare la norma se fosse approvata alla Knesset, per palese discriminazione tra i cittadini. Israele è ancora una democrazia laica e liberale, non una teocrazia sul modello iraniano.
Ultra ortodossi e ultra privilegiati
Quasi tutto il Paese è sostanzialmente contro il trattamento privilegiato offerto alla galassia delle comunità ultra-ortodosse. Recentemente, Haaretz ha pubblicato un report al veleno elencando tutta una serie di benefit, giudicati inammissibili. “Rispetto a una famiglia ultraortodossa – ha scritto – una famiglia normale paga tasse nove volte più alte. Inoltre, i religiosi hanno sovvenzioni maggiorate del 52% e le loro scuole ricevono una media di 15 mila shekel (4.200 dollari) per studente. Nella stessa situazione, agli allievi arabo-israeliani viene assegnato un po’ più della metà, circa 8 mila shekel.
Sovranismo messianico militesente
Tuttavia, con la guerra di Gaza in corso, il problema più importante resta quello del reclutamento di soldati per alimentare l’enorme sforzo bellico del Paese. Finora, le esenzioni riguardavano principalmente gli studenti delle scuole rabbiniche. Ma ora, la legge che si vorrebbe approvare, diventa un ombrello che copre tutta le comunità ultra-ortodosse. Tra le altre cose, per dare un’idea del clima che si è creato, i partiti estremisti hanno presentato un’altra proposta di legge, che vorrebbe equiparare «lo studio della torah al servizio militare vero e proprio». Perché, è scritto, la patria si serve anche pregando.
Crisi morale irreversibile
In una situazione talmente degenerata, gli americani hanno capito che lo spazio di manovra politico di Netanyahu va via via riducendosi. Ostaggio, in un certo senso, delle formazioni estremistiche di Ben-Gvir e di Smotrich, il premier israeliano non può più essere l’uomo giusto per tirare fuori il Paese dalla crisi. Per questo, a Washington, ora corteggiano Yoav Gallant, Benny Gantz e, in una certa misura, anche Gadi Eusenkot.
‘Delirante, folle e terrificante’
Le distanze tra Netanyahu e Biden si allargano. E ieri sul quotidiano in lingua ebraica Ma’ariv, in genere molto misurato, Ben Caspit, parlando dell’approccio di Netanyahu ai problemi del Paese, ha usato parole pesanti, definendolo «delirante, folle e terrificante nello stesso tempo». E ha aggiunto:
«Quest’uomo ci sta mettendo tutti a rischio. Sta mettendo a rischio il nostro futuro, quello dei nostri figli e, soprattutto, l’alleanza strategica con gli Stati Uniti, che è la pietra angolare della nostra sicurezza nazionale».
La colonia israeliana alla Tomba di Rachele e il muro che la separa da Betlemme, in Cisgiordania
Israele liberale ma non democratico
«Israele è liberale ma non democratico: è lo Stato degli ebrei del mondo, ma non dei suoi cittadini arabi. Due popoli-due Stati? Quella soluzione non esiste più». Parla Shlomo Sand, professore emerito all’Università di Tel Aviv, è uno dei più reputati storici israeliani, e riferisce Roberto Della Seta sul Manifesto.
«Per mezzo secolo, da quando tornai a casa dopo avere combattuto nella guerra del 1967, ho creduto nella soluzione dei ‘due popoli due Stati’, oggi quella prospettiva semplicemente non esiste più».
Hamas
«L’idea di ‘farla finita’ con Hamas è un’idea sciocca, come si è dimostrata una sciocchezza l’idea degli americani e prima dei russi di farla finita con i talebani. In futuro sarà inevitabile trovare qualche forma di compromesso con Hamas, a meno che quando si dice di volere ‘liquidare’ Hamas non si pensi di eliminare buona parte della popolazione di Gaza».
Israele è ancora uno Stato democratico?
«No, non lo è. Non lo è nei territori occupati e non lo è neanche dentro le sue frontiere legittime. È uno Stato liberale. Il fatto che io possa insegnare liberamente dimostra che siamo uno Stato liberale. Ma uno Stato democratico è un’altra cosa: è uno Stato che appartiene a tutti i suoi cittadini».
«Israele dichiara di appartenere a tutti gli ebrei del mondo e molto meno agli arabi suoi cittadini. Ecco: uno Stato così non è democratico. Io mi batto per l’uguaglianza tra tutti i cittadini israeliani. E so che gli ebrei israeliani potranno continuare a vivere in Medio Oriente solo insieme ai palestinesi».
27/03/2024
da Remocontro