La guerra tra Ucraina e Russia nel suo prossimo epilogo potrebbe rivelarsi la pietra tombale sul sogno (un incubo per altri) dell’Unione Europea, i cui errori ormai non si contano più.
Prima dell’inizio del conflitto si sarebbe potuto evitare l’accerchiamento della Nato nei confronti della Russia ma non è stato fatto. A guerra iniziata si sarebbe potuto lavorare per una pace veloce che avrebbe risparmiato circa centomila vite umane, per non parlare degli enormi danni ambientali (penso per esempio al Nord Stream) e l’incredibile spreco di denaro che si sarebbe potuto impiegare per iniziative più utili al benessere generale.
Invece l’Ue, sulla scia di una Nato eteroguidata dagli Usa e dal suo interesse di disgregarla in quanto capace di essere un temibile concorrente commerciale, ha contribuito a prolungare una guerra che ha avuto il solo esito di rendere sempre più fragili le economie dei singoli paesi membri e in particolare di quei paesi che, come Italia e Germania, dipendevano dal gas russo.
Per giustificare questa guerra i leader politici, con schiere di giornalisti a sostegno, hanno raccontato che era necessaria per difendere le nostre democrazie da un nemico ormai alla nostra porta ma che, nel giro di pochi mesi, le nostre tremende sanzioni commerciali avrebbero portato al collasso la già debole economia russa. Peccato che sia accaduto proprio il contrario.
La Russia, ben sostenuta dai paesi Brics, ha retto senza troppi problemi lo sforzo bellico mentre una gran parte dei paesi europei che l’hanno sostenuto, senza se e senza ma, hanno visto aumentare le proprie difficoltà economiche che, in forma di tagli al welfare, sono state scaricate, come sempre, sui ceti più deboli della società generando un generale spostamento a destra dell’elettorato. Uno spostamento che, oltre l’Italia, ha coinvolto anche Francia e Germania, cioè tre tra i maggiori sostenitori del sogno di un’Europa unita ma anche tre delle sue economie più forti.
A questo punto non resta che fare i più sentiti complimenti a Joe Biden e al suo partito democratico che, in un sol colpo, sono riusciti a: indebolire il proprio miglior alleato (l’Europa) e perdere clamorosamente le elezioni con Trump, permettendogli di ridisegnare l’ordine planetario che vedrà gli Usa, la Cina e la Russia spadroneggiare sul resto del mondo. Ma un plauso altrettanto caloroso va riservato ai leader dell’Europa che non hanno saputo capire che, da molti anni, gli Usa non sono più un partner affidabile e che spingere sulla prosecuzione ad oltranza del conflitto tra Russia e Ucraina sarebbe equivalso a scavarsi la fossa.
Così, oggi, ci ritroviamo così con un uomo come Trump, non certo migliore di Putin e Xi Jinping, che “decide” che questa guerra è durata anche troppo (e come dargli torto) e che, tagliando fuori l’Europa, convoca un tavolo con Ucraina e Russia per trattare una pace che, non ci vuole molto a capirlo, consegnerà alla Russia una buona parte dei territori occupati.
Se questa non è la fine della Ue e probabilmente della democrazia rappresentativa, poco ci manca.
16/02/2025
da Il Fatto Quotidiano