31/12/2025
da Remocontro
Conferenza stampa dopo l’incontro Trump-Zelensky, un giornalista chiede sui volontari americani caduti in Ucraina. «Ovviamente, è una vergogna. Sono morti in un altro Paese, per un altro Paese. Prossima domanda». I media russi si sono accorti subito del ‘potenziale’ di questa risposta e hanno diffuso. Quelli americani tra la perplessità e sdegno. Il Daily Beast, cita InsideOver, ha definito la risposta di Trump «da far cadere la mascella (noi diremmo ‘da far cadere le braccia’) alle famiglie dei caduti».

Le inchieste del New York Times
Il tema dei volontari (o mercenari) americani che combattono contro i russi, non è stato tra i più analizzati dalla stampa americana. Tra i grandi giornali, quello che se n’è occupato con maggiore continuità è di certo il New York Times, il cui atteggiamento è mutato nel tempo. La prima inchiesta è del marzo 2022, invasione russa appena iniziata: il giornale parla di ‘veterani delle forze armate Usa’ che dichiarano di non poter «far finta di niente di fronte all’aggressione contro l’Ucraina». L’inchiesta successiva arriva un anno esatto dopo, e il tono è cambiato: i volontari vengono descritti come «persone in lotta con se stesse, che spesso sono state truffate o hanno a loro volta rubato».
Solidarietà ma solo personale
La terza inchiesta è di un paio di mesi fa: viene recuperato il tema della solidarietà con l’Ucraina dicendo però che ora si tratta soprattutto di ‘persone qualunque’, più che di veterani delle forze armate o di persone con una qualche esperienza militare. David Guttenfelder, autore di un bel documentario tra i volontari americani, non manca di sottolineare che spesso si tratta di persone che, combattendo in Ucraina, hanno ridato un senso a vite sbandate o incompiute. O hanno realizzato precedenti vocazioni, come ‘Baby Doc’, dottoressa della marina militare Usa prima di cominciare a lavorare in un ospedale da campo in Ucraina.
Le storie dei caduti
Il numero preciso degli americani che hanno scelto di andare al fronte in Ucraina non è mai stato determinato con precisione. Si parla di diverse migliaia di uomini (soprattutto) e donne. E sempre secondo il New York Times i caduti sono stati finora almeno un centinaio. Paradossalmente ma non troppo, le loro storie vengono più spesso raccontate dai russi (che raccolgono al fronte i documenti dei caduti, anche per poter documentare, ai fini della comunicazione e della propaganda, le intromissioni occidentali) che non dai media occidentali. L’altra fonte sono i giornali locali Usa, che ne scrivono quando i corpi dei caduti vengono rimpatriati.

