A Pomigliano d'Arco due minorenni sono accusati dell'omicidio di un immigrato ghanese. Un sopravvissuto alle carrette del mare che viene ammazzato di botte qui è una vicenda che pone domande a cui nessuno ha voglia di rispondere
Hanno 16 anni i due ragazzini accusati di avere ammazzato a suon di calci, pugni e spintoni Akwasi Adofo Friederick lo scorso 19 giugno a Pomigliano d’Arco. Le immagini registrate dalle telecamere mostrano che la vittima è stata pestata in strada, poi avrebbe camminato per qualche metro fino ad accasciarsi all’interno di una corte condominiale, dove è stato soccorso in fin di vita. Trasportato all’ospedale di Nola, l’uomo è morto al pronto soccorso, nell’ospedale di Nola, in seguito a un grave trauma cranico ed emorragia cerebrale.
I due, dopo aver colpito al volto l’uomo, hanno continuato a sferrare calci e pugni. Hanno colpito la vittima con calci alla testa, mentre Akwasi Adofo Friederick era immobile a terra. Sui profili social dei ragazzi si trovano contenuti che esaltano la violenza, con immagini di coltelli e bastoni retrattili.
Akwasi Adofo Friederick è arrivato in Italia, dalla rotta mediterranea, più di 10 anni fa. Aveva conseguito la licenza media. Viene raccontato come uomo buono, sempre disponibile. “È successo già altre volte e nessuno di noi ha mai fatto qualcosa perché non arrivasse il peggio. Purtroppo il peggio è arrivato. Perdonaci se puoi”, dice un biglietto accanto alla panchina dove Akwasi si fermava spesso.
L’omicidio lo inquadra bene Alex Zanotelli. “Il problema è del razzismo che emerge in continuità”, dice il missionario comboniano commentando, nel corso di una manifestazione che si è tenuta davanti al consolato greco di Napoli per ricordare la strage di migranti a Pylos, l’uccisione di Frederick Akwasi Adofo. “Man mano che si va avanti, in Europa, parlo dell’Italia, dell’Ungheria, della Polonia, con governi di suprematismo bianco, noi bianchi – spiega Zanotelli – non vogliamo saperne dell’altro, basta che abbia il volto scuro o sia un musulmano e diventa l’altro, ci fa paura. Dobbiamo uscire davvero da questo, richiederà una rivoluzione culturale, le scuole, le chiese devono davvero giocarsi tutto su una questione ormai di umanità”.
Vedrete che di questo omicidio si parlerà molto meno di altri casi di cronaca giovanile. Del resto un sopravvissuto alle carrette del mare che viene ammazzato di botte qui è una vicenda che pone domande a cui nessuno ha voglia di rispondere.
Nella foto: un biglietto lasciato sulla panchina di Akwasi Adofo Friederick (frame video Fb)
23/06/2023
Abbiamo ripreso l'articolo
da La Notizia