«L’argine etico si è rotto» denuncia il Corsera. Il primo ministro francese François Bayrou, centrista, sulle ondate migratorie in Francia rispolverando teorie xenofobe. Germania, il candidato cancelliere Merz favorisce un’alleanza con Alternative für Deutschland infarcita di neonazisti per provvedimenti contro gli immigrati. In Italia, infuria la polemica sui centri in Albania e sulle ragioni di Stato per il rilascio del criminale libico Osama Almasri nella presunzione di frenare ondate migratorie dalla Libia. Per Massimo Nava non sono solo coincidenze.
Mantra trumpista dei governi europei
La battaglia contro l’immigrazione sta diventando il mantra trumpista di governi europei e rispettivi leader, mentre l’estrema destra avanza, sconvolge alleanze, entra nel perimetro dirigente, si candida a governare, incassando l’ovvio premio degli elettori che preferiscono l’originale a tardive e imbarazzanti imitazioni da parte di conservatori e popolari. Questi ultimi fanno calcoli elettorali, anziché frenare derive e patti scellerati, come ha coraggiosamente denunciato una leader mai troppo rimpianta, Angela Merkel, la quale ha preso posizione contro il suo stesso partito, la Cdu, e contro il patto scellerato con AfD. A suo tempo, la Merkel aveva giurato: «Mai con l’AfD». E anche i francesi gollisti, repubblicani e centristi avevano sempre respinto qualsiasi rapporto con il Rassemblement National che oggi invece consente la sopravvivenza di traballanti governi nati dalle sconfitte di Emmanuel Macron.
Narrativa contro i migranti sempre più aggressiva
Il vento trumpista spinge le famiglie politiche ad adeguarsi. Alzare muri, rimpatriare, spedire altrove non sono più concetti politicamente scorretti. Al contrario diventano propositi, peraltro sempre più legittimati da un’opinione pubblica intossicata da media a senso unico e fatti di cronaca amplificati a proposito. Il leader della Cdu ha chiesto che venga dichiarato lo stato d’emergenza e applicati respingimenti e controlli permanenti ai confini. In aperta violazione delle norme dell’area Schengen. «Finora solo Viktor Orbán osa una cosa del genere», ha attaccato il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz, prossimo a uscire di scena. Intanto l’estrema destra tedesca, sostenuta da Elon Musk, vola nei sondaggi.
Pegno di Macron a Marine Le Pen
In Francia, il freno all’immigrazione e la questione della sicurezza sono al centro del programma di un governo sempre più sensibile alla pressione di Marine Le Pen. Per l’uso della parola «sommersione», Bayrou è stato criticato a sinistra, ma la narrazione quotidiana va decisamente in questo senso e i propositi del governo anche. I repubblicani ne hanno fatto una precondizione per sostenere Bayrou e Macron ha affidato il ministero dell’Interno a un uomo della destra, Bruno Retailleau. Il senatore della Vandea, 64 anni, è una figura ben nota alla destra del popolo francese. Nel cuore del «macronismo», Retailleau è riuscita a ritagliarsi uno spazio forte.
‘Sommersione migranti’
Le Figaro – la voce della destra gollista – pubblica una tribuna in cui la «sommersione» è declinata con le cifre. Come in Germania e in Italia, e come nella maggior parte dei Paesi europei, l’aumento dei flussi migratori non è contestabile. Il problema semmai è imparare a gestirlo, combinando fattori economici, storici, demografici e in un’ultima analisi etici. Basti osservare che se il mantra trumpista diventasse progetto politico entrerebbe in crisi il sistema dei servizi e di molte attività produttive.
Immemore Francia ex coloniale
Secondo l’ultimo rapporto sull’immigrazione, il numero annuale di nuovi permessi di soggiorno concessi in Francia – per definizione a stranieri extracomunitari – è quasi triplicato dalla fine degli anni ’90 (+175% tra il 1997 e il 2023). Al tempo stesso, è triplicato il numero delle domande d’asilo, oltre un milione dal 2013. La popolazione immigrata di «prima generazione» (composta da persone nate all’estero) è aumentata del 40% dal 2006, raggiungendo i 7,3 milioni nel 2023. Triplicato anche il numero di irregolari che usufruiscono di assistenza medica. Il Ministero dell’Interno stima che in Francia vi siano tra i 600.000 e i 900.000 stranieri irregolari. Il numero di immigrati dall’Africa saheliana, guineana e centrale è raddoppiato dal 2006. Anche il numero di immigrati dal Medio Oriente (compresi Iraq e Siria) è raddoppiato.
Seconda generazione di immigrati
La «seconda generazione» di discendenti di immigrati, considerando tutte le origini, rappresenta 8 milioni di persone. Nell’arco di due generazioni, il 22% della popolazione francese è quindi il prodotto dell’immigrazione. Per la prima volta, nel 2023, oltre il 30% delle nascite registrate in Francia riguarda almeno un genitore nato al di fuori dell’Unione Europea. Mentre il numero annuale di bambini nati da due genitori nati in Francia è diminuito del 28% dal 2000, le nascite da almeno un genitore nato al di fuori dell’Ue sono aumentate del 36% – e addirittura del 73% quando entrambi i genitori sono nati al di fuori dell’Ue.
Immigrazione e periferie nazionali
Scrive Le Figaro: «Le regioni storicamente escluse da questi fenomeni, come la Bretagna, la Loira e la Normandia, sono ora principalmente interessate da questa dinamica. La percentuale di popolazione immigrata in città come Le Mans, Brest e Caen è raddoppiata in quindici anni. Nelle città piccole e medie dell’ovest della Francia, a volte si è moltiplicata per tre, cinque o otto volte. A parte gli atteggiamenti ideologici e le pruderie semantiche, queste realtà oggettive sono ora percepite in modo molto concreto da molti dei nostri concittadini».
Immigrazione tedesca turco-curda
La natura dell’immigrazione tedesca è storicamente diversa: circa 7 milioni di turchi, oltre a centinaia di migliaia di italiani, portoghesi, spagnoli, sui quali si sono sovrapposte le recenti ondate dalla Siria e in generale da Asia e Medio oriente. Ma sono comparabili le cifre e, come si vede, la deriva politica. Deriva che si sta riflettendo anche nel Parlamento europeo. Qui si discute ormai apertamente di rapporti con l’estrema destra, di collaborazione su determinati progetti e addirittura di nuove alleanze.
Quei pericolosi ponti politici a destra
Ciò che sembrava fantascienza è ormai una realtà. I conservatori dell’Ecr hanno proposto ai deputati popolari di costruire «ponti» attraverso le divisioni politiche. Il leader del Rassemblement National, Jordan Bardella, capogruppo Pfe a Strasburgo, ha fatto appello a tutte le destre alle destre per bloccare il Green Deal. Del resto, non è un segreto il dialogo fra popolari e Ecr, sostenuto dai tedeschi e dalla stessa presidente Von Der Leyen. E siccome parliamo di «ponti», il copyright della metafora politica spetta d’ufficio a Giorgia Meloni, che immagina di costruirne anche fra Europa e Trump. Ma i valori rimarranno diversi?
03/02/2025
da Remocontro