A Odessa e dintorni si continuano a fare i conti con gli arruolatori governativi che, a suon di bastonate, accalappiano giovani e meno giovani per spedirli al fronte; non sempre, simili figuri, la passano liscia e sempre più spesso devono guardarsi le spalle da genitori e parenti delle persone mandate al macello. Ma a pagare per il loro infame lavoro non sono solo gli arruolatori ufficiali. Strana.ua riferisce di tale Gennadij Bajbutjan, capo di un'organizzazione nota come “assistenti volontari” dei distretti militari nel reclutamento violento, trovato morto alla periferia della città, ucciso a colpi di arma da fuoco.
Per il vero, detta organizzazione agisce anche da intermediaria nella trasmissione delle mazzette allungate a caporali e sergenti dei distretti da chi può permetterselo, per evitare l'arruolamento. Di contorno all'omicidio di Bajbutjan, non da ora a Odessa vengono incendiate auto dell'esercito e, un mese fa, era stato appiccato il fuoco anche all'abitazione di un ufficiale del distretto militare.
Tutto questo avviene in parallelo al moltiplicarsi dei raid degli arruolatori in locali notturni, sale concerto, ristoranti, ecc. Quantunque, secondo Strana.ua, tali raid rivestano più che altro carattere “pubblicitario”, per dimostrare che «non esistono intoccabili», ma in realtà non danno risultati fattivi, dato che, di norma, i frequentatori di tali locali possono permettersi di pagare sul momento il “rinvio” dalla mobilitazione, mentre creano qualche problemuccio ai gestori, costretti a versare “doppia tariffa” perché i clienti non vengano importunati. Per gli arruolatori si tratta così di un doppio incasso e, in fin dei conti, scopo di tali raid è sostanzialmente quello di attirare l'attenzione, fornendo una copertura di “pubbliche relazioni” di fronte alla grossa intensificazione degli arruolamenti violenti nelle strade, ai mercati, nei centri commerciali e ogni evento di massa.
E la ragione di tale intensificazione è il quasi totale fallimento (si parla del 70%) dei piani di mobilitazione.
Ufficialmente, si afferma che dopo l'adozione della legge sulla mobilitazione, il tasso di arruolamenti sarebbe quasi triplicato; in realtà un aumento c'è stato, ma di circa la metà e questo è dovuto, più che alla nuova legge sugli arruolamenti, alla forte riduzione dei requisiti fisici di idoneità: malattie croniche, asma, diabete, zoppia, ecc. non costituiscono più motivo valido di esenzione.
E, oltre a tutti coloro che hanno diritto al rinvio, oppure sono “blindati” (per necessità delle aziende, degli uffici, ecc.: si parla di circa 1,5 milioni; anche in questo caso, le “blindature” sono in gran parte comprate), il numero di arruolamenti volontari su cui contava la junta è rimasto estremamente basso, con il rinvio che può essere comprato direttamente in strada, pagando un migliaio di dollari agli arruolatori; mentre, una volta bastonati e portati al distretto, il prezzo della liberazione sale fino a 3-5.000 dollari, più 500-1.000 dollari al mese, quale garanzia di non esser più accalappiati.
Intanto si parla di abbassare ulteriormente l'età di richiamo da 25 a 21 anni e, poi, a 18: a tale misura, scrive Ukraina.ru, starebbe spingendo il Pentagono. Sempre più sfacciatamente, i padrini occidentali della junta di Kiev, a corto di armi da inviare, esigono che queste vengano rimpiazzate da carne fresca.
A fronte di ciò e a dispetto dei numeri che qua e là vengono pubblicati, c'è da dire che, in realtà, non si conoscono le esatte dimensioni delle forze ucraine, il numero delle loro perdite reali o le loro reali riserve di mobilitazione, come pure la consistenza della popolazione, dato che l'ultimo censimento risale al 2001 e i successivi lavori statistici non consentono un'accurata rilevazione degli emigrati. Si può solo dire che, dopo il febbraio 2022, almeno 6 milioni di ucraini hanno preso la via di paesi occidentali e circa 3 milioni si sono rifugiati in Russia: difficile stabilire quanti di tutti questi abbiano fatto ritorno. Grosso modo, scrive Ivan Lazin, a febbraio 2022 la popolazione sul territorio controllato da Kiev era di 38 milioni, poi scesi a 28-29, con popolazione attiva di 18-59 anni di circa 23 milioni, 10 milioni di ultrasessantenni e il resto bambini. Al 1° gennaio 2022, le forze armate contavano 261.000 unità, di cui 215.000 soldati e Difesa territoriale; insieme a guardie di frontiera, truppe ferroviarie e Guardia nazionale, il totale arrivava a 379.000 unità.
Secondo le stime, Kiev può mobilitare circa 10 milioni di persone, da suddividere in tre parti.
La prima è la riserva operativa di 234.000 persone, richiamata nei primi mesi dopo il febbraio 2022: si trattava del personale più addestrato, motivato e in efficienza bellica, che ha consentito di portare a 550.000 unità il numero di soldati, costringendo alla difensiva le forze russe. La seconda parte è la riserva di militari di leva non inclusi in quella operativa; la terza è la riserva generale: tutte persone da addestrare. Da autunno 2023 e nonostante tutte le ondate di mobilitazione, il numero di soldati sembra relativamente stabile: a gennaio scorso, Zelenskij lo ha quantificato in 880.000 uomini, di cui circa 600.000 nelle forze di terra.
Le stime anonime che circolano su Telegram, secondo cui le perdite ucraine dal febbraio 2022 ammonterebbero a 1,8 milioni di persone, di cui 780.000 uccise, non sembrano reali. Più verosimili paiono i numeri di Lostarmor calcolati, in gran parte, al pari di quelli dell'autore del autore del canale Telegram Sussurri dal Fronte, Ruslan Tatarinov, sui necrologi pubblicati online: a metà settembre, erano elencate 55.000 persone, più 39.000 dispersi, che possono essere classificati come morti.
Se è difficile calcolare il numero di feriti, c'è però un'altra voce tra le perdite: i disertori e coloro che hanno lasciato le unità militari senza autorizzazione; secondo le stime ucraine, in particolare del giornalista Vladimir Bojko, 86.000 uomini sono sotto processo in base ai relativi articoli del Codice Penale, e il numero totale di disertori avrebbe superato le 170.000 unità. Dunque, ne desume Ivan Lizan, nonostante tutti i raid e gli arruolamenti violenti, Kiev riesce appena a compensare le perdite.
Dati questi numeri, Kiev si scontra con sempre più problemi di mobilitazione: nonostante l'inasprimento della legislazione, nel maggio scorso, i piani di arruolamento continuano a basarsi sempre sugli stessi teorici 10 milioni delle tre categorie di riserve. Se poi esistano davvero, è una questione a parte; di questi, infatti, 6 milioni non hanno aggiornato i propri dati presso le commissioni militari e sono dunque difficilmente rintracciabili; dei 4,3 milioni che li hanno aggiornati, 1,5 milioni sono “blindati” e un ugual numero sono riformati per disabilità o famiglie numerose, oltre a 0,7 milioni sotto i 25 anni.
Ne consegue che la vera riserva è di 1,5 milioni di uomini che, convenzionalmente, può esser definita riserva della penultima ondata di mobilitazione per fine 2024; 700.000 giovani sotto i 25 anni sono già la riserva dell'ultima ondata di mobilitazione.
Il fatto è che, anche di questi ultimi, pare che all'inizio dell'anno scolastico i genitori ne avrebbero portati fuori dell'Ucraina almeno 300.000, prevalentemente maschi.
Così che, anche prendendo in considerazione perdite non estreme come il calcolo di 780.000 uccisi, per Kiev è sempre più difficile tenere la linea del fronte. E anche ipotizzando che la junta riesca a compensare le perdite di uomini, non disporrà di sufficienti mezzi, armi e munizioni per i mobilitati: gli arsenali occidentali si stanno esaurendo e i paesi UE devono preoccuparsi delle proprie scorte. Insomma, per la junta di Kiev va un po' come per la Pastorale americana di Philip Roth: «la gente è infallibile: sceglie quello che ti manca e poi non te lo dà»
21/10/2024
da L'Antidiplomatico