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I primi e pochi F-16 simbolo che ora volano sull’Ucraina Occidentale

I primi e pochi F-16 simbolo che ora volano sull’Ucraina Occidentale

Le prime notizie sull’arrivo in Ucraina dei velivoli da combattimento F-16 le ha diffuse il 31 luglio l’agenzia di stampa americana Bloomberg: “pochi velivoli sulla base di una scadenza fissata per la fine di luglio che é stata rispettata”. La provenienza dei primi F-16 a Kiev non è stata chiarita ma è noto che i Paesi NATO che hanno messo a disposizione i velivoli in servizio da circa 40 anni e in fase di sostituzione con gli F-35 sono Danimarca, Paesi Bassi, Belgio e Norvegia mentre all’addestramento del personale ucraino hanno preso parte anche Polonia, Portogallo, Romania, Stati Uniti, Bulgaria, Grecia, Francia, Gran Bretagna, Canada e Svezia.

Pochi e da usare con cautela

I primi F-16 ucraini sono stati visti in volo sulle regioni occidentali e in particolare su quella di Leopoli, vicino al confine polacco, poi il 5 agosto sull’area portuale di Odessa –i dettagli di Analisi Difesa-, ma non è chiaro in quali aeroporti abbiano la base, considerato che negli ultimi mesi sono circolate ipotesi di schieramento dei velivoli sul territorio di stati membri della NATO vicini all’Ucraina, come Polonia, Romania o la “neutrale” Moldavia, che ufficialmente non fa parte dell’alleanza pur sostenendo a spada tratta la causa ucraina e intrattenendo rapporti di stretta dipendenza dalla NATO. Un coinvolgimento Nato diretto estremamente pericoloso e forse improbabile.

Escalation di tensioni strumentali

«Tale opzione, che esporrebbe le basi e le nazioni che ospitano gli F-16 ad attacchi missilistici russi- annota gianandrea Gaiani-, è stata rilanciata da diverse fonti ucraine ma finora non vi sono state in proposito prese di posizione o dichiarazioni da parte della NATO o di singoli stati membri». Un’ipotesi credibile potrebbe vedere gli F-16 ucraini e i loro piloti effettuare voli di familiarizzazione con lo spazio aereo operativo decollando e atterrando su aeroporti fuori dai confini ucraini ma restando lontani dalla linea di contatto con le forze russe ed evitando di effettuare missioni di combattimento. Che sarebbe un coinvolgimento ‘ibrido’ nella guerra in corso da parte della Nato, sulla scia di quanto avvenuto sino ad oggi.

Precedente denuncia russa

Ma già il 27 luglio una fonte della Difesa russa aveva dichiarato all’agenzia RIA Novosti che «le Forze Armate dell’Ucraina utilizzano gli aeroporti di paesi terzi, in particolare della Polonia, come base per le loro forze aeree. Ciò viene fatto al fine di limitare la possibilità di colpire le attrezzature nemiche da parte delle Forze Armate russe». Resta da chiarire l’eventuale presenza di piloti stranieri ai comandi degli F-16 con inviti al reclutamento dalla Legione Internazionale che ha già raccolto migliaia di combattenti alla causa di Kiev. L’arruolamento di piloti e personale tecnico straniero per gestire gli F-16 era stata proposta già un anno fa dall’allora ministro della Difesa ucraino Reznikov per trovare piloti e personale tecnico preparati non solo tecnicamente ma anche sul piano linguistico ad affrontare addestramento e attività operative interamente in lingua inglese.

I primi sei F-16 in ‘Difesa aerea’

Il 1° agosto il quotidiano britannico Telegraph ha riferito che gli F-16 già operativi in Ucraina sarebbero 6, già impiegati in una prima missione di “difesa aerea”. Il 4 agosto il presidente ucraino Volodmyr Zelensky ha detto che “l’arrivo degli F16 rappresenta un nuovo capitolo nella difesa del Paese. Sono orgoglioso di tutti i nostri uomini che padroneggiano questi aerei e hanno già iniziato ad utilizzarli per il nostro Paese. Finora, il numero di aerei disponibili e il numero di piloti già addestrati non sono sufficienti”.

‘Coalizione’ per gli F-16

Secondo fonti citate da The Economist sarebbero 10 gli F-16 già consegnati all’Ucraina e altri dieci dovrebbero arrivare entro la fine dell’anno mentre “il resto dei caccia promessi dalla cosiddetta coalizione per gli F-16, guidata da Danimarca e Paesi Bassi, arriverà gradualmente nel corso del 2025 per un totale di 79 velivoli”. Kiev ha più volte dichiarato di avere bisogno di 120-130 F-16 per ottenere un impatto significativo sul conflitto. Del resto l’Ucraina non sembra al momento disporre di più di 20 piloti abilitati all’impiego dell’F-16, contando coloro che termineranno l’addestramento entro l’anno il corso.

Pochi e tecnologicamente ‘delicati’

Gli F16, inoltre -osserva Davide Maria De Luca sul Domani-, «non rappresentano una tecnologia mai vista nel conflitto in corso. Anzi, hanno prestazioni forse persino inferiori in alcuni campi, rispetto ai principali jet impiegati dai russi, i Su35. Oltre al fatto che, a differenza dei modelli sovietici utilizzati dagli ucraini, spartani e adatti a operare in condizioni anche precarie, gli F16 sono oggetti piuttosto delicati».

Manutenzione e piste

Gli aerei arrivati in Ucraina richiederanno un team manutenzione/logistica di 250 persone (50 i soldati ucraini che hanno ricevuto l’addestramento necessario, il resto saranno probabilmente contractor di paesi Nato). Gli F16, inoltre, avranno bisogno di piste di decollo pulite e regolari, mentre ad oggi l’aviazione ucraina opera spesso da strade di campagna e piste di cemento improvvisate. E le basi da cui potranno operare gli F16 diventeranno bersaglio prioritario per l’aviazione russa.

Valutazioni strategiche Usa

Il generale James B. Hecker, comandante delle Forze aeree statunitensi in Europa e Africa, ha dichiarato che, sebbene l’arrivo degli F-16 sia importante, non rappresenterà una soluzione immediata. Gli aerei non garantiranno da soli la superiorità aerea, poiché l’Ucraina deve affrontare anche i sistemi di difesa aerea e missilistica russi. I vecchi F-16 potranno affiancare e in parte rimpiazzare i pochi Su-27, Mig-29 e Su-24 sovietici ancora in servizio ma, almeno per ora, il loro peso sul conflitto sarà soprattutto simbolico, impiegati tenendoli a una distanza di almeno 40 chilometri dalla linea del fronte per evitare di esporli ai missili antiaerei russi.

Certo Mosca farà di tutto per abbatterli o per distruggerli al suolo nelle basi dove verrà allestito il supporto logistico. Come è già accaduto per i carri armati e i mezzi corazzati occidentali, Mosca probabilmente metterà una sorta di ‘taglia’ anche sugli F-16, premiando i piloti e i militari della difesa aerea che riuscissero ad abbatterli, ac scoraggiare i piloti ucraini e stranieri dal porsi ai comandi di tali velivoli in battaglia.

07/08/2024

da Remocontro

Remocontro

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