04/09/2025
da Avvenire
L'organismo parlamentare che esaminerà la richiesta di autorizzazione a procedere del Tribunale dei ministri fissa il calendario. Malumori in maggioranza per la scelta del relatore dem Gianassi
Comunque vada, che si rivelino animati o meno, i lavori della Giunta delle autorizzazioni della Camera sul caso Almasri si concluderanno nel mese di settembre. Entro martedì 30, infatti, dovrà essere messa al voto la proposta del relatore sulla richiesta di autorizzazione a procedere presentata da Tribunale dei ministri nei confronti dei titolari di Giustizia e Interno, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. I tre, lo ricordiamo, sono finiti sotto inchiesta per le ipotesi di reato di favoreggiamento, peculato e (il solo Nordio) omissione di atti d’ufficio in relazione alla liberazione e al rimpatrio a Tripoli, su un aereo di Stato, del generale libico ricercato dalla Corte penale internazionale per torture, omicidio e altri crimini contro l’umanità. Dopo il pronunciamento della Giunta, sia che venga bocciata (l’ipotesi più probabile, visti i numeri della maggioranza di centrodestra) sia che passi, a ottobre la richiesta verrà messa al voto dell’Aula di Montecitorio.
Nordio, Piantedosi e Mantovano potrebbero essere convocati
Il calendario è stato stabilito ieri mattina dall’ufficio di presidenza dell'organismo parlamentare, presieduto dal deputato di Avs Devis Dori. Nelle prossime sedute potrebbe partire l’invito ai ministri Nordio e Piantedosi e al sottosegretario Mantovano a essere ascoltati in audizione: «Non li abbiamo ancora convocati - fa sapere il presidente Dori -. Potrebbero anche mandare una memoria scritta. Oppure decidere di non venire in audizione e nemmeno mandare delle memorie».
Tensione sulla scelta del relatore dem Gianassi
Intanto, la settimana prossima è prevista la relazione introduttiva sulla vicenda. A fare da relatore sarà Federico Gianassi, deputato dem e avvocato, indicato dalla presidenza della Giunta. Una scelta accompagnata da qualche malumore in seno alla maggioranza (secondo i retroscenisti anche nei confronti del presidente della Camera Lorenzo Fontana, “reo” di aver sottovalutato la questione), ma sulla quale ieri non si è consumato uno scontro aperto. «La nomina del relatore è prerogativa del presidente», osserva il forzista Pietro Pittalis, affermando però «che non ci sono precedenti», come «evidenziato dal collega Iaia di FdI e da tutti noi». Valutazioni non condivise da Dori, che cita «una consolidata prassi parlamentare» ed elenca una sfilza di 8 precedenti, sia dell’epoca di Mani pulite - come il «caso Signorile del 1993, relatore Ayala (Pri)», quello «De Lorenzo del 1993, relatore Valensise (Msi)» quello «De Mita del 1994, relatore Finocchiaro (Progressisiti Federativo) - sia di anni più recenti , come il caso Lunardi del 2010 che ebbe come relatore Castagnetti del Pd. «Il clima è stato sereno», riferisce la dem Antonella Forattini, «sulla nomina di Gianassi ci sono state critiche ma riteniamo che lui abbia ben chiaro il suo ruolo. E, anche se ha espresso giudizi, farà una relazione la più oggettiva possibile». Se poi la sua proposta «venisse bocciata dalla maggioranza», ragiona Dori, «lui decadrà e io nominerò un nuovo relatore per l'Aula». Insomma, se il destino della richiesta di autorizzazione a procedere pare segnato, le frizioni politiche della vicenda Almasri covano comunque sotto la cenere, in attesa di rinfocolarsi quando l’esame del caso andrà avanti.