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Il governo coopta la Cisl: Sbarra sottosegretario

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Contratto separato. La premier premia il «Caro Gigi» che aveva rotto l’unità sindacale. L’ira delle opposizioni

Non si dica che il governo non premia la dedizione. L’ex segretario della Cisl, Luigi Sbarra, ha giurato ieri come sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Sud. «Il messaggio che vogliamo dare è continuare a rafforzare l’occupazione nel Mezzogiorno, perché è stata la locomotiva d’Italia», ha detto la premier Giorgia Meloni, dopo aver comunicato la nomina al consiglio dei ministri. Anche se proprio da quella sede era stato fatto trapelare che la scelta sarebbe stata dovuta agli impegni di Meloni che non le avrebbero permesso di assolvere anche le funzioni sul Meridione che aveva avocato a sé dopo la nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente della Commissione europea. «Entrerà nella compagine di governo come indipendente», hanno sottolineano le stesse fonti, a sprezzo dell’ironia.

L’AFFIATAMENTO tra il secondo sindacato italiano e la destra di governo è ormai consolidato. La corrispondenza di amorosi sensi tra la presidente del Consiglio e la Cisl ha resistito anche all’avvicendamento alla guida del sindacato. I toni affettuosi che la premier ha riservato a Sbarra quando ha lasciato l’incarico sono stati riservati anche alla nuova segretaria, Daniela Fumarola. E identica è rimasta la linea del sindacato cattolico: dialogo benevolo col governo e dichiarazioni sprezzanti verso gli altri sindacati («antagonisti, rivoltosi, ancorati al ‘900», solo per citare gli epiteti più noti). Un matrimonio suggellato dalla legge sulla partecipazione dei lavoratori nelle imprese approvata lo scorso febbraio e nata da un’iniziativa di legge popolare della Cisl (con la forte contrarietà di Cgil e Uil) e anticipato dalla firma di due contratti separati, nella Pa e alle Poste.

CHE LO SFORZO DEL sindacato amico e l’impegno nel rompere l’unità sindacale sarebbe stato riconosciuto dall’esecutivo si poteva immaginare da tempo. Le voci su un seggio blindato alle prossime elezioni per Sbarra (che solo qualche mese fa aveva accusato Maurizio Landini di aver «trasformato la Cgil in un partito») si erano fatte man mano più insistenti. C’era anche chi pensava potesse essere un nome spendibile in caso di dimissioni della ministra Daniela Santanché. Invece il governo ha riservato per lui un posto di primo piano.

«ACCOGLIAMO LA NOTIZIA con profonda soddisfazione», ha commentato Fumarola. Ma la nomina a sottosegretario è stata una sorpresa anche nel suo sindacato. «Troppo presto», dicono nei corridoi di via Po. Del resto è stato un avvicendamento particolarmente veloce tra il ruolo di guida del sindacato (che ha dovuto lasciare per sopraggiunti limiti d’età) e quello del governo: non sono passati neanche due mesi. E il regolamento della Cisl è uno dei più rigidi sugli incarichi politici degli aderenti. La preoccupazione riguarda gli iscritti: «Bisognerà capire come la prendono, a porte chiuse forse un ragionamento andrà fatto», riferiscono fonti del sindacato.

IL «CARO GIGI», come lo chiama Meloni, ha cominciato la sua attività sindacale occupandosi di braccianti in Calabria. Nel 2009 si è spostato a Roma per far parte della segreteria nazionale della Cils e da allora si è distinto per la sua continua ricerca di dialogo con i governi che poi si è fatto metodo quando è diventato segretario generale, nel 2018. La sua segreteria si è caratterizzata per la linea ultra morbida verso Meloni e per la feroce opposizione al salario minimo. Si è opposto ai referendum sul lavoro ma anche all’eventualità di quello sull’autonomia, lasciando disorientata la stessa Cisl calabrese da cui era partito.

MELONI DA QUESTA poltrona ha tutto da guadagnare: l’opa che aveva gettato sulla Cisl adesso somiglia a una acquisizione. Lo scambio è palese e le opposizioni lo sottolineano. «Sconcertante – ha commentato la deputata M5s Chiara Appendino – Un premio fedeltà per la connivenza a un governo che sta passando nel tritatutto i diritti dei lavoratori. Dopo anni di allenamento eseguirà alla lettera gli ordini di Meloni». Anche per Avs si tratta di una nomina «in perfetta continuità con il ruolo di sostegno al governo Meloni avuto fino a oggi». Mentre dal Pd si fanno sentire sia Marco Sarracino, responsabile Sud, che Arturo Scotto, capogruppo in commissione Lavoro. «Sbarra entra a far parte del governo più antimeridionalista della storia repubblicana che con l’autonomia differenziata sta minando l’unità del paese – ha sottolineato Sarracino – ha tagliato milioni per il Sud». Lapidario Scotto: «Ora è più chiaro il motivo per cui si schierò con forza per il no al salario minimo».

NESSUN COMMENTO, per ora, dagli altri sindacati confederali, Cgil e Uil. Anche se è immaginabile che lo spirito con cui è stata colta la notizia sia vicino a quanto espresso da Eliana Como, dell’assemblea nazionale Cgil e Fiom, sui social: «Ecco il premio: una bella poltrona. L’unità sindacale è un valore, ma non quando un sindacato decide di essere il miglior alleato del Governo, fino ad esserne cooptato».

13/06/2025

da Il Manifesto

Luciana Cimino

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