Un Paese in balia dello Stato. Il governo delle destre aveva puntato, soprattutto in campagna elettorale, tutto su sicurezza ed immigrazione e sta, invece, franando rovinosamente su questi temi complessi anche con una buona dose di condotte farsesche che oscillano tra il tragico ed il comico.
Cominciamo con la comicità e l’incompetenza giuridica e l’inadeguatezza istituzionale: il pendolarismo di esseri umani migranti tra l’Italia e l’Albania in aperto contrasto con la dignità umana e sociale che la Costituzione riconosce ad ogni essere umano. Il governo si incaponisce a trasferire immigrati, con una evidente prova di forza muscolare, in violazione del diritto e della giurisprudenza. Dal momento che sul piano dell’immigrazione nessuna delle promesse elettorali le destre sono riuscite a mantenere, organizzano una farlocca deportazione, con spreco cospicuo di risorse pubbliche, con una bieca figuraccia internazionale, per poi addossare sulla magistratura il mancato raggiungimento degli obiettivi. Il governo non riesce a perseguire gli obiettivi prefissati per colpa dei giudici che non consentono di trasferire gli immigrati in Albania e, quindi, anche per questo motivo le città sono insicure e la violenza si addossa in gran parte sugli immigrati.
E veniamo, quindi, alla sicurezza. Governo e maggioranza parlamentare approvano norme che rendono più difficile e tortuoso il lavoro della magistratura e delle forze di polizia per individuare criminali e processarli e scaricano, però, sulla magistratura colpe di inefficienza e provano anche a saldare un rapporto di sostegno senza se e senza ma in le forze dell’ordine cercando di creare una dicotomia ed anche una frattura tra forze di polizia e magistratura. Le prime che fanno sempre bene il loro lavoro e che vanno difese sempre senza se e senza ma e la seconda che è sempre colpevole di garantismo rosso nei confronti delle persone senza potere e giustizialista nei confronti del potere politico. Le città sono più insicure e violente soprattutto perché crescono le disuguaglianze sociali ed economiche e il controllo del territorio per la funzione di prevenzione e controllo non viene garantita in maniera adeguata.
Per poi arrivare all’aspetto tragico della vergognosa liberazione del generale di polizia libico sul quale pende un mandato di cattura internazionale per crimini contro l’umanità. Qui la figura becera del governo è mondiale. Il governo prima scarica la responsabilità della scarcerazione sulla magistratura, poi afferma che è stato espulso in quanto pericoloso, poi la presidente del Consiglio dice di non essere ricattata da nessuno, ma in realtà emerge sempre di più il contrario. Il torturatore libico, con licenza governativa anche italiana, viene liberato e riportato in Libia con gli onori di un volo di stato, perché altrimenti ci sarebbero state conseguenze per l’Italia proprio sugli sbarchi, quindi sul tema immigrazione. Un ricatto di Stato allo Stato.
Ed arriva puntuale il soccorso rosso per la Meloni da parte del piddino Minniti che, con quasi tutti i governi degli ultimi anni, è stato tra i fautori di accordi criminogeni con torturatori, assassini, stupratori in Libia pur di frenare gli sbarchi. Condotte che potrebbero anche configurare un concorso in gravi reati e nel traffico di esseri umani. Altro che andremo a prendere i trafficanti di esseri umani nel globo terracqueo come da strabiliante menzogna meloniana. Non è la ragion di Stato che è prevalsa, ma solo gli interessi di parte e di partiti che piegano lo stato di diritto alle loro esigenze.
Ed anche, da ultimo, l’attacco frontale alla magistratura è funzionale alle destre per affermare che se nel Paese c’è insicurezza è per colpa dei cattivi pubblici ministeri che pensano ad indagare presidente del consiglio e ministri invece di occuparsi della sicurezza del Paese e delle persone.
06/02/2025
da Il Fatto Quotidiano