Politica estera Russia-Ucraina
Non è un avvertimento, non è una minaccia, non è un errore, non è una sfida: il missile scagliato contro Odessa, nella stessa area in cui si svolgeva l’incontro tra il presidente ucraino e il primo ministro greco, è il segnale che la pazienza del Cremlino si è esaurita. Mosca non accetterà il superamento di altre linee rosse da parte della coalizione filo-Kiev.
La stampa ucraina è stata molto cauta nel divulgare la notizia del bombardamento. Lo si evince seguendo il canale Telegram della rivista dell’opposizione ucraina Strana, che verso le undici di mercoledì mattina (orario di Kiev) ha pubblicato il video di un’esplosione ad Odessa, senza specificare nient’altro se non il possibile impiego dei russi Iskander, missili balistici ipersonici ad alta precisione. Un’ora dopo, è resa nota la presenza di Volodymir Zelensky ad Odessa. La visita del premier greco Kyriakos Mitsotakis era stata organizzata in condizioni di estrema segretezza per ovvie ragioni di sicurezza.
Solo nel pomeriggio la notizia viene diffusa, ma dai giornalisti greci presenti sul posto: la “Russia ha lanciato oggi un attacco missilistico contro il corteo di Zelensky ad Odessa, durante l’incontro con Mitsotakis”, scrive Strana citando Prototema. Nessun commento dal lato ucraino. Il missile sarebbe caduto a 150-200 metri dalla sede della missione greca (successivamente Reuters scrive 500-1000metri, ma poco cambia).
Sui canali degli Z-Blogger si diffondono teorie complottistiche poco realistiche, in merito ad un auto-bombardamento ucraino, al fine di poter accusare la Russia. Il ministero della Difesa russo tempestivamente fuga ogni dubbio e conferma ( o forse rivendica) il colpo:
"Le Forze Armate della Federazione Russa hanno lanciato un attacco missilistico ad alta precisione contro un hangar nell'area portuale industriale di Odessa, dove erano in corso i preparativi per l'uso in combattimento delle imbarcazioni senza pilota delle Forze Armate ucraine, il Ministero della Difesa russo Rapporti della difesa. L'obiettivo del raid è stato raggiunto. L'oggetto è stato colpito", afferma il Ministero della Difesa russo.
Al momento della potente esplosione “la delegazione greca guidata dal primo ministro Kyriakos Mitsotakis era diretta al porto di Odessa, dove ha avuto luogo il ricevimento ufficiale”, scrive il quotidiano greco, rimarcando il fatto che la visita non fosse stata annunciata pubblicamente.
E’ un triplo smacco per l’Ucraina e per l’Unione Europea: Mosca dimostra di poter colpire la più alta carica dello Stato ucraino, di poterlo colpire assieme ad un leader di un Paese NATO, di poter violare la segretezza dei servizi militari ucraini, se solo lo vuole. E dunque sino ad ora non ha voluto farlo.
La reazione sdegnata dell’Occidente non si è fatta attendere. Il raid russo è stato al centro della conferenza stampa congiunta dei due leader.
“Vedete con chi abbiamo a che fare, a loro non importa dove colpire”, ha detto Zelensky.
“Non abbiamo avuto il tempo di andare in un luogo protetto, questo è un'esperienza davvero impressionante", ha puntualizzato Mitsotakis.
Durissima la reazione di Bruxelles: “Vergogna”, scrive il commissario Paolo Gentiloni, mentre Charles Michels parla di “atto vile”.
Sebbene ministero della Difesa russo abbia dichiarato che l’obiettivo del raid non erano Zelensky ed il leader greco, la tempistica suggerisce che l’attacco ad Odessa, durante il loro incontro, non sia una sorprendente coincidenza.
E’ la prima volta che un missile russo sfiora un bersaglio politico. Questo perché Mosca non si considera in guerra, ma continua ad agire nell’ambito dell’Operazione speciale militare. La stessa cosa non si può dire per Kiev, che da dieci anni prende di mira i palazzi del potere e i leader politici, prima solo nelle repubbliche popolari del Donbass, poi anche sul territorio della Federazione russa. L’SBU, occorre ricordare, ha un apposito dipartimento denominato Quinto Direttorio, meglio noto come Mossad ucraino, che si occupa proprio delle esecuzioni extragiudiziarie dei leader politici filorussi e russi, come Aleksandr Zakharchenko o Darya Dugina.
In precedenza era successo al segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, di doversi riparare in un rifugio a Kiev, durante un bombardamento russo a fine aprile 2022. Il colpo non era diretto alla sua delegazione.
Le visite a Kiev di leader europei, di politici statunitensi, dei vertici militari europei, degli stessi Joe Biden, Jens Stoltenberg e Ursula von der Leyen, finora sono state continue. Perché adesso Mosca lancia un missile balistico a poche centinaia di metri da Zelensky e Mitsotakis, rischiando di far scattare l’articolo 5 della NATO?
Il giornalista di Repubblica Daniele Ranieri menziona l’affondamento di tre navi russe nelle ultime cinque settimane, forse con l’aiuto dell’occidente. E’ un’ipotesi che non prende in considerazione il superamento delle linee rosse.
Un attacco contro un obiettivo politico come Zelensky è il superamento di una linea rossa, esattamente come l’invio di truppe dei Paesi della NATO in Ucraina, l’ipotesi di Macron lanciata da Emmanuel Macron quasi dieci giorni fa. Sebbene diversi leader occidentali, in particolare il cancelliere tedesco Scholz, abbiano dichiarato che non invieranno uomini e che la NATO non è in guerra con la Russia, l’Estonia e il Canada hanno mostrato la propria disponibilità a mandare truppe. Le forze occidentali in Ucraina non sarebbero coinvolte nei combattimenti, ma avrebbero formalmente il compito (formale) di presidiare i confini ucraini, per liberare soldati da mandare al fronte, o come addestratori.
"Ci stiamo sicuramente avvicinando ad un momento per l'Europa in cui sarà necessario non essere codardi", ha incalzato ancora il presidente francese in visita nella Repubblica ceca, dove martedì ha incontrato il suo omologo Petr Pavel. “È o non è questa la nostra guerra? Possiamo distogliere lo sguardo credendo di poter lasciare che le cose seguano il loro corso? Non ci credo , e quindi ho chiesto un intervento strategico e lo sostengo pienamente... Non vogliamo alcuna escalation, non siamo mai stati bellicosi."
Mosca è chiara: l’ingresso di eserciti terzi in Ucraina sarà considerato un’escalation intollerabile. Se i Paesi della NATO oltrepasseranno questa linea rossa, la Russia non si farà mettere all’angolo. Il boato dell’Iskander, che mercoledì ha sfiorato Zelensky ed il premier greco, risuona come un categorico NYET.
08/03/2024
da L'Antidiplomatico