Il Pianeta brucia e gli italiani lo sanno: 9 su 10 temono per la salute dell’ambiente. A certificarlo è un sondaggio di Greenpeace
Gli italiani sentono forte la minaccia ambientale e sono sempre più consapevoli della crisi ecologica che colpisce il pianeta. Secondo l’ultimo sondaggio condotto da AstraRicerche per Greenpeace Italia, oltre 9 italiani su 10 (97,1%) dichiarano di percepire chiaramente che uno o più ambienti naturali sono oggi sotto grave minaccia. I risultati della ricerca, diffusa in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, mostrano un livello di consapevolezza senza precedenti su temi come l’inquinamento, il cambiamento climatico e la responsabilità collettiva.
La rilevazione è stata realizzata tra il 24 e il 28 maggio 2025 attraverso un panel di 1.016 persone tra i 18 e i 70 anni. Secondo il campione intervistato, le principali cause del degrado ambientale sono legate a forme diverse di inquinamento – tra cui quello industriale, agricolo e da plastica – e agli effetti sempre più tangibili della crisi climatica.
Particolarmente allarmante è la percezione dei rischi per specifici ecosistemi: il 91,1% degli italiani indica come gravemente minacciati gli ambienti acquatici e semi-acquatici, seguiti da quelli terrestri. Gli ambienti naturali percepiti come più in pericolo sono l’Artico e l’Antartico (55,3%), gli oceani e i mari (54,4%), e le foreste pluviali come Amazzonia, Borneo e Congo (51,3%). Non mancano riferimenti alle barriere coralline (48,7%) e ad altri ambienti a rischio come zone umide (16,3%), ecosistemi montuosi (13,7%) e deserti (6,3%).
Il Pianeta brucia e gli italiani lo sanno: 9 su 10 temono per la salute dell’ambiente
Per quasi tutti gli intervistati, la responsabilità di agire ricade su ciascun cittadino. Ma un 47% ritiene cruciale anche il ruolo delle organizzazioni ambientaliste e della comunità scientifica, viste come voci fondamentali per rappresentare chi non ha voce.
Proprio su questo fronte, Greenpeace Italia ha lanciato la nuova campagna “Time to resist”, un appello alla mobilitazione dopo l’attacco giudiziario mosso negli Stati Uniti da Energy Transfer, una delle maggiori compagnie petrolifere americane, i cui vertici risultano tra i finanziatori della campagna elettorale di Donald Trump. L’azienda ha intentato una causa milionaria contro Greenpeace, e una giuria statunitense si è espressa a favore di una condanna che, se confermata, porterebbe l’organizzazione a pagare oltre 660 milioni di dollari.
“È una cifra sproporzionata e deliberatamente distruttiva – ha dichiarato Chiara Campione, direttrice del programma di Greenpeace Italia – pensata per zittirci. Ma non ci faremo intimidire. La nostra nuova campagna è un invito a sostenere chi lotta per la difesa della Terra: questa è una battaglia per la vita e per i diritti di tutti”.
05/06/2025
da La Notizia