25/09/2025
da Remocontro
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rivendicato il titolo durante una delle sue recenti sessioni di scambio di battute improvvisate nello Studio Ovale, affermando che i leader dell’UE si riferiscono a lui come ‘il presidente dell’Europa’. Lo segnala Politico.eu
Polemiche e ironie a parte
- «Federalisti europei, gioite! L’Unione Europea ha finalmente un presidente in piena regola. Unico problema: vive al 1600 di Pennsylvania Avenue a Washington, DC, ovvero la Casa Bianca».
«Mai, dalla creazione dell’UE, un presidente degli Stati Uniti ha esercitato un’influenza così diretta sugli affari europei. E mai i leader dei 27 paesi dell’UE sono apparsi così disposti – persino disperati – a presentare un presidente degli Stati Uniti come una figura autorevole da elogiare, blandire, fare pressioni, corteggiare, ma mai apertamente contraddire».
‘Effetto Bruxelles’
Non molto tempo fa, l’UE poteva definirsi credibilmente un colosso commerciale e una «superpotenza normativa» in grado di imporsi grazie al suo vasto mercato di consumo e alla sua portata giuridica. I leader dell’UE si vantavano di un ‘effetto Bruxelles’ che piegava il comportamento di aziende o governi stranieri agli standard giuridici europei, anche se non erano membri dell’Unione, sottolinea Nick Vinocur, che è il corrispondente capo per gli affari esteri di POLITICO per l’Europa .
C’era una volta
«Fin dalla fondazione della Comunità Economica Europea, la posizione americana è stata quella di volere un’Europa forte”, ricorda l’ex ambasciatore americano Gardner. «Confrontate questo con la settimana scorsa, quando la Commissione avrebbe dovuto multare Google per le sue pratiche pubblicitarie sui motori di ricerca». Con Trump che annuncia in un post su Truth Social che la sua “Amministrazione NON permetterà che queste azioni discriminatorie continuino».
«Dopo la rielezione di Trump, i leader dell’UE sono stati estremamente attenti nel modo in cui hanno parlato del presidente degli Stati Uniti, con due opzioni apparentemente disponibili: silenzio o elogi».
Europa addormentata nel bosco
«In vista del vertice NATO di giugno, era di moda tra gli esperti affermare che il presidente degli Stati Uniti avesse fatto un favore all’Europa mettendo in dubbio il suo impegno nell’alleanza militare. Solo grazie al bacio freddo di Trump, si pensava, questa Bella Addormentata di un continente si sarebbe ‘risvegliata’». Quando la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha firmato l’accordo commerciale UE-USA a Turnberry, in Scozia, non c’è stato modo di nascondere la vera natura di quanto accaduto tra Europa e Stati Uniti.
Gioco delle colpe
I veri artefici dell’estate di umiliazione europea sono i leader che hanno convinto la Commissione ad accettare le richieste di Trump, a qualunque costo. «Quello che voglio dire è che gli Stati membri hanno dimostrato una mancanza di solidarietà in un momento cruciale», ha affermato Gardner, ex ambasciatore degli Stati Uniti presso l’UE. Fallimento collettivo che potrebbe ripercuotersi per anni, se non decenni: «Mai dalla creazione dell’Unione Europea un presidente degli Stati Uniti ha esercitato un’influenza così diretta sugli affari europei».
E adesso?
«Se l’Europa ha già ceduto così tanto a Trump, l’intero blocco è condannato alla servitù o, come alcuni commentatori hanno profetizzato, a un ‘secolo di umiliazioni’, paragonabile al destino della dinastia Qing dopo le guerre dell’oppio tra Cina e Gran Bretagna? Gli attuali leader europei (con poche eccezioni, come la danese Mette Frederiksen) potrebbero essere uniti nell’accettare Trump come il Padrino dell’Europa». ‘Cassandra’ inascoltata individuata da Politico.eu, l’ex Primo Ministro italiano e presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi.
«Per affrontare le sfide odierne, l’Unione europea deve trasformarsi da spettatrice, o al massimo da attrice non protagonista, in protagonista».