Per il secondo anno di fila il governo usurpa la ricorrenza del primo maggio per elargire favori e risorse alle imprese mascherate da sostegni all’occupazione.
Lo scorso anno abolì il reddito di cittadinanza per spingere i fannulloni a lavorare anche con salari da fame e allargò le maglie del lavoro precario; oggi, vigilia della festa dei lavoratori, il consiglio dei ministri varerà una super deduzione del 120-130% sulle assunzioni e altre misure a sostegno della nascita di nuove imprese e a vantaggio di quelle che assumono giovani e donne.
Si recupera di fatto una misura già promessa lo scorso anno con l’aggiunta del 20-30% per la gioia di aziende e lavoratori autonomi che inciderà pochissimo sull’occupazione, mentre non si affrontano le vere cause della disoccupazione, del declino economico e produttivo e della precarietà.
Gli stessi soldi produrrebbero molti più occupati nella pubblica amministrazione le cui carenze di organici rappresentano la causa principale del gap occupazionale con altri paesi europei e ricadono sui cittadini in termini di riduzione dei diritti.
Occorre introdurre anche in Italia il salario minimo legale e abolire le leggi sulla precarietà per porre fine alla piaga delle paghe da fame e aumentare la domanda di beni e servizi che produrrebbe ricadute positive su tutta l’economia e l’occupazione stabile e di qualità. Si discuta subito la proposta di legge di Up per il salario minimo legale a dieci euro tenuta bloccata in commissione al Senato.
Sono necessarie vere misure di contrasto all’economia sommersa che si nutre di tre milioni di lavoratori irregolari; la si faccia finita con i condoni e si combatta davvero l’evasione e l’elusione fiscale che sottraggono allo stato centinaia di miliardi all’anno con i quali si potrebbero produrre milioni di posti di lavoro nella salvaguardia di produzioni strategiche e nella riconversione sociale e ambientale dell’economia.
Rifondazione comunista il primo maggio sarà in piazza al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori per la pace, il lavoro, i diritti e per contrastare tutte le scelte del governo che aumentano le disuguaglianze sociali e territoriali.
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea