11/11/2025
da L'Antidiplomatico
Viviamo nell’epoca del paradosso. Un’epoca in cui il ministro di un governo composto da ex (si spera) neofascisti, pretende di darci lezioni di libertà e democrazia. Un’epoca in cui i radicali, da sempre strenui attivisti della libertà di espressione, si battono per la censura. Un’epoca in cui il vicepresidente dell’europarlamento, anziché rappresentare gli interessi degli italiani a Bruxelles, si comporta come la cheerleader di un Paese straniero, ed esulta sui social per l’annullamento di un dibattito pubblico, in nome della democrazia. Un’epoca in cui uno storico di fama internazionale, studioso di Antonio Gramsci e dell’antifascismo, viene accusato di essere un propagandista dal fan club italo-ucraino di Volodymir Zelensky. Un’epoca in cui si afferma sempre più il concetto che la censura rende liberi.
È un’epoca strana, in cui i liberali di sinistra mutuano gli atteggiamenti squadristi del ventennio e li utilizzano per lo stesso scopo: tappare la bocca alle voci politicamente scomode, le voci degli antifascisti.
La disavventura capitata al professor Angelo d’Orsi è la punta dell’iceberg di una persecuzione politica, insidiosa ma invisibile, che colpisce chiunque si opponga alle politiche internazionali e di guerra di Roma (imposte dall’estero). Da anni gli attivisti per la Palestina o i pacifisti che si oppongono all’invio di armi all’Ucraina o la sinistra che sostiene gli antifascisti ucraini o i giornalisti che cercano di fare luce sulla guerra in Donbass, subiscono la gogna mediatica, le minacce e lo stalking di NAFO, sionisti, e dagli “amici” di Pina Picierno.
Bisogna ricordare che la Picierno ha chiesto sanzioni persino contro il famoso street artist Jorit, per il solo fatto di aver incontrato Putin e avergli chiesto una foto assieme. L’artista napoletano ha fatto il giro del mondo mandando, con i suoi murales, un messaggio di umanità, resistenza e pace. Dal “picernaio” è stato trattato alla stregua di un criminale di guerra.
E bisogna ricordare anche che, assieme a Sputnik Italia, pure l’AntiDiplomatico è stato travolto dalla scure censorea e duramente penalizzato dalla dittatura dell’algoritmo. Con un semplice obiettivo: farci sparire.
Il bello è che questa parte politica, che utilizza la diffamazione, la calunnia, la gogna mediatica come metodo comunicativo e politico, con la finalità di distruggere moralmente e pubblicamente la propria “vittima”, ha una manifesta pretesa di superiorità morale e crede di poter dare lezioni di democrazia.
Lo stesso potere che ha fatto quadrato attorno al leader di Sinistra per Israele, Emanuele Fiano, difendendo sempre e comunque e in ogni luogo la libertà di espressione in nome del confronto democratico, accusando di fascismo un gruppo di studenti antifascisti e antisionisti in protesta al Ca’ Foscari, adesso fa annullare la conferenza del prof. Angelo d’Orsi ed esulta per la sospensione del dibattito pubblico.
Il punto è che quando degli studenti si oppongono alla presenza di un rappresentante del potere è libertà politica, quando il potere colpisce dei privati cittadini o, peggio ancora, degli intellettuali, per le loro opinioni o per ciò che dicono, si chiama fascismo. Ciò che ha origini dal basso è democrazia, ciò che si impone dall’alto è dispotismo.
È questo il punto di arrivo della traiettoria che ha preso il nostro paese? Abbiamo un parlamento che di fatto non rappresenta nessuno, se non il capitalismo finanziario e l’industria di armi; una stampa che si è irreggimentata come nel periodo precedente alla prima guerra mondiale; dei politici che colpiscono e criminalizzano l’opposizione, forti del loro potere. Sullo sfondo una miseria crescente, con dei dati spaventosi sui minori in povertà assoluta, con l’ombra della guerra e la pressante richiesta da parte di Bruxelles di rinunciare ai nostri “privilegi” per comprare armi, armi, armi e ancora armi.
Fortunatamente l’Italia ha ancora gli anticorpi ereditati dai nostri nonni partigiani che non il loro sangue fecero la Resistenza. L’ignobile censura sofferta dal prof. D’Orsi ha mostrato a tutti il vero volto della sinistra liberale. Il re è nudo.
L’ondata di solidarietà espressa allo studioso antifascista dimostra che c’è una parte ancora sana e combattiva del nostro Paese, che non si farà zittire dal Calenda o dalla Picierno di turno.
Non solo l’iniziativa si farà, ma altre “voci scomode” si sono aggiunte: quelle di Alessandro di Battista e di Moni Ovadia. E molte più persone seguiranno un dibattito che il potere vuole impedire. Che sia l’inizio di una nuova resistenza al sistema guerra e ai suoi cantori!
Anche noi, nel nostro piccolo, vogliamo dare un contributo a quest’ondata, con un’intervista al prof. Angelo d’Orsi che speriamo possa ispirare una seria riflessione sulla nostra condizione e sulle nostre prospettive come Paese e come collettività.

