Il salario minimo a 9 euro sarebbe una manna dal cielo per 3,6 milioni di rapporti di lavoro. E comporterebbe un aumento medio degli stipendi di 804 euro annuali. Cifre molto molto distanti dalle poche decine di euro in più di stipendio derivanti dal taglio del cuneo fiscale che il governo Meloni preferisce alla soglia minima oraria.
A smontare il racconto della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ci pensano l’Istat e l’Ocse. La prima fornendo i dati sull’eventuale applicazione del salario minimo, la seconda chiedendo di applicarlo per aiutare i lavoratori.
I DATI ISTAT SPIEGANO PERCHÉ LA SOGLIA ORARIA È FONDAMENTALE
Alzare la retribuzione oraria minima a 9 euro l’ora porterebbe un aumento della retribuzione per 3,6 milioni di rapporti di lavoro, afferma l’Istat nel testo predisposto per l’audizione in commissione alla Camera. Attualmente i rapporti con retribuzione inferiore alla soglia dei 9 euro sono quasi un quinto del totale: il 18,2%.
L’incremento medio annuale sarebbe di circa 804 euro pro-rapporto, con un monte salario complessivo in crescita di oltre 2,8 miliardi. L’applicazione della soglia di 9 euro l’ora porterebbe un incremento della retribuzione media annuale dello 0,9% sul totale dei rapporti e del 14,6% per quelli interessati dall’intervento.
Gli aumenti percentualmente più alti si avrebbero nei settori delle altre attività di servizi, nelle attività di noleggio, agenzie viaggio, supporto alle imprese. E a giovarne maggiormente sarebbero i rapporti di apprendistato e i giovani con meno di 30 anni, oltre che i lavoratori del Sud e delle Isole e le donne.
Se l’aumento della soglia oraria fosse a 10 euro a beneficiarne sarebbero più di 6 milioni di lavoratori, con un incremento medio annuale di 1.069 euro a testa e un incremento del monte salari complessivo di 6,4 miliardi di euro.
L’OCSE CHIEDE DI APPLICARE IL SALARIO MINIMO
Ai dati dell’Istat si aggiungono le parole dell’Ocse: nell’Outlook 2023 sull’Occupazione dice chiaramente che il salario minimo può essere una leva importante “per limitare l’impatto dell’inflazione sui lavoratori e garantire un’equa ripartizione dei costi tra poteri pubblici, imprese e lavoratori”. In particolare “il mezzo più diretto” per aiutarli è “aumentare i loro salari, compreso il salario minimo”.
12/07/2912
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da La Notizia