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Impennata di incidenti nello stabilimento Fincantieri di Monfalcone: “Subappalti e precarietà sono nemici della sicurezza”

Impennata di incidenti nello stabilimento Fincantieri di Monfalcone: “Subappalti e precarietà sono nemici della sicurezza”

Lavoro

25/09/2025

da Il Fatto Quotidiano

Giuseppe Pietrobelli

Michele Orlandini, metalmeccanico e da cinque anni segretario provinciale della Fiom-Cgil: "Un lavoratore stabile conosce le procedure di lavorazione, i materiali, gli attrezzi, le vie di fuga. Ma i lavoratori impiegati su una nave cambiano in continuazione"

Un’impennata di incidenti sul lavoro si è verificata nell’arco di alcune settimane all’interno dello stabilimento Fincantieri di Monfalcone, in provincia di Gorizia. Nessun decesso, ma comunque lesioni anche gravi per le vittime di cadute e per intossicazioni. Preoccupanti indicatori di come la sicurezza sul lavoro sia un’emergenza continua e non risolta, nonostante le molte parole che vengono spese dopo ogni incidente.

A fine agosto un cittadino del Bangladesh, di 39 anni, è precipitato da un’altezza di due metri nel vano scale di un ponte in costruzione della nave Star Princess. Dopo pochi giorni, l’8 settembre, un italiano di 46 anni, impegnato nel turno del mattino, è stato investito da un carrello elevatore che gli ha schiacciato piede e caviglia, causandogli traumi talmente gravi da richiedere il trasferimento all’ospedale di Padova, per interventi di ricostruzione. La sera del 22 settembre quattro operai che stavano lavorando nel reparto saldatura dello stesso stabilimento hanno accusato mancamenti e giramenti di testa, sono stati soccorsi e trasportati in ospedale per una intossicazione da monossido di carbonio. Dopo poche ore, mentre era già stato proclamato uno sciopero di due ore a fine turno, il dipendente di una ditta esterna è precipitato da una scala, facendo un volo di circa tre metri, procurandosi traumi alle gambe e alla spina dorsale.

“Da 25 anni faccio il metalmeccanico e da cinque anni sono segretario provinciale della Fiom-Cgil, ma è la prima volta che in un mese sono accaduti così tanti incidenti. Il peggioramento statistico è sotto gli occhi di tutti, a dimostrazione che quello che si sta facendo non è sufficiente”. Il sindacalista Michele Orlandini commenta una situazione preoccupante. “Dentro il cantiere nella fase finale di consegna di una nave ci sono dalle 8mila alle 10mila persone. Pensiamo che le navi in lavorazione contemporaneamente sono due, con un ciclo di circa 36 mesi, e che una nave all’anno viene comunque ultimata. Nei momenti cruciali c’è molta fretta, stress, ma proprio per questo l’attenzione deve essere maggiore”. Alcuni degli incidenti sono maturati in queste condizioni, ma al di là dei singoli episodi richiamano nodi strutturali.

“Non nego che l’azienda sia impegnata nel garantire misure di protezione, corsi sulla sicurezza e anche l’insegnamento dell’italiano, che serve a facilitare la comunicazione verbale di chi lavora. Evidentemente non basta”, continua Orlandini. Il sistema di lavoro, infatti, è ancora molto frammentato, vista la presenza di molti appaltatori e subappaltatori. “Accade che un lavoratore impiegato da una ditta, dopo poco tempo venga traferito ad una seconda società, anche con mansioni diverse. Questo rende difficile il tracciamento dell’operatore, che significa conoscenza delle sue capacità e della sua professionalità, fattori che incidono sugli standard di sicurezza”. Una questione che riguarda le aziende, ma anche i controlli. “E’ lo Stato, nelle sue articolazioni (InpsMedicina del LavoroInail) che devono garantirli. Invece questi enti vengono depotenziati. Se sono sotto organico, come possono garantire controlli adeguati?”.

Un altro fronte è quello del sistema del subappalto, che a volte sconfina nel caporalato e richiama l’annosa vicenda della “paga globale”, una cifra complessiva con cui i lavoratori vengono retribuiti (o sottopagati), contenente tutte le voci, orario della prestazione, straordinari, voci extra. “Quello che è stato scoperto negli ultimi anni a Porto Marghera è l’onda lunga delle inchieste che una decina di anni fa si sono sviluppate a Monfalcone. – spiega il segretario della Fiom – Se Fincantieri paga all’appaltatore 35 euro all’ora di lavoro, l’appaltatore paga 15-20 euro ai subappaltatori, che retribuiscono con 7-8 euro all’ora i lavoratori”. Questi passaggi di intermediazione, con l’accantonamento di utili, determinano la mancata stabilizzazione del lavoro. “I lavoratori impiegati su una nave cambiano in continuazione. È come accade nei negozi prima di Natale, con un flusso di addetti che dopo la festa sanno che non lavoreranno più. Trasferendo il fenomeno nella costruzione di una nave creiamo una precarizzazione che non è solo salariale, ma anche professionale. Un lavoratore stabile conosce le procedure di lavorazione, i materiali, gli attrezzi, le vie di fuga. Sa ad esempio cosa contiene una bombola che viene utilizzata. La flessibilità è nemica della sicurezza. Se vogliamo avere aziende e lavoratori sani bisogna puntare sul tracciamento dei profili professionali. Questa è una garanzia per tutti i lavoratori”.

Preoccupazione è stata espressa anche dal sindaco di Monfalcone, Luca Fasan: “Il frequente ripetersi di incidenti sul lavoro rappresenta un campanello d’allarme che deve spingere Fincantieri a fare piena chiarezza sulle cause degli infortuni e a rafforzare tutte le misure necessarie per garantire maggiore sicurezza a quanti operano all’interno del cantiere cittadino”.

Una dichiarazione è arrivata anche da Fincantieri, riferita all’intossicazione di quattro persone: “Esprimiamo vicinanza ai lavoratori e alle loro famiglie. I soccorsi sono stati immediatamente attivati e i lavoratori, vigili e coscienti, sono stati tempestivamente presi in carico dal personale sanitario. L’azienda continuerà a monitorare con la massima attenzione l’evolversi della situazione, garantendo la piena collaborazione con le autorità competenti”.

Noi di Rifondazione Comunista siamo convinti che sia necessaria una legge che introduca il reato di omicidio e lesioni gravi o gravissime sul lavoro. 

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