ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

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Invettiva contro chi ci governa

Invettiva contro chi ci governa

Sono analfabeti istituzionali, va bene. Sentitodiristi culturali, con licenza di sentenziare. Ma almeno sanno da che parte stare. Senza dubbi, perché i dubbi rovinano la pelle e la loro natura è questa.

Loro stanno dalla parte di chi asfalta, sempre e comunque. Dalla parte di chi cementifica in modo insensato, di chi taglia i boschi, di chi corre a duecento in autostrada, di chi parcheggia sul sagrato delle antiche chiese, di chi spara a tutti gli animali, di chi ha le armi a casa, di chi le usa, degli omofobi, dei razzisti, di chi è ostile alla parità di genere, dei suprematisti bianchi. Dei padroni, ovvio. Inesorabilmente dalla parte di chi licenzia. Potremmo continuare in loop elencando che sono sempre dalla parte sbagliata della storia.

Forti con i deboli e deboli con i forti

Sono forti con i deboli. Con i poveri, i precari, i sottoccupati, le persone fragili, i migranti. Deboli con i forti, però. Sempre pronti a farsi tappetino di chi comanda, in Italia e nel mondo, visto che sono felicemente in campo per barattare l’obbedienza totale e acritica all’alleato dominante sul piano internazionale con una certa libertà d’azione sul piano nazionale, per rendere la democrazia una cosa più virile, manganellando e intimidendo. Con un prurito nostalgico che esercita la necessità ancestrale di far scattare la mano a paletta. Per ora si limitano a essere fascisti cercando di non dare troppo nell’occhio. Sono convinti che anche  le democrazie farlocche nei paesi a sovranità limitata dovrebbero consentire di tanto in tanto rigurgiti della storia per riscriverla secondo i comodi dei peggiori.

Sono un problema per la democrazia.

Ma noi da che parte stiamo? Abbiamo una nostra idea forte di democrazia alternativa alla mediocrità autoritaria di chi governa? Oppure dobbiamo continuare a soffrire, tifare, arretrare di fronte all’avanzata rutilante della camicia nera culturale anche in campo democratico? Possiamo continuare a fermarci su una vaga idea di antifascismo, più che altro formale, mentre fuori il mondo brucia?

Dice il barbiere anarchico che il pessimismo questa mattina ventosa di tarda primavera sgorga come un ruscello. Beh, sì. Per questo ho scritto un’invettiva.

16/06/2024

da Remocontro

Antonio Cipriani

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