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Israele attacca Damasco, colpiti il palazzo presidenziale e la sede dell’esercito. Usa e Ue “allarmati”

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Bombe sulla capitale siriana dopo che le forze governative si sono schierate a Sweida, a maggioranza drusa, nonostante gli avvertimenti da parte di Tel Aviv. Da Europa e Stati Uniti la richiesta di un duraturo cessate il fuoco. Erdogan: "Sabotano gli sforzi di pace"

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz aveva avvertito: se le forze del regime non si fossero ritirate da Sweida, una città drusa nel sud, sarebbero arrivate le bombe. E così è stato: è stato colpito il ministero della Difesa siriano, il quartier generale dell’esercito e il perimetro del ‘Palazzo del Popolo’, come viene chiamato il palazzo presidenziale, riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Un’azione che lo stesso Katz ha comunicato via social, pubblicando un video della televisione siriana che mostra un conduttore sorpreso da un attacco israeliano sullo sfondo nel centro di Damasco, mentre la tv di Stato ha riferito di raid vicino al quartier generale del ministero della Difesa. “I colpi più pesanti sono partiti”, ha scritto, mentre Benjamin Netanyahu ha esortato i drusi israeliani – legati a livello confessionale e familiare alle comunità druse in Libano e Siria – a non attraversare il confine con la Siria. Molti di loro infatti hanno provato a raggiungere la Siria attraverso la città settentrionale di Majdal Shams, nelle alture del Golan. Israele, ha dichiarato Netanyahu in una nota ai media, sta operando “contro le bande del regime” in Siria e “sta lavorando per salvare i nostri fratelli drusi”. Motivo per cui ha deciso di potenziare la protezione al confine, con l’invio di ulteriori truppe. Intanto, dopo gli attacchi, media locali hanno riferito che a Sweida è stato raggiunto un nuovo accordo di cessate il fuoco.

La preoccupazione di Europa e Stati Uniti – In Israele, si teme che il regime voglia privare i drusi delle loro armi. Il leader spirituale della comunità in Israele, Sheikh Muwaffaq Tarif, ha convocato una protesta proprio nel Golan, spiegando di essersi appellato a Netanyahu e al suo ministro Katz per una azione contro il regime siriano. Un’escalation di tensioni che preoccupa Europa e Stati Uniti. “Esortiamo tutti gli attori esterni a rispettare pienamente la sovranità e l’integrità territoriale della Siria”, ha detto un portavoce del Servizio per l’Azione esterna dell’Ue in una nota, aggiungendo che “l’Ue è allarmata dai continui scontri a Sweida, che hanno causato numerose vittime, e condanna fermamente le violenze contro i civili segnalate – aggiunge -. Esortiamo tutte le parti ad attuare immediatamente l’accordo di cessate il fuoco raggiunto ieri, a proteggere i civili senza distinzioni e a porre fine ai discorsi d’odio e settari”. Poi sottolinea che “le autorità di transizione hanno la responsabilità di allentare la tensione e ripristinare la calma, di garantire la responsabilità per tutti i crimini e di portare avanti una transizione inclusiva. L’Ue è pronta a fornire assistenza”. Anche da Washington il segretario di stato Marco Rubio aggiunge che gli Usa sono “molto preoccupati” e l’inviato speciale degli Stati Uniti per la Siria, Tom Barrack, chiede che “tutte le parti facciano un passo indietro e si impegnino per un dialogo significativo che porti ad un cessate il fuoco duraturo”. Interviene anche Ankara, che bolla i raid come “un tentativo di sabotare gli sforzi della Siria per stabilire pace, stabilità e sicurezza”.

Le comunità druse al confine, il respingimento dell’Idf e la loro storia – Centinaia di membri della comunità drusa di Majdal Shams, sulle Alture del Golan, e dei villaggi drusi nel nord di Israele si sono radunati lungo la recinzione di confine con la Siria, cercando di entrare nel Paese per sostenere i gruppi armati drusi che continuano a scontrarsi con le forze governative siriane. Diversi video che circolano sui social network mostrano che molti drusi sono riusciti ad attraversare il confine con la Siria. Intanto centinaia di membri della comunità drusa siriana si sono radunati dall’altra parte della recinzione, ma non è chiaro se stessero manifestando o cercando di attraversare il confine. L’esercito israeliano ha dichiarato che decine di persone hanno cercato di entrare in Israele. La tensione si è intensificata quando diversi manifestanti drusi siriani sono saliti su un trattore sventolando bandiere druse e i soldati israeliani hanno risposto lanciando gas lacrimogeni, costringendoli a ritirarsi dopo poco. La setta religiosa drusa nacque nel X secolo come costola dell’ismailismo, una branca dell’islam sciita. Più della metà del milione circa di drusi presenti in tutto il mondo vive in Siria. La maggior parte degli altri drusi vive in Libano e Israele, comprese le Alture del Golan, che Israele ha strappato alla Siria nella guerra del 1967 e ha annesso nel 1981. In Israele i drusi sono considerati una minoranza leale e spesso prestano servizio nell’esercito. In Siria i drusi sono divisi su come comportarsi con i nuovi leader del Paese: alcuni sostengono l’integrazione nel nuovo sistema, mentre altri rimangono diffidenti e spingono per una regione autonoma drusa. L’ultima escalation in Siria è iniziata con rapimenti e attacchi reciproci fra tribù beduine sunnite locali e fazioni armate druse nella provincia meridionale. Le forze governative intervenute per ristabilire l’ordine si sono poi scontrate con i drusi.

16/07/2025

da Il Fatto Quotidiano

Redazione

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