Tel Aviv ha dichiarato di aver preso di mira obiettivi militari in rappresaglia per l’attacco iraniano del 1° ottobre. L’Iran afferma di aver contrastato e respinto il raid. Non sono stati colpiti siti nucleari e installazioni petrolifere. Bombardamenti anche in Siria.
sraele nella notte ha colpito diversi obiettivi militari in Iran. Esplosioni multiple si sono registrate nei pressi di Teheran. Alcune fonti parlano di fabbriche o depositi centrati da bombe e missili. Secondo media israeliani sarebbe stato colpito anche il quartier generale delle Guardie Rivoluzionarie. Al momento non si hanno notizie di morti o feriti.
Secondo il sito Axios, l’aviazione israeliana ha colpito almeno 20 obiettivi in tre ondate che si sono concluse intorno alle 5.45 locali. Non sono stati colpiti i siti nucleari iraniani e le installazioni petrolifere. L’aeroporto internazionale “Imam Khomeini” di Teheran e altri aeroporti non sono stati attaccati.
Un alto funzionario dell’Amministrazione Biden ha dichiarato l’attacco della scorsa notte che “deve segnare la fine dello scontro militare diretto tra Israele e Iran”.
L’Arabia Saudita, stretta alleata degli Usa, ha condannato l’attacco israeliano definendolo una “violazione della sovranità dell’Iran” e delle leggi internazionali. Riyadh ha esortato tutte le parti a esercitare la massima moderazione e invitato la comunità internazionale ad agire per ridurre l’escalation e porre fine ai conflitti nella regione.
Dopo aver annunciato che gli aerei sono tornati tutti alle basi, le forze armate israeliane ha soprannominato la missione “Giorni del pentimento”. Il portavoce militare ha affermato che decine di aerei, tra cui jet da combattimento e aerei cisterna e spia, hanno partecipato alla “complessa” operazione a circa 1.600 chilometri di distanza. Tra i siti militari presi di mira, ha aggiunto, ci sono batterie di difesa aerea e siti di produzione di missili balistici, gli stessi utilizzati nell’ultimo attacco diretto dell’Iran contro Israele del 1° ottobre e in un precedente attacco del 14 aprile.
Non ci sono stati commenti immediati da parte dei leader politici israeliani. L’ufficio del Primo Ministro Netanyahu ha solo pubblicato una sua foto assieme al ministro della Difesa Yoav Gallant e altri esponenti del governo e militari nel bunker sotto la base di Kirya a Tel Aviv mentre venivano eseguiti gli attacchi.
L’attacco di Israele era stato annunciato dopo il lancio di missili iraniani dello scorso 1 ottobre contro diverse zone di Israele, in risposta agli assassinii del leader di Hamas, Ismail Haniyeh e di quello di Hezbollah, Hassan Nasrallah.
L’Iran ha affermato che il suo sistema di difesa aerea ha contrastato con successo gli attacchi, ma che in alcune località sono stati causati “danni limitati”. In una dichiarazione, la difesa aerea iraniana ha affermato che Israele ha attaccato obiettivi militari nelle province di Teheran, Khuzestan e Ilam. Teheran ha anche annunciato la riapertura dello spazio aereo nazionale. “Le forti esplosioni udite intorno a Teheran erano collegate all’attivazione del sistema di difesa aerea contro le azioni del regime sionista che ha attaccato tre località fuori dalla città di Teheran”, ha riferito la TV di stato, citando fonti militari della provincia di Teheran.
Mentre colpiva l’Iran l’aviazione israeliana ha attaccato più obiettivi anche in Siria. A Suwayda ha preso di mira un radar nell’area di Tal Qalib, un reggimento di difesa aerea nel governatorato di Homs e si sono sentite esplosioni anche a Tartous, Homs, Masyaf e Jableh.
26/10/2024
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Redazione