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Israele bombarda Hamas in Qatar: l’onnipotenza della follia

Israele bombarda Hamas in Qatar: l’onnipotenza della follia

Politica Estera

10/09/2025

Remocontro

Ennio Remondino

Bombe sui nemici, bombe sui Paesi neutrali, ora perfino attacchi negli Stati mediatori: Israele non ha limiti e ha dichiarato di aver colpito obiettivi legati ad Hamas a Doha, capitale del Qatar che da oltre un anno sta cercando di mediare la pace a Gaza.

Operazione ‘Giorno del Giudizio’. Per loro mai?

«Una definizione che nasconde tutto lo spregiudicato millenarismo che ammanta la strategia bellica di Israele in Medio Oriente», lo sdegno di Andrea Muratore. Ufficialmente, Tel Aviv dichiara di aver preso di mira «membri della leadership di Hamas che hanno guidato le operazioni dell’organizzazione terroristica, sono stati direttamente responsabili del brutale massacro del 7 ottobre e hanno orchestrato e gestito la guerra contro lo Stato di Israele». Hamas ha dichiarato che i bersagli erano i negoziatori in città per discutere della proposta di pace. Khalil al-Hayya, capo negoziatore di Hamas, è stato dichiarato morto, prima della smentita da fonti del gruppo sentite da Al Jazeera.

Oltre ogni limite per arrivare a cosa?

Israele ha attaccato ieri l’edificio in cui era riunito o stava per riunirsi il comitato direttivo di Hamas, presieduto dal leader non ufficiale del movimento, Khalil al-Hayya. “Un passo eccezionalmente pesante Netanyahu ha compiuto incurante delle gravi conseguenze politiche e diplomatiche che comporterà, consapevole che avrebbe provocato il crollo, quasi certamente definitivo, della possibilità di un accordo di tregua a Gaza e, quindi, del rilascio degli ostaggi israeliani in cambio dei prigionieri politici palestinesi”, denuncia Michele Giorgio sul manifesto. L’ha capito immediatamente Einav Zangauker, il cui figlio Matan è tra i sequestrati a Gaza. «Potrebbe darsi che in questo preciso momento il primo ministro abbia assassinato il mio Matan, segnando il suo destino» ha scritto in un post su X, esortando a «porre fine a questa guerra e a riportare a casa tutti in un accordo globale».

Irresponsabilità politica assoluta

Più severo ancora Alberto Negri. «Il cinismo di Netanyahu è totale: gli ostaggi da vivi sono un motivo per continuare il genocidio, da morti una ragione in più per la pulizia etnica dei palestinesi. Siamo oltre l’estremismo sionista più radicale: Israele è ormai uno stato-mafia, uno stato terrorista. Prepara una trappola e agisce come un killer verso chiunque, finge di negoziare e poi uccide i negoziatori. Non ha e non riconosce limiti: il diritto internazionale ormai per Tel Aviv è una nota a piè di pagina da ignorare con fastidio. Ricordiamolo adesso, in ogni momento, con la Flotilla diretta verso la Palestina. Al tavolo negoziale in Qatar, ieri insanguinato, siedono anche gli inviati americani: gli Stati uniti sono d’accordo con Netanyahu in tutto e per tutto ma a Doha anche Washington e Trump hanno fatto una figura meschina e inaffidabile. Al premier Netanyahu non importa nulla degli ostaggi, altrimenti avrebbe già fatto un accordo, le vite stesse degli israeliani sono subordinate ai suoi obiettivi: restare al potere e sfuggire alla giustizia con una guerra infinita. In fondo lui è il principale agente dell’antisemitismo. Il suo cinismo è totale: gli ostaggi da vivi costituiscono un motivo per continuare il genocidio e l’annessione di territori, da morti diventano una ragione in più per completare la strage e la pulizia etnica dei palestinesi».

Gli Usa completamente estranei?

Il Qatar vanta un poderoso apparato di difesa aerea, con Patriot e Thaad. L’ombra dell’attacco anche su Doha, che ora si trova stretta tra la potenziale accusa di aver lasciato fare o non esserne stata capace. Lei o chi per lei. Chi sapeva? Le fonti Osint parlano di un plausibile coinvolgimento americano. Ryan Grim di DropSite ha scritto che «Trump ha inviato un accordo di pace ad Hamas, Hamas si è incontrata per discuterne a Doha, dove gli Stati Uniti stanno mediando i colloqui e hanno una base, e Israele li ha bombardati, presumibilmente con il supporto degli Stati Uniti».

Troppi sospetti?

«I negoziatori di Hamas che si erano riuniti per discutere l’offerta di cessate il fuoco di Trump, proprio come Trump aveva condotto falsi colloqui nucleari con l’Iran per uccidere i negoziatori iraniani. Le fonti, inoltre, riportano di aerei americani e britannici in volo prima dell’attacco. Se di attacco aereo si è trattato, difficile pensare a un Qatar non informato dai fatti. Doha ha un’ottima antiaerea e possiede caccia Rafale, Typhoon e F-15. Possibile non fosse a conoscenza di nulla e sia stata sorpresa?

Trattare con Usa e Israele?

Chi si fiderà più delle promesse negoziali di Usa e Israele dopo questa manovra volta a colpire i diplomatici di Hamas in un Paese terzo? Una delle domande di InsideOver. Chi ricostituirà la possibilità di un dialogo e di un confronto politico costruttivo? A essere minato è stato l’ordine internazionale in quanto tale, la certezza di ciò che rimaneva della possibilità di dialogo per pacificare il Medio Oriente, la possibilità di un accordo capace di frenare le guerre infinte. Tre mesi dopo l’Iran, anche Hamas è colpito tra l’incudine americano e il martello israeliano. Trump e Netanyahu hanno scelto la forza a unico metro di giudizio sul futuro politico della regione. Decisione da cui difficilmente si potrà tornare indietro

Attacco a tutto schermo

Rilevanti politicamente anche le dinamiche dell’attacco. Israele ha colpito in pieno giorno, in maniera mirata e rivendicato apertamente l’azione come ‘attacco mirato’’. L’Israel Defense Force ha rivendicato di aver colpito assieme all’Israel Security Agency, lo Shin Bet, mostrando dunque di aver informazioni di intelligence chiare sul posizionamento dei leader di Hamas. Lo Shin Bet, e non il Mossad (servizio estero) controlla Hamas perché Gaza è ritenuta, da Tel Aviv, fronte interno. I

Ottavo bersaglio di schizofrenia aggressiva

Israele ha scelto di colpire l’ottavo territorio mediorientale (dopo Gaza, Cisgiordania, Libano, Siria, Iraq, Iran e Yemen) dal 7 ottobre 2023 a oggi. Un Paese impegnato sia nel sostegno alla mediazione che legato a doppio filo tanto con Hamas quanto, in prospettiva, con lo stesso Stato Ebraico: Doha era una delle capitali ‘attenzionate’ da Tel Aviv per l’estensione degli Accordi di Abramo prima del 7 ottobre. Ma ancora accordi con Israele da parte di chi? Regimi autoritari all’ultra destra cercansi.

Bombardare la pace

Bombardare dei negoziatori nemici nel Paese mediatore, in questo caso, significa bombardare la pace. La vera nemica del governo di Netanyahu, che assieme alla stabilità regionale trascina a fondo l’immagine internazionale di Israele. Una vecchia regola della diplomazia sacra da secoli violata: gli ambasciatori non sono un bersaglio militare e nemmeno i negoziatori. Dal 7 ottobre Israele ha bombardato ambasciate (quella iraniana a Damasco) e ora, dei mediatori.

  • «Un simbolo di un tempo brutale in cui ogni regola della pace e della guerra è sconvolta», per Muratore. E lo Stato Ebraico è responsabile di un imbarbarimento del clima politico internazionale che minaccia la stabilità mondiale ben oltre il Medio Oriente.

Intanto a Gaza City?

Cosa accade con l’evacuazione di Gaza City? Ancora Alberto Negri: “Haaretz afferma che per i gazawi non c’è via di fuga e alternativa. Ma a cosa? Lo stesso esercito israeliano aveva indicato che l’unica soluzione è ammassarli in campi di concentramento dove ogni tentativo di uscirne verrà punito con la morte”. Valutazione politica chiave: “L’operazione di ieri in Qatar contro Hamas è un ammonimento ai capi arabi su quello che potrebbe succedere se non collaborano. Questa è la logica del ricatto dello stato mafioso-terrorista”.

Europa (chi l’ha vista)

  • Dopo 19 ‘pacchetti’ di sanzioni alla Russia, l’Europa e l’Italia non riescono a vararne neppure una contro Israele. È evidente che sono ricattati da Israele e dagli Stati uniti. Il governo italiano trema perché gli apparati di sicurezza israeliani e americani ne limitano la sovranità e hanno la chiave della nostra cybersecurity. Resta così l’opinione pubblica, lasciata sola a protestare da politici complici e senza alcuna dignità.

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