20/11/2025
da Pagine Esteri
di Michele Giorgio |
L’Amministrazione Civile Israeliana ha emesso un ordine di confisca per il sito archeologico e storico palestinese di Sebastia e l’area circostante, che comprende appezzamenti di terreno appartenenti sia ai residenti di Sebastia che alla vicina città di Burqa. Questo sviluppo renderà Sebastia il quinto sito archeologico in Cisgiordania ad essere espropriato da quando Israele ha occupato la Cisgiordania nel 1967. L’espropriazione includerà circa 550 appezzamenti agricoli privati, utilizzati principalmente per l’industria olivicola locale. Il pretesto dell’espropriazione: “La conservazione e lo sviluppo del sito come sito accessibile ai visitatori e al grande pubblico”.
Sebastia è una delle città antiche più significative della regione e un sito incluso, dal 2012, nella lista provvisoria UNESCO dei siti Patrimonio dell’Umanità per lo Stato di Palestina.
L’intenzione è chiara: separare l’antico sito di Sebastia dalla città palestinese che porta lo stesso nome, collegarlo alla Strada 60 e trasformarlo in un’attrazione turistica gestita dai coloni (simile alla Città di Davide a Silwan, Gerusalemme Est). Questo sviluppo fa seguito alla decisione governativa 491 (maggio 2023) , che stanzia 32 milioni di shekel (circa 8 milioni di euro) per sviluppare quello che le autorità israeliane chiamano il “Parco Nazionale di Shomron (Samaria)”, in un piano che prevede un massiccio sviluppo del sito, tra cui un centro visitatori, un parcheggio e una recinzione che separerà l’acropoli dal resto della città.
Con un documentario del 2022 prodotto da Pagine Esteri e sotto la guida dell’archeologo Osama Hamdan, scomparso lo scorso anno, e della storica dell’arte Carla Benelli, vi portiamo sul sito archeologico di Sebastia per farvi conoscere la sua storia e le mire dei coloni e delle autorità israeliane.

