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Israele a Gaza City: ciò che a nessun altro sarebbe permesso

Israele a Gaza City: ciò che a nessun altro sarebbe permesso

Politica Estera

16/09/2025

da Remocontro

Ennio Remondino

«Il cielo ha preso il colore arancione delle bombe illuminanti. La notte è scomparsa dalla città: missili lanciati dai caccia, incessanti colpi di artiglieria, droni hanno provocato potenti esplosioni. I boati si sono sentiti nel centro di Israele. 37 attacchi in 20 minuti e la fuga di massa dalla zona nord-occidentale».

In via Al-Jalaa, nel cuore di Gaza City

Fonti di Gaza riescono a comunicare che i tank di Tsahal sono entrati in via Al-Jalaa, nel cuore di Gaza City. Bombe-robot hanno abbattuto gli edifici. «La città sta bruciando e andremo avanti fino alla sconfitta di Hamas», vanta il ministro israeliano Katz. Almeno 62 le vittime ieri nell’enclave palestinese, ‘almeno 38 morti a Gaza nei raid notturni’ riferisce Cnn, con i video che «mostrano i corpi di numerosi bambini insanguinati che arrivano negli ospedali nel nord di Gaza, insieme ad adulti che urlano di dolore mentre piangono i corpi dei loro figli, coperti da sudari bianchi». Netanyahu ringrazia Trump dopo la sua minaccia ad Hamas, accusata di usare gli ostaggi come scudi umani. Israele non colpirà di nuovo il Qatar, assicura il presidente Usa.

Vertici criminali oltre la follia

Netanyahu ha dato il via all’operazione dopo una giornata intensa. In conferenza stampa congiunta, a nome del presidente Trump, il segretario di Stato Usa Marco Rubio in Israele, ha sottolineato il forte legame tra i due Paesi e soprattutto ha messo in chiaro che «la Casa Bianca resta impegnata a raggiungere due obiettivi in particolare: «Ogni singolo ostaggio deve tornare a casa immediatamente e Hamas deve essere eliminato». Prima che Netanyahu si paragonasse a Charlie Kirk, l’attivista repubblicano ucciso nello Utah, riferendo «d’essere stato minacciato anche lui».

Carne da cannone

Circa 700mila persone ancora bersaglio a Gaza, nonostante i bombardamenti intensi delle ultime settimane. In 320mila si sono trasferiti verso la parte meridionale, nei campi di al Mawasi, a Kan Younis. Mentre ieri pomeriggio a Doha il vertice di emergenza del Paesi arabi e musulmani dopo l’attacco israeliano alla leadership di Hamas, su cui abbiamo l’analisi di Piero Orteca. Il “Times of Israel” riporta che il via libera all’attacco è arrivato dal segretario di Stato americano Marco Rubio a Tel Aviv e Gerusalemme che avrebbe dato il semaforo verde di Washington all’operazione.

Katz: ‘Gaza sta bruciando’

L’offensiva finale di Israele per occupare completamente Gaza City e la Striscia secondo il portale americano Axios. «Un’operazione che rappresenta un’escalation della guerra in corso da quasi due anni, che si prevede aumenterà il numero delle vittime e aggraverà la catastrofe umanitaria nell’enclave». «Nelle ultime settimane, Israele ha condotto una campagna sistematica per radere al suolo ciò che resta di Gaza City, prendendo di mira grattacieli residenziali e scuole e costringendo a un’evacuazione di massa dell’area», denuncia Al Jazeera.

L’artificio dietro l’attacco

  • Nei giorni scorsi era emersa la voce, poi non confermata, che Hamas voleva utilizzare gli ostaggi superstiti come scudi umani contro i bombardamenti e l’invasione israeliana, con Trump che l’ha bollata da «atrocità come poche persone ne hanno viste prima». Cronaca internazionale disattenta, con il gruppo islamista che ha denunciato queste dichiarazioni come «frutto della propaganda israeliana». Va detto che Netanyahu e i suoi alleati hanno mostrato da tempo di voler proseguire la guerra a prescindere dalla liberazione degli ostaggi, che ad oggi sembra più un obiettivo americano che israeliano.
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