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Italia-Arabia Saudita. Roma dimentica diritti umani e guerre e consolida la cooperazione militare

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Riyadh dopo tre anni è tornata a bombardare le postazioni Houthi in Yemen a fianco delle forze armate degli Stati Uniti d’America e del Regno Unito. Nel 2024 si è invece caratterizzata per l’esecuzione di 345 condanne a morte, in buona parte per decapitazione.

Il Regno dell’Arabia Saudita è paese belligerante, all’indice per le sistematiche violazioni dei diritti umani, ma l’Italia del governo Meloni-Tajani-Crosetto ha scelto di consolidare la partnership politico-diplomatica e militare-industriale con le autorità di Riyadh.

Per promuovere la cooperazione tra l’Esercito italiano e le forze armate saudite dal 14 al 17 aprile scorso una delegazione dello Stato Maggiore guidata dal generale Carmine Masiello si è recata in visita ufficiale in Arabia Saudita. La missione ha previsto incontri con alti ufficiali e rappresentanti delle istituzioni militari locali; in particolare la delegazione è stata ospite del Comando delle forze di terra saudite, della National Defence University e dell’Accademia militare “King Abdulaziz” di Riyadh.

“Tra gli obiettivi principali della missione vi è stato il rafforzamento delle partnership industriali, il supporto allo sviluppo di nuove capacità, la partecipazione ad esercitazioni congiunte e l’ammissione di personale saudita a corsi di formazione in Italia”, spiega il ministero della Difesa. “Durante gli incontri, sono stati affrontati temi cruciali legati alla sicurezza e alla cooperazione militare, evidenziando le aree in cui l’Italia può fornire supporto, in particolare attraverso l’industria della difesa e l’addestramento”.

Altrettanto enfatiche le dichiarazioni rese dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito a conclusione della visita nel Regno saudita. “La cooperazione militare è uno dei tanti pilastri che rafforzano il profondo rapporto di amicizia tra i nostri Paesi”, ha espresso il generale Masiello. “Per elevare i rapporti bilaterali tra i due Eserciti, siamo pronti per un piano d’azione strutturato, con priorità condivise, per approfondire la conoscenza reciproca e crescere insieme, interrogandoci sulle sfide emergenti e sul futuro degli scenari”. 

A fine gennaio era stata la presidente del consiglio Giorgia Meloni a recarsi in visita ufficiale in Arabia Saudita. Con il principe ereditario e primo ministro del Regno, Mohamed bin Salman Al Saud, la Meloni ha assunto l’impegno a giungere ad una “cooperazione strutturata” tra i due paesi, specie in campo economico-finanziario e, ovviamente, militare-industriale. Ampia convergenza è stata espressa su diverse questioni globali e regionali: dal rafforzamento delle relazioni tra l’Unione europea e il Consiglio di cooperazione del Golfo alla “ricerca di una pace giusta e duratura” in Ucraina; dal “consolidamento del cessate il fuoco a Gaza” al “sostegno a un processo politico inclusivo” in Siria e Libano. Giorgia Meloni e Mohamed bin Salman Al Saud si sono pure dichiarati concordi nell’avviare iniziative comuni e collaborazioni pubblico-private nel continente africano. 

Il via vai tra Roma e Riyadh di ministri, generali e ammiragli è stato intensissimo negli ultimi due anni e mezzo. Il 25 gennaio 2023 il Capo delle forze armate saudite, generale Fayyadh bin Hamed Al-Ruwaili è stato ospite a Roma del ministro della Difesa Guido Crosetto, dell’allora Capo di Stato Maggiore, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, e del responsabile del Comando operativo di vertice interforze (COVI), generale Francesco Paolo Figliuolo. Il generale Al-Ruwaili è stato pure accompagnato a visitare alcune delle maggiori aziende del comparto militare-industriale: Fincantieri, Leonardo e Mbda (società leader in ambito missilistico, controllata da Airbus, Bae Systems e Leonardo). 

Guido Crosetto si è invece recato a Riyadh il 17 ottobre 2023 per incontrare il ministro della Difesa, principe Khalid Bin Abdulaziz. “I due responsabili della Difesa si sono confrontati su argomenti di stretta attualità, evidenziando il comune impegno nel rafforzare il dialogo e la collaborazione tra Arabia Saudita e Italia”, ha riferito l’ufficio stampa del ministero. “Crosetto si è anche reso disponibile a esplorare nuovi ambiti di collaborazione per incrementare l’interoperabilità delle Forze Armate dei due Paesi a beneficio della sicurezza del Mediterraneo e del Golfo Arabico (…) dove l’Arabia Saudita svolge un ruolo strategico per il processo di stabilizzazione dell’intera area”. 

La cooperazione congiunta nel settore della ricerca, dello sviluppo e della produzione di sistemi d’arma è stata al centro della “prima edizione” del Joint Consultative Committee Arabia Saudita-Italia, tenutosi nella capitale saudita il 4 e 5 dicembre 2023, presente l’allora Segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli armamenti, generale Luciano Portolano (oggi Capo di Stato maggiore della difesa). Il generale Portolano è poi tornato a Riyadh il 7 febbraio 2024 per incontrare il Capo della Difesa del Regno, generale Fayyadh al-Ruwaili.

Il 29 aprile 2024 ancora il Capo di Stato Maggiore ha ricevuto a Roma una delegazione militare saudita guidata dal viceministro della Difesa, Ibrahim Ahmed Al-Suwayed. “Durante l’incontro, volto ad avviare una partnership strategica di lungo periodo, sono stati condivisi argomenti inerenti la cooperazione tecnico-militare e i principali programmi di Difesa tra l’Italia e il Paese mediorientale”, ha riportato in nota lo Stato Maggiore italiano.  I vertici delle forze armate sauditi ancora in missione ufficiale a Roma il 13 maggio, con tanto di omaggi all’Altare della Patria e al Sacrario delle Bandiere.

Fedeli alleati da oltre un trentennio

Con il ministero della Difesa e dell’Aviazione dell’Arabia Saudita, l’Italia vanta un accordo di cooperazione da più di trent’anni. Esso fu sottoscritto il 17 febbraio 1993 dall’allora ministro della difesa, on. Salvo Andò (Psi), e dal principe-generale Sultan bin Abdulaziz, e venne ratificato dal Parlamento il 2 marzo 1998. Nello specifico le due parti si impegnarono a costituire un Comitato Misto Consultivo per promuovere attività tecnico-amministrative di mutua collaborazione nel settore della formazione e dell’addestramento militare e delle forniture ed acquisizioni di sistemi d’arma. L’Accordo aveva durata quinquennale ma è rimasto in vigore sino ad oggi. 

Specie nell’ultima decade si è assistito alla crescita del numero di ufficiali sauditi ospiti in Italia per stage formativi presso le accademie militari di Modena, Pozzuoli e Livorno, le scuole di volo dell’Aeronautica o il Centro Alti Studi della Difesa. A seguito della firma di un accordo tecnico tra l’Aeronautica italiana e la Royal Saudi Air Force (23 marzo 2016, l’anno successivo all’inizio dell’intervento bellico saudita in Yemen), gli allievi piloti sauditi svolgono l’iter per il conseguimento del brevetto di pilota militare presso il CAE MultiCrew di Pratica di Mare (Roma) e, per la “linea elicotteri”, presso il 72° stormo di Frosinone. Ad essi si sono aggiunti i percorsi addestrativi presso il Centro di Formazione Aviation English di Loreto (Ancona), il 70° stormo dell’Aeronautica di Latina e, per l’addestramento alla guida dei cacciabombardieri, presso il 61° stormo di Galatina (Lecce).  Il personale specializzato dell’Aeronautica saudita svolge inoltre stage formativi presso l’Istituto di Medicina Aerospaziale (IMAS) di Roma.

Le accademie militari italiane, in collaborazione con le università statali, forniscono al personale militare saudita alcuni percorsi di laurea in dottrine di guerra. All’Accademia Navale di Livorno, gli ufficiali della Marina e della Capitaneria di Porto del Regno possono conseguire il titolo di dottore in “Scienze Marittime e Navali” e in “Scienze del Governo e dell’Amministrazione del Mare”. A Torino, presso la Scuola di Applicazione dell’Esercito e la Scuola Interdipartimentale in Scienze Strategiche dell’Università degli Studi, il personale militare saudita consegue la laurea specialistica in “Scienze Strategiche”. “Lo scenario didattico del corso, frutto di una efficace sinergia fra Esercito e Università, prevede cinque indirizzi: politiche organizzative, sistemi gestionali, comunicazioni, logistica, economico – amministrativo”, spiega lo Stato Maggiore. “Obiettivo comune della Scuola di Applicazione dell’Esercito e della Scuola Universitaria Interdipartimentale è formare professionisti militari e civili in grado di affrontare e risolvere situazioni complesse nell’ambito di crisi e conflitti, in scenari nazionali e internazionali (…) attraverso mirati soggiorni all’estero e l’osmosi culturale fra mondo militare, accademico, scientifico, imprenditoriale e della comunicazione”. (8) Il 1° agosto 2022 alla “giornata del laureato” in Scienze Strategiche era presente a Torino una delegazione militare saudita guidata dal Comandante del “King Abdulaziz Military College” di Riyadh, generale Ali Saleh B. Alhudaif. 

Affari d’oro per le industrie di morte

Governo e forze armate sono in prima linea per accreditare presso il Regno saudita le “eccellenze” della produzione bellico-industriale made in Italy. Riyadh ha lanciato un programma strategico a medio termine (Kingdom of Saudi Arabia Vision 2030) per ridurre la dipendenza dal petrolio e diversificare la propria economia, principalmente grazie a sempre maggiori investimenti in ambito militare e allo sviluppo di una produzione industriale che assicuri che non meno del 50% dei sistemi d’arma venga realizzato in territorio saudita. Momento clou per il rafforzamento delle relazioni tra le aziende italiane del comparto militare e le forze armate dell’Arabia Saudita è stato il “World Defense Show”, il salone espositivo degli armamenti tenutosi nella capitale araba dal 4 all’8 febbraio 2024.

Alla presenza del vice-segretario generale della Difesa e della direzione nazionale degli armamenti, ammiraglio Pier Federico Bisconti e del viceministro Ibrahim Al Suwaied, il gruppo Leonardo SpA ha sottoscritto un memorandum of understanding con l’Autorità generale per l’industria militare saudita per sviluppare investimenti e collaborazione nei settori dell’aerospazio, della manutenzione e riparazione di velivoli, della  produzione di sistemi di guerra elettronica e radar e per l’assemblaggio di elicotteri. “Il MOU offre inoltre alle parti un focus su aree specifiche, sia nel settore del combattimento aereo, che in quello dell’integrazione multi-dominio, campi dove Leonardo sta sviluppando tecnologie di nuova generazione (…) sistemi a pilotaggio remoto, sensori integrati, digitalizzazione”, spiegano i manager del gruppo italiano. “Le parti si impegnano altresì ad esplorare opportunità per la supply chain nazionale in Arabia Saudita, e più in generale, per il ruolo di Leonardo nella regione…”. 

Altri accordi tecnici con le principali aziende belliche italiane sono stati sottoscritti in occasione della visita a Riyadh della premier Giorgia Meloni a fine gennaio 2025. In particolare Leonardo SpA, ELT Group (già Elettronica) e Fincantieri hanno firmato memorandum con la General Authority for Military Industries (GAMI), l’entità che cura la localizzazione delle spese militari, con la Saudi Arabian Military Industries (SAMI), holding statale che controlla le aziende belliche, e con Shamal Group, gruppo di proprietà del ministero degli esteri che fornisce servizi alle industrie della difesa.

Le industrie italiane guardano con particolare attenzione all’Arabia Saudita quale possibile cliente del cacciabombardiere di sesta generazione (GCAP – Global Combat Air Programme) in via di sviluppo dal consorzio guidato da Leonardo, BAE Systems (Regno Unito) e Mitsubishi Heavy Industries (Giappone). L’Aeronautica militare saudita ha anche avviato i negoziati per l’acquisto di un secondo lotto di caccia “Eurofighter Typhoon” (48-56 esemplari), prodotti dall’omonimo consorzio europeo in cui è presente ancora Leonardo.

“Ma grandi opportunità ci sono pure nel settore elicotteristico – gli NH-90 del consorzio internazionale NHIndustries, ma non solo – e nel settore navale”, scrive RID – Rivista Italiana Difesa. “In quest’ultimo, ricordiamo il requisito per quattro nuove fregate leggere e la richiesta di informazioni inviata a Fincantieri”. Tra caccia, elicotteri e unità navali, le potenziali commesse saudite comporterebbero una spesa di oltre dieci miliardi di euro. 

05/05/2025

da Pagine Esteri

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