ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

Kiev, troppi ‘rimpasti governativi’, debiti e dubbi politici

Kiev, troppi ‘rimpasti governativi’, debiti e dubbi politici

Il rimpasto a Kiev è ufficiale, ma Usa e Ue non approvano. Fuori Kuleba, e i creditori dell’Ucraina scontenti del repulisti del presidente ucraino, il commento unanime. Con retroscena velenosi che gettano ombre sulle scelte di Zelensky, soprattutto per la rimozione del ministro degli Esteri Kuleba, con reazioni infastidite di alti funzionari Ue e Usa. Il presidente ucraino però non si ferma: oggi alla base Nato di Ramstein, in Germania, per «ulteriori forniture di armi, in particolare missili a lungo raggio e una maggiore difesa antiaerea», rivela Spiegel.

 

 

Perché Kuleba no

Secondo la rivista Politico, a costringere Kuleba alle dimissioni sarebbe stato uno scontro con Andriy Yermak, capo dell’ufficio di Zelensky e braccio destro del presidente. Grazie al suo incarico, Kuleba aveva contatti diretti ben consolidati con Blinken e molti altri. Difficile da capire, impossibile da dimostrare. Ma il fatto rimane, tra molto sconcerto.

Blinken chiama Kuleba e lo ringrazia

In una nota del dipartimento veniamo informati che il segretario di Stato, Blinken, ha avuto un colloquio telefonico con Kuleba per «ringraziarlo per la sua instancabile leadership nella politica estera dell’Ucraina in un contesto segnato da sfide storiche, specie a seguito dell’invasione russa». Blinken ha anche espresso «gratitudine per la stretta collaborazione che Usa e Ucraina hanno sviluppato attraverso numerosi impegni».

‘Caro Dmytro’, scrive Borrel

Anche il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha ringraziato il ministro dimissionario rivolgendosi a lui come a un amico. «Caro Dmytro» è l’inizio del messaggio pubblicato sul profilo Twitter del funzionario Ue. «Dalla mia prima visita a Kiev nel 2020, alla nostra missione congiunta nel Donbass nel gennaio 2022, alla sua partecipazione a ogni Consiglio Affari esteri dell’Ue da quando la Russia ha lanciato la sua invasione su vasta scala: ne abbiamo passate tante, la tua forte cooperazione e le tue capacità diplomatiche sono state inestimabili nella lotta contro l’aggressione russa. Hai fatto molto per il tuo Paese e per l’Europa».

Personalismi del presidente e poi i soldi

La stampa ucraina è venuta a sapere di una lettera, indirizzata al governo ucraino domenica scorsa, nella quale i capi dei donatori e dei creditori internazionali chiedevano di non rimuovere, Volodymyr Kudrytskyi, il capo di ‘Ukrenergo’, l’operatore energetico nazionale. Missiva con firme pesanti, chiedeva a Kiev di lasciare Kudrytskyi al suo posto. Secondo la testata ucraina in lingua inglese The new voice of Ukraine, Kudrytskyi era considerato il miglior manager del Paese dai partner occidentali, che lo consideravano «incorruttibile».

Un Zelensky nascosto?

Invece Kudrytskyi è stato cacciato, Kuleba è stato cacciato e oggi Zelensky si presenterà a Ramstein in uno dei momenti più delicati per il suo Paese accompagnato da un insolito sospetto, annota Sabato Angieri sul Manifesto: «che il paladino dei valori occidentali al quale abbiamo fornito armi e soldi per oltre due anni si stia trasformando in un leader autoritario e accentratore?

E la crisi economica esplode sulla guerra

Ucraina paese in guerra, ma niente default: i creditori accettano un taglio del 37% Kiev rinegozia 23,6 miliardi di debiti tra bond e interessi. La più grande ‘ristrutturazione di un debito’ dopo Grecia e Argentina. L’Ucraina, assistita nelle trattative dalla banca franco-britannica Rothschild & Co e da un team dello studio legale statunitense White & Case LLP, è riuscita ad ottenere la ristrutturazione del suo debito offshore, quello detenuto dai colossi della finanza mondiale. Parliamo di 19,67 miliardi di dollari emessi in eurobond, che salgono a 23,6 se si calcolano gli interessi finora maturati.

‘Sforbiciata’, e che sforbiciata

I vecchi debiti ucraini pre guerra. L’Ucraina, dopo l’invasione russa nel febbraio 2022, aveva ottenuto una moratoria di due anni sui pagamenti, scaduta lo scorso 1° agosto. Da allora il «dilemma di Kiev»: trovare un accordo con i creditori o dichiarare default. Come se il paese non fosse già di fatto fallito. La stessa ristrutturazione del debito è in fondo un’ammissione di insolvenza. Kiev non ha più un bilancio autonomo, né può finanziarsi sul mercato.

Prestiti di Paesi occidentali amici, grandi gruppi finanziari americani ed europei, e istituzioni come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale (soldi di tutti), che insieme hanno già dato 85 miliardi di dollari). Con il deficit di bilancio 2024 a 43 miliardi di dollari.

06/09/2024

da Remocontro

rem

share