15/12/2025
da La Notizia
Manovra, nuova bocciatura dalla Bce: “Effetti negativi sulle banche e sulle famiglie”. La Bce boccia la Manovra, lanciando l'allarme sugli effetti per le banche. A rischio, in particolare, gli istituti più piccoli.
Chiuso quello sulle riserve auree di Bankitalia, si riapre subito lo scontro tra la Bce e il governo sulla Manovra. La Banca Centrale europea, nel suo parere relativo alla tassazione delle istituzioni finanziarie, avverte che le misure previste dal governo con la Manovra potrebbero avere alcuni effetti negativi sul comparto del credito italiano.
In particolare, per l’Eurotower il rischio riguarda l’erogazione del credito, gli utili, ma anche patrimonio e liquidità. La Bce, nel parere firmato dalla presidente Christine Lagarde, prevede che le misure ideate dal governo aumentino il carico fiscale effettivo sul settore bancario. E, qui l’avvertimento, “sebbene gli enti creditizi presentino ancora una buona solidità finanziaria e una prima valutazione dell’impatto del disegno di legge suggerisca che la situazione non cambierebbe dopo la sua adozione, il previsto aumento della pressione fiscale potrebbe pregiudicare l’erogazione del credito all’economia”.
La Bce boccia (di nuovo) la Manovra: a rischio le piccole banche
Dalla Bce arriva quindi una bocciatura completa della Manovra. Nel parere si spiega che l’effetto legato all’aumento della pressione fiscale è “aggravato dall’aumento dell’incertezza del quadro fiscale causato dall’adozione di un’ulteriore nuova legge in materia di enti creditizi, che ne pregiudica la capacità di pianificazione nel già incerto contesto macroeconomico attuale”.
I costi derivanti dall’aumento delle imposte, per la Bce, “comporterebbero pertanto un inasprimento delle condizioni alle quali gli enti creditizi finanziano l’economia, sia direttamente, in quanto tali enti trasferirebbero parte di tali costi sui debitori, sia indirettamente, attraverso i potenziali effetti negativi sulle loro posizioni patrimoniali a causa della depressione della reddittività”. Insomma, il rischio è che queste misure portino le banche a rendere peggiori le condizioni di accesso al credito, come per esempio con i mutui.
Così la Banca Centrale europea raccomanda all’Italia un’analisi approfondita delle eventuali conseguenze negative per il settore bancario delle misure varate dal governo. Un’analisi che, secondo Francoforte, dovrebbe “illustrare dettagliatamente, in particolare, l’impatto specifico dell’affrancamento sulla reddittività di più lungo periodo e sulla base patrimoniale degli enti creditizi, sull’accesso alla provvista e sulla concessione di nuovi prestiti”.
Tra i vari punti sottolineati, la Bce lamenta anche la mancanza di una relazione illustrativa che spieghi la ratio delle misure introdotte. Il timore principale riguarda gli enti “meno significativi, che tendono a essere più concentrati sull’erogazione del credito”. In particolare, il rischio riguarda quindi le piccole banche, che potrebbero avere meno capacità di assorbire potenziali rischi. Inoltre, l’aumento dell’Irap e la riduzione delle deduzioni faranno calare “gli utili netti del sistema bancario italiano nel breve periodo”.

