06/09/2025
da Remocontro
La parata degli 80 anni della Vittoria e il trionfante vertice della Shangahi Cooperation e dal dibattito che ne è seguito. «La Cina ha vinto», scrive i Alessandro Aresu, uno dei maggiori esperti di politica e strategia dell’innovazioni tecnologica, di Geopolitica dell’Intelligenza Artificiale.
La Cina di Xi e l’America di Trump
Si parte dall’osservazione delle origini di questa vittoria, ovvero dalla superiorità produttiva che la Cina ha raggiunto nella competizione globale. Lo spunto lo offre l’attualità economica. Settembre è arrivato con il botto sui mercati finanziari. Le preoccupazioni per le politiche fiscali del governo americano stanno scuotendo i più grandi mercati obbligazionari, con i rendimenti dei titoli di Stato statunitensi a 30 anni che questa settimana hanno sorvolato la ‘no fly zone’ del 5%, ovvero tassi di insostenibilità totale.
Debito Usa alle stelle
Ma problematiche di rifinanziamento del debito le stanno sperimentando anche il Giappone e in Europa, Francia e Inghilterra in piena crisi finanziaria. A questa sfiducia dei mercati si è aggiunta ‘la corsa all’oro’, bene rifugio che lo scorso 2 settembre ha toccato il record storico delle sue quotazioni. In sintesi: le economie dell’Occidente annaspano nel debito pubblico e i mercati non credono alle politiche fiscali dei governi.
La Cina per il ‘suo mercato americano’
- Per continuare a sostenere un tale sistema finanziario e garantire il livello di consumi attuale, occorre un’ancora di salvezza. Quale occasione migliore per vincere una guerra salvando la vita a un nemico? Senza scomodare i custodi della millenaria tradizione del pensiero strategico cinese, torniamo al punto dei malridotti conti pubblici.
Dollaro debole e debito sul mondo
Trump ha dichiarato di volere un dollaro più debole per continuare ad indebitare l’America e continuare a vivere al di sopra delle sue possibilità. Bene, la Cina gli può venire incontro aumentando il valore della sua moneta. Nulla di dichiarato ufficialmente, «non una fluttuazione di mercato spontanea, bensì una spinta controllata» afferma Reuters. Ma vediamo in che modo ciò aiuterebbe strategicamente l’avversario americano.
Yuan più forte anti dazi
Uno yuan più forte rende più costose le esportazioni cinesi, ma allo stesso tempo riduce il peso dei dazi americani sugli importatori negli Usa, attenuando parte dell’impatto politico ed economico voluto da Trump. Secondo obbiettivo, lo yuan è un punto di riferimento per molte valute asiatiche. Rafforzandolo, la Cina consolida la sua influenza nella regione e limita la volatilità valutaria dei paesi vicini.
Cina leader del sistema finanziario
Un’altra mossa strategica legata ad uno yuan forte, è diretta all’immagine della Cina come attore responsabile nel sistema finanziario globale. Le accuse che in questi anni sono state mosse a Pechino di ‘manipolazione valutaria’ cadrebbero, aprendo nuove prospettive agli investitori internazionali.
Difesa della valanga produttiva
In sintesi, Pechino potrebbe accettare o promuovere uno yuan più forte nonostante gli svantaggi per le esportazioni, perché ciò offre benefici strategici contro le pressioni USA, rafforza il ruolo regionale della Cina e sostiene la stabilità economica della sua valanga produttiva. Se queste sono solo delle ipotesi di una mossa cinese su un avversario che detiene la supremazia economica da ormai un secolo, esiste una certezza.
Vincerà l’innovazione tecnologica
La partita finale si gioca sull’innovazione tecnologica, il fattore centrale non solo dello sviluppo economico, ma del futuro della società mondiale. Come afferma Aresu, la filiera cinese dell’intelligenza artificiale garantisce una continuità in caso di crisi (sui materiali per esempio) che gli americani non possiedono. Dove però gli Stati Uniti detengono un vantaggio è su un anello fondamentale della filiera, ovvero le risorse umane per implementare i progetti.
Specialisti e talenti per metà cinesi
- Sono cioè gli specialisti, i talenti che, paradossalmente, sono per la metà cinesi. Giovani che sono andati nella Sylicon Valley attratti dai mezzi messi a disposizione, conti in banca compresi. Le università cinesi stanno accelerando nel creare poli di attrazione, ma la libertà d’impresa in America, seppur minacciata dalle pulsioni oligarchiche di Trump & Co., è ancora senza confronti. Un altro buon motivo per cui riflettere su quale mondo ci stiamo preparando ad abitare nell’era della Cina che vince.