"Oggetto e la finalità non chiari", ha detto la Corte Costituzionale. Sì ai quesiti su cittadinanza per gli extracomunitari, Jobs Act e altri tre
La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della legge sull’Autonomia differenziata delle Regioni. Ad emettere la sentenza sono stati gli attuali undici giudici della Consulta, in attesa che il Parlamento elegga i membri mancanti. La Corte ha rilevato che “oggetto” e “finalità” del quesito “non risultano chiari”. Questo, spiega la Corte, “pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore”. Per i giudici, il referendum “verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull’autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”: ciò “non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale”.
La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni. La Corte si era già espressa a dicembre in merito alla cosiddetta legge Calderoli, sottolineando – ai fini di compatibilità costituzionali – la necessità di correzioni su sette profili della stessa legge: dai Livelli essenziali di prestazione (Lep) alle aliquote sui tributi. Dichiarati ammissibili – quindi da votare nel 2025 – invece i 5 quesiti che riguardavano cittadinanza per gli extracomunitari con la richiesta di dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana, Jobs Act, indennità di licenziamento nelle piccole imprese, contratti di lavoro a termine e responsabilità solidale del committente negli appalti.
Nella maggioranza si esulta per la sentenza della Consulta sull’Autonomia differenziata: “Ora avanti tutta”, chiede il presidente del Veneto Luca Zaia. “Mi pare di capire che la legge resta valida, vanno fatti dunque quei correttivi chieste dalla Corte in precedenza, va applicata la sentenza dei giudici per i 7 punti indicati, quindi integrare dove la corte richiede di farlo”, spiega Alberto Balboni, senatore di Fdi e presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato. “L’iter si accorcia, ora il Parlamento può intervenire, recependo i rilievi precedenti, sulla parziale illegittimità della legge. Ora è chiaro il percorso”, sottolinea il senatore meloniano.
Soddisfatto il comitato del referendum di cittadinanza: “Sapevamo che il quesito era solido. Ringraziamo i 640mila cittadini che hanno firmato e le associazioni che hanno aderito, tutti gli artisti e i personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo. Da questi momento parte una fase completamente nuova, la campagna referendaria vera e propria: conquistare uno spazio di democrazia, di discussione e di voto. Contiamo su tutti, a partire da Palazzo Chigi, perché inviti a partecipare”, ha detto il segretario di Più Europa, Riccardo Magi. “I referendum si uccidono con la mancata partecipazione – ha aggiunto – Ci aspettiamo che Meloni inviti i cittadini a votare, non cerchi di nascondersi nessuno dietro il quorum”
20/01/2025
da Il Fatto Quotidiano