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La controffensiva scomparsa

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Gli inviati sul campo costretti a raccontarci dettagli sul poco che gli è consentito di vedere, e strateghi da studio e risse televisive scomparsi. Guerra a caduta di ascolti, e dubbi a crescere. E i pochi giornali seri rimasti, sul ‘mistero controffensiva’ ci girano attorno. Cosa sta realmente accadendo sul fronte dove gli ucraini sono ora nel difficile ruolo d’attacco, costoso in vite umane e mezzi, mentre le forze russe si sono ben trincerate e fanno tiro al bersaglio?
Pochi forse sanno, nessuno prova a raccontare, forse perché non è quello che i più avrebbero sperato di poter raccontare. Prudenza anche da parte nostra nel fornire le poche notizie riscontrabili o le loro opposte versioni, e soprattutto le dichiarazioni politiche più significative e rilevatrici.

Linea del fronte dopo un mese di controffensiva ucraina

Frammenti d’inizio luglio: continui attacchi ucraini contenuti o respinti dalle forze russe che in diversi settori effettuano contrattacchi tattici per mantenere o riassumere il controllo di postazioni vantaggiose. ‘Certa’, ma forse no, l’eliminazione della testa di ponte stabilita da forze ucraine sulla sponda sinistra del fiume Dnepr. Mentre lo stato maggiore ucraino si limita ad annunciare presunte perdite russe (quasi 229 mila caduti dal 24 febbraio 2022), e a non dirci nulla delle sue purtroppo elevate, come in ogni attacco. Il bollettino del ministero della Difesa russo conferma gli attacchi ucraini in tutti i settori di Zaporozhye, Sud Donetsk e Donetsk dove l’esercito russo li respinge. E  dettagli resi noti dalla parte localmente vincente, spesso la conquista di poche centinaia di metri, o qualche chilometro di inutile pietraia, rispetto al costo di tanti, troppi morti.

‘Successi parziali’, ammissione grave

Il 30 giugno il vice ministro della Difesa ucraino, Hanna Malyar, ha parlato di ‘successo parziale’ delle forze di Kiev sul fronte di Zaporizhia dove l’obiettivo dichiarato degli ucraini è riconquistare Melitopol, Berdyansk e la Crimea. Il primo luglio, fonti russe hanno dichiarato che gli attacchi ucraini contro Staromayorsk, sul fronte di Sud Donetsk, sono stati respinti dal Raggruppamento Vostok. Vantata anche la distruzione di 40 corazzati, compresi alcuni decantati carri Leopard di fabbricazione tedesca e donazione polacca. Controffensiva ucraina, avviata il 4 giugno, e mappe rese note dal Canale Telegram russo Z-Komitet, che pur nel margine del sospetto, mostrano una situazione sostanzialmente stabile. Che non è una buona notizia per la parte ucraina.

Pizzeria di svago o di comando?

Il bombardamento di Kramatorsk del 27 giugno con un missile balistico Iskander denunciato da Kiev come crimine contro i civili che affollavano una pizzeria, che ora cambia completamente volto. Mosca rivendica di aver ucciso due generali ucraini insieme a una cinquantina di ufficiali e una ventina di mercenari e consiglieri militari stranieri. Probabilmente esagerano sui numeri ma descrivono un attacco mirato alla riunione del ‘quartier generale’ della 56esima brigata di fanteria motorizzata: «Due generali partecipanti, fino a 50 ufficiali delle forze armate ucraine, nonché fino a 20 mercenari stranieri e consiglieri militari sono stati uccisi». Rivendica Mosca rovesciando tutte le cronache tv che ci sono state proposte in Italia.

Prime valutazioni

Nonostante i limitati progressi territoriali e le numerose fonti che riferiscono di perdite spaventose tra gli attaccanti, la controffensiva ucraina continua nel tentativo di sfiondare le linee nemiche e di colmare il ritardo rispetto ai piani iniziali che secondo indiscrezioni di fonte ucraina prevedevano la riconquista di Berdyansk entro il 20 giugno. Tra le cause delle difficoltà ucraine vi sarebbero, oltre alle poderose linee di difesa russa, la carenza di giovani ufficiali esperti in grado di guidare sotto il fuoco plotoni e compagnie di reclute con poche settimane di addestramento e le difficoltà a impiegare gli armamenti pesanti forniti dall’Occidente e distrutti in gran numero. Veicoli molti evoluti il cui impiego si è rivelato troppo complesso, segnala Analisi Difesa.

Vertice Nato di Vilnius, vetrina pericolosa

Nonostante gravi perdite e difficoltà sul campo, è ritenuto probabile a livello internazionale e che gli attacchi ucraini si intensifichino nei prossimi giorni in vista del Vertice NATO di Vilnius dell’11 e 12 luglio, «per Kiev uno spartiacque tra il sostegno occidentale allo sforzo bellico e le pressioni su Zelensky a negoziare con Putin» la valutazione politica recente del Wall Street Journal. Intervistato dal Washington Post, il capo di stato maggiore della Difesa ucraino, generale Valery Zaluzhny, ha incolpato la mancata fornitura di aerei da combattimento e la carenza di munizioni d’artiglieria per «i successi nella controffensiva che tardano a venire» .

Zelensky in ansia

«Avrei voluto iniziare la controffensiva prima», lamenta il presidente ucraino in una intervista con la Cnn. «Abbiamo dato al nostro nemico il tempo e la possibilità di piazzare più mine e preparare le sue linee difensive». Colpa dell’avarizia occidentale in fatto di armi e munizioni, sostiene di fatto, esagerando. Come quando aveva annunciato alla tv italiana la fine della guerra vittoriosa per l’estate. Ora che l’estate è al culmine e la sbandierata controffensiva prosegue a passo d’uomo, l’epilogo di questo conflitto appare perfino più ambiguo di prima.

L’analisi delle operazioni militari

Provare a capire cosa potrebbe accadere sul campo nelle prossime settimane è uno sforzo da oracoli. Si può però analizzare la situazione attuale e la lezione imparata dagli stati belligeranti in questa nuova fase. Le forze armate ucraine hanno ripreso l’iniziativa in tutti i territori, un fatto che di per sé rappresenta un successo anche se costoso. Ma la manovra offensiva non sta procedendo agli stessi ritmi con cui un anno fa Kiev recuperava mille chilometri quadrati al giorno solo a Kharkiv.

Perdite d’attacco

Kiev prova a contenere le perdite di mezzi, inevitabili quando si passa dalla difesa all’attacco insistendo sulla distruzione dell’artiglieria nemica, l’unica arma in grado di bloccare l’avanzata ucraina insieme al labirinto di fortificazioni a Zaporizhzhia, Kherson e in Crimea. Ma ‘la finestra’ per uno sfondamento si restringe. Ormai alla vigilia del summit Nato di Vilnius, l’Ucraina non potrà portare al vertice i trionfi garantiti ai suoi protettori, che restano divisi sul percorso di Kiev verso nell’Alleanza atlantica, rilevano molti analisti.

Il capo delle spie confessa

Ne è convinto il capo degli 007 ucraini Kyrylo Budanov: «Le aspettative della nostra società non saranno soddisfatte. Si faranno annunci, ma niente di più. Sono abbastanza sicuro di quello che verrà detto: ho visto le bozze dei discorsi», ha commentato disilluso sulla riunione in programma la prossima settimana in Lituania. Più provocazione a creare reazioni , quelle svelate da IsideOver, ma di improbabile risultato.

Guerra oltre il 2023

L’impressione segnalata da più parti, e quella di un conflitto paralizzato, con disagi internazionali crescenti, soprattutto in casa elettorale statunitense. Con Zelensky che aspetta i carri Abrams e caccia F-16, in una guerra che nell’attesa scivolerebbe oltre il 2023 con problemi umanitari oltre che militari giganteschi.

Stessa guerra, fronte russo, Ugo Tramballi: «Il futuro politico dello «zar» dipende dalla controffensiva dell’Ucraina». Putin indebolito ma non ancora sconfitto dal fallito golpe del capo di Wagner. Si potrebbe anche dire che il futuro politico di Putin non è nelle mani dei cospiratori russi a Mosca ma dei generali ucraini al fronte.

07/07/2023 

Abbiamo ripreso l'articolo

da Remocontro

Ennio Remondino